Trattamento più appropriato per le malocclusioni di Classe II prima divisione

Molti al giorno d’oggi sono i soggetti che presentano problemi dovuti alla malocclusione dentale, in particolare malocclusioni di Classe II prima divisione. Altri ancora lamentano una classe scheletrica di tipo I con crescita neutra, oppure una sporgenza di malocclusione dentale di classe 1 di divisione 1 o la proclinazione degli incisivi superiori e inferiori giusto per fare alcuni esempi.

In tutti i casi l’intervento di un’odontoiatria professionista è indispensabile affinché opti per il trattamento più appropriato.

Un arco mascellare quadrato e uno mandibolare ovale, sono due esempi di malocclusione di Classe II prima divisione.

Gli obiettivi dell’odontoiatra è in questo caso di mantenere il profilo e la classe scheletrica I, eliminare l’affollamento e correggere l’asse assiale dei denti in modo adeguato, correggere la linea mediana e ottenere un buon equilibrio e funzione occlusale. Il trattamento consiste nell’estrazione dei primi bicuspidi mascellari e degli apparecchi ortodontici fissi.

Che cos’è la malocclusione di Classe II prima divisione?

Le malocclusioni di classe II rappresentano quasi il 40% del numero totale di pazienti che lamenta questa condizione dell’apparato dentale che nello specifico comporta.

In generale, quando si parla di seconda classe significa che i molari, i premolari e i canini dell’arcata superiore entrano a contatto soltanto con gli omologhi della parte inferiore (testa contro testa) o li scavalcano.

A seguito di questa malocclusione ne consegue un evidente aumento della distanza regolare tra gli incisivi superiori e inferiori.

La malocclusione di seconda classe può essere la conseguenza di un’anomala posizione dei denti, ma molto spesso è dovuta al rapporto scorretto che esistente tra l’osso mascellare e quello mandibolare che si ripercuote negativamente sul profilo del soggetto interessato.

In quest’ultimo caso le possibili diagnosi sono tre: il mascellare superiore è più grande del normale e la mandibola è poco sviluppata e si trova in posizione arretrata rispetto al mascellare superiore. La terza invece è in sintesi la combinazione di entrambi i fattori.

Quali sono i sintomi di una malocclusione?

In base alla classificazione della malocclusione, i disturbi possono essere di tipo lieve o grave. Quelli tipici includono ad esempio: l’allineamento improprio dei denti, l’alterazione dell’aspetto del viso, il morso frequente delle guance o della lingua interne, il disagio durante la masticazione o il morso, problemi di linguaggio incluso il respirare attraverso la bocca piuttosto che con il naso.

La malocclusione viene in genere diagnosticata attraverso esami dentali di routine. Il dentista esaminerà i denti e potrà eseguire radiografie dentali per determinare se sono correttamente allineati.

Se viene rilevata una malocclusione, verrà classificata in base al tipo e alla gravità. La malocclusione di classe 1 viene diagnosticata quando i denti superiori si sovrappongono a quelli inferiori, ed è tra l’altro la classificazione più comune in molti pazienti indipendentemente da sesso ed età di ognuno di loro.

Quali sono i migliori trattamenti per la maloccusione Classe II prima divisione?

Una diagnosi accurata permette all’odontoiatra di stabilire se la malocclusione di seconda classe dipende da un’eccessiva retrusione della mandibola, da una protrusione mascellare (è più pronunciata della mandibola) o dalla combinazione di entrambi.

I trattamenti prescritti per le malocclusioni di classe II, vengono eseguiti secondo l’elaborazione di un piano diagnostico e terapeutico che può variare in relazione all’età dei pazienti.

Attualmente il numero di adulti che richiedono un trattamento ortodontico è aumentato gradualmente e si concentra sulla correzione, compensazione o invecchiamento della malocclusione che questi pazienti presentano e che hanno già completato il loro stadio di crescita.

Per eseguire la correzione delle malocclusioni di classe II nei pazienti adulti, le estrazioni possono includere due premolari mascellari e due mandibolari. Le estrazioni dei soli premolari superiori sono indicate in assenza di affollamento o discrepanza cefalometrica nell’arco mandibolare. Questi sono probabilmente i denti più estratti per scopi ortodontici (secondo la diagnosi della filosofia ortodontica che si applica per ogni trattamento), perché hanno una posizione conveniente tra i segmenti anteriore e posteriore.

La variazione nella sequenza delle estrazioni comprende i premolari superiori o inferiori primo o secondo, e sono raccomandati da diversi professionisti per la grande varietà di tecniche disponibili oggi.

Gli esami indispensabile per rilevare la malocclusione dentale

L’esame intraorale consente di rilevare una relazione molare bilaterale di classe II e classe canina II, l’affollamento anteriore superiore e inferiore moderato, la linea mediana mascellare deviata a destra, e se l’arco ha una forma quadrata nella mascella e nella mandibola. I tessuti parodontali potrebbero in tal caso essere anch’essi interessati.

La radiografia panoramica rivela invece ad esempio la presenza di terzi molari superiore e inferiore inclusi, così come la radice e le eventuali discrepanze dentali in relazione allo spazio disponibile come ad esempio di -7mm nell’arco superiore e -3mm nell’arco mandibolare.

Per fare un esempio di trattamento in caso di malocclusione di Classe II prima divisione, la tecnica consiste nel posizionare apparecchi ortodontici su prescrizione. Come ancoraggio in genere viene consigliato l’uso di un arco transpalatale, seguito dalle estrazioni. Seguendo le indicazioni della tecnica, la fase I viene effettuata livellando con archi tondi in nichel-titanio. Successivamente gli archi DKL vanno collocati per la fase II ovvero di chiusura dello spazio. La fase III prevede invece il posizionamento degli archi rettangolari per la coppia finale e il ribaltamento ottenuti attraverso la prescrizione.

Clinica Odontoiatrica situata tra Novara e Varese | Odontoiatria Pediatrica

Odontoiatria Pediatrica: cos’è e perché è importante

Per ottenere una dentatura sana nell’età adulta è fondamentale prendersi cura dei propri denti a partire dall’infanzia e per tutto il resto della vita. 

Infatti, sarebbe opportuno iniziare le prime visite ortodontiche intorno ai cinque/sei anni d’età, periodo che coincide con l’ingresso alla scuola elementare. A tale scopo, sta crescendo sempre di più la sensibilizzazione della popolazione e di conseguenza sta aumentando anche l’interesse verso una nuova branca medica che prende il nome di Odontoiatria Pediatrica o Infantile, ovvero il dentista dei bambini.

Cos’è l’Odontoiatria Pediatrica?

Si tratta di una disciplina molto importante, conosciuta anche come Pedodonzia. Quest’ultima, fino a qualche anno fa si limitava al trattamento dei soli denti da latte, invece, oggi, ha l’obiettivo di prevenire, diagnosticare e curare eventuali patologie del cavo orale, a partire dalla tenera età e proseguendo fino all’adolescenza. Infatti, spesso accade che durante l’infanzia vengano assunti dei comportamenti errati che poi si consolidano, inevitabilmente, nell’età adulta, creando diversi problemi che risulteranno maggiormente difficili da trattare o richiederanno tempistiche più o meno lunghe, a seconda della gravità del singolo caso. L’Odontoiatria Pediatrica si occupa non soltanto di insegnare ai bambini un corretto stile di vita per prendersi cura della propria bocca, ma mira anche ad evitare la comparsa di fastidi, come carie, malocclusioni o l’insorgenza di altre problematiche parecchio diffuse nell’età infantile.

Perché il pedodonzista è importante

Lavorare in tale ambito non è così semplice, ma richiede specifiche competenze dal momento in cui deve essere posta particolare attenzione verso le esigenze fisiologiche, psicologiche e, talvolta, patologiche dei piccoli pazienti. A tale scopo, vengono adottate diverse pratiche per tranquillizzarli e per rendere la seduta il più piacevole possibile, senza in alcun modo traumatizzarli. Tutti i bambini hanno bisogno di specifiche cure rispetto agli adulti, quindi, per far sì che si sentano a proprio agio e che non siano impauriti dal contesto, occorre un personale qualificato e specializzato, con anni di esperienza nel settore, che conosca il modo più adatto per interagire con il mondo dei piccoli. L’approccio degli specialisti nei confronti del bambino è un ruolo di grande importanza. Essi devono puntare ad acquisire la sua piena fiducia al fine di ottenere collaborazione, mettendosi al suo livello e gratificandolo quando si comporta nel modo giusto. Questo rapporto reciproco, non è facile da instaurare, ma si consoliderà di volta in volta, grazie alla possibilità di effettuare delle visite periodiche, che permetteranno di conoscersi più a fondo, da entrambe le parti. Il compito del professionista è anche quello di educare i bambini ad una corretta igiene orale, consentendogli di apprendere sul piano del gioco, le giuste metodologie da mettere in pratica quotidianamente. E’ importante insegnare loro come si spazzolano i denti, per quanto tempo e quante volte al giorno, spiegandogli a cosa potrebbero andare incontro, qualora non rispettassero i giusti accorgimenti, con lo scopo di sensibilizzarli ad attuare un trattamento adatto, ma senza spaventarli.

In secondo luogo, è fondamentale che l’ambiente circostante sia accogliente e colorato, pensato su misura del bambino, anche tramite l’ausilio di materiali, come libri o video, che possano rassicurarlo e fargli vivere serenamente questa nuova esperienza. In molti studi dentistici, sono state ideate delle sale d’aspetto apposta per intrattenere il bambino, mentre attende il suo turno, dove, a volte, vengono organizzate delle video lezioni che spiegano l’anatomia dentale e quali sono i più temuti nemici dei denti, in modo divertente, attirando l’attenzione di tutti gli ascoltatori.

Di cosa si  occupa il dentista dei bambini

La maggior parte degli interventi odontoiatrici derivano da una scorretta cura dei denti o dall’adozione di abitudini sbagliate per un tempo prolungato. Nonostante ciò, un buon professionista è in grado di intervenire per correggere il problema, tramite diverse metodologie, in tempi più o meno ristretti. Ad esempio, al fine di prevenire l’insorgenza di carie, vengono effettuate delle sigillature apposta sui denti molari e premolari, che a causa della presenza di solchi, risultano più difficili da spazzolare e tendono a fare accumulare la placca batterica. Oppure, altre volte si interviene su alcune cattive abitudini, come succhiare il dito durante il giorno o la notte, o tenere il ciuccio sino ad età avanzata. A lungo andare, questo vizio, può causare diverse problematiche. Quella che viene riscontrata più frequentemente è la restrizione del palato, che potrebbe provocare una mancata fuori uscita di alcuni denti, ma risulta comunque possibile intervenire, tramite l’utilizzo di alcuni dispositivi fissi o mobili, per un certo periodo di tempo.

Diversi studi nell’ambito della Pedodonzia hanno sottolineato l’importanza di una prevenzione precoce per la salute della bocca, grazie ai numerosi riscontri positivi ottenuti nel corso degli anni. Essi non coinvolgono solo l’età infantile, ma puntano soprattutto ad ottenere un miglioramento della qualità di vita nell’individuo adulto, riducendo la quantità di interventi invasivi a cui deve sottoporsi.

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Impianti dentali per edentulia parziale: come intervenire

Gli impianti dentali rappresentano una delle migliori soluzioni al problema di edentulia parziale o totale nel paziente in cura. Le tecniche di implantologia dentale, infatti, è in grado di ripristinare il corretto equilibrio estetico del sorriso e, soprattutto, la funzionalità delle arcate dentali.

In sostanza, quando si è al cospetto di uno o più denti mancanti, la soluzione più efficace è senza dubbio quella di ricorrere ad un impianto.

Impianti dentali: quali fattori considerare prima di intervenire

Cioè che è certo, è che questo tipo di intervento può essere praticato unicamente da un’equipe specializzata, a fronte di una corretta osservazione clinica, capace di valutare la situazione globale del paziente.

Uno dei fattori da considerare attentamente è la causa dell’edentulia e il lasso di tempo trascorso senza denti. Inoltre, va monitorato l’aspetto meccanico e osseo: valutare la qualità della porzione ossea sulla quale andrà ad ancorarsi l’impianto è un passaggio decisivo per la buona riuscita dell’intervento.

Per concludere l’anamnesi, una radiografia è certamente la migliore pratica, in quanto è in grado di rilevare eventuali complicanze in vista dell’operazione.

Cos’è l’edentulia parziale?

Quando viene utilizzato il termine edentulia, si fa riferimento alla mancanza di alcuni elementi dentali nelle arcate. Questo fenomeno si distingue in edentulia totale, quando il paziente non possiede alcun dente, ed edentulia parziale, quando a mancare sono uno o pochi elementi.

Agire su un individuo parzialmente edentulo, in sostanza, significa andare a sostituire i denti mancanti. Per fare questo sono percorribili due differenti strade: la sostituzione degli elementi mancanti con corone o ponti o – come accennato sopra – l’esecuzione di un impianto.

Vantaggi degli impianti dentali su denti mancanti

Se si sceglie di ricorrere all’opzione meno invasiva è necessario accertarsi che i denti posti prima e dopo quello mancante siano sani e costituiti in modo tale da poter fungere da supporto al dente fisso che si andrà ad aggiungere in bocca. Tali denti dovranno essere coperti da due corone, con il risultato di avere non più solo un dente coinvolto in questa operazione, ma ben tre.

Bisogna considerare poi che l’igiene di un ponte mobile è molto più difficile da mantenere e la funzionalità di questa struttura sarà da monitorare affinché non ceda. Gli inconvenienti appena descritti non si verificano invece nel caso di un impianto vero e proprio, in quanto l’intervento dà vita ad un dente finto, completamente indipendente dagli altri.

Tecnicamente, durante l’intervento implantare, nell’osso corrispondente al dente mancante, viene inserita una vite di titanio che va a costituire la radice del nuovo elemento. Il metallo di cui si costituisce il dente assicura l’estraneità a carie o ascessi. Essendo inoltre separato dai denti naturali attigui, la pulizia dell’impianto potrà essere efficace a tutti gli effetti.

Un’alternativa valutata da molti pazienti è quella di non intervenire affatto, scegliendo di rimanere senza uno o più denti. Questa scelta è dannosa sia dal punto di vista funzionale della masticazione, sia da un punto di vista estetico. In particolare, nei pazienti non più giovani, è essenziale mantenere una corretta funzionalità motoria dell’apparato masticatorio: potersi alimentare correttamente è indispensabile e l’impianto assicura una capacità muscolare pari a quella derivante dai propri denti naturali.

In conclusione, come abbiamo visto, la mancanza parziale di alcuni elementi dentali rende necessario un intervento chirurgico che spesso si risolve con un impianto. La necessità di un’azione del genere non è da ricercarsi unicamente nella preservazione della corretta masticazione ma anche nell’impatto estetico che la mancanza denti e la successiva diminuzione ossea può avere sul viso. L’atrofia del tono muscolare adibito alla masticazione nella mandibola può ampiamente cambiare l’aspetto del viso, con cedimenti irreversibili dei lineamenti. Pertanto, è bene preservare funzionalità ed estetica della propria bocca, per un sorriso sano ed visivamente piacevole. I vantaggi a cui va incontro un paziente che decide di ricorrere ad una soluzione implantare sono innumerevoli, un miglioramento della qualità della vita e del proprio aspetto estetico saranno infatti assicurati a fronte di un intervento totalmente indolore.

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Gestione del paziente con gengivite desquamativa

Le gengive, purtroppo, sono terreno fertile per numerose patologie più o meno importanti. Le lesioni gengivali desquamative, in particolare, sono l’insieme situazioni di compromissione, che si manifestano sulla parte della gengiva aderente all’arcata dentale. In sostanza, le gengive tendono a scollarsi e la loro superficie appare infiammata e dolente.

Le cause di queste problematiche sono da ricercarsi principalmente in due tipologie di malattie, aventi caratteristiche immuno-mediate: Pemfigoide delle Membrane Mucose e Lichen Planus. Più raramente, le ragioni sono da ricercarsi in problematiche dermatologiche o allergologiche.

Come si manifestano le gengiviti desquamative?

Dal punto di vista medico, una gengivite desquamativa può presentarsi in differenti modi, dando vita a contesti erosivi o bollosi, nei quali la porzione infiammata è circoscritta a zone limitate, oppure – al contrario – mostrando un quadro esteso, unitamente ad un’importante incidenza ulcerosa.

In entrambi i casi, il paziente si rivolge al proprio dentista per il notevole fastidio rilevato. Meno frequentemente, invece, la patologia si presenta in maniera totalmente asintomatica. In questo caso, solo un medico – durante una visita – è in grado di accorgersi della patologia.

Riconoscere una gengivite desquamativa: la diagnosi

Un primo criterio di riconoscimento della gengivite desquamativa è la sua principale differenza rispetto alla parodontite batterica, ovvero il non intaccamento delle gengive marginali. Tuttavia, spesso la situazione non è così delineata e chiaramente identificabile, in quanto può accadere che nel cavo orale le lesioni si allarghino ad una porzione gengivale più ampia. La situazione in questi casi è aggravata da placca e tartaro. Ciò accade perché i pazienti con gengivite desquamativa avvertono dolore e bruciore, pertanto non mettono in pratica una corretta igiene orale.

La diagnosi corretta avviene solitamente attraverso un prelievo chirurgico di tessuto, sul quale viene effettuata una analisi istologica. Durante questa pratica, è necessario porre particolare attenzione nel prelevare una porzione di tessuto che comprenda sia una parte desquamata, sia una sana.

Un’altra tipologia di diagnosi consiste nel test di immunofluorescenza diretta, il quale consente di cogliere se all’origine della lesione sia presente un fenomeno immuno-mediato. Il prelievo in questo caso deve essere necessariamente ancora più preciso, mirando a cogliere il tessuto sano accanto alla lesione.

Come si cura la gengivite desquamativa?

Innanzitutto, la cura dipende fortemente dall’origine della patologia e dunque dai risultati degli esami appena citati.

Qualora, alla base del disturbo, sia stato rilevato attraverso l’esame istologico il lichen planus orale, sarà necessario con grande probabilità l’uso di corticosteroidi topici molto potenti, come il clobetasolo per esempio. Se il problema rilevato interessa un’area gengivale più ristretta, si potrà fare ricorso ad un principio attivo sotto forma di biodesivo, per una perfetta adesione sulle mucose colpite. Questa soluzione permette di limitare ampiamente gli effetti collaterali della cura.

Questi tipi di interventi sono adatti anche ad una diagnosi di pemfigoide, specialmente il problema è limitato alla sola gengiva.

Nel caso di pemfigo volgare è tassativamente indicato l’utilizzo di corticosteroidi sistemici e immunosoppressori. Qualora la gengivite desquamativa fosse causata da un eritema multiforme sarà invece necessario agire sempre con cure a base di cortisone con l’obiettivo di individuare e sconfiggere la causa scatenante.

Per concludere, al fine di risolvere una gengivite desquamativa è indispensabile effettuare una attenta diagnosi, in grado di individuarne le cause. Oltre alle terapie che il dentista riterrà opportuno prescrivere, instaurare una corretta routine dell’igiene orale sarà di grande aiuto sia durante la guarigione, che nella prevenzione quotidiana di problemi simili.

È necessario infatti impegnarsi in un’accurata pulizia dei denti almeno due volte al giorno, per almeno due minuti, curandosi di fare i giusti movimenti con lo spazzolino e di terminare l’igiene con il filo interdentale, per rimuovere eventuali residui altrimenti inaccessibili. Si consiglia inoltre di recarsi una o due volte l’anno dal proprio medico dentista per controlli puntuali e un’operazione di igiene professionale.

Gengivite: cos’è e come curarla con l’ossigenoterapia

Avere un sorriso sano e curato è un’ambizione per molti, ma richiede un certo impegno ed un’attenzione costante. Le malattie del cavo orale, infatti, possono rappresentare un grave problema per la salute generale anche dei sorrisi dei più belli.

Tra le patologie più subdole troviamo sicuramente la gengivite che, se trascurata, può trasformarsi in affezioni assai più serie ed impegnative da debellare. Una gengivite non curata opportunamente, infatti, può evolvere in forme più o meno gravi di parodontite che possono compromettere irrimediabilmente lo stato di salute dei tessuti che sostengono i denti fino alla caduta definitiva degli stessi (piorrea).

Per questo motivo è necessario non trascurare i primi segnali di gengivite; la patologia, al primo esordio, infatti può essere trattata efficacemente senza correre il rischio di incorrere in problemi peggiori in un secondo momento.

Scopriamo, in breve, cos’è la gengivite e come si cura.

Cos’è la gengivite

La gengivite è un’infiammazione a carico del solco gengivale di natura prevalentemente batterica o causata, in minor percentuali da traumi della zona.

Al primo stadio la patologia non da segnali allarmanti, ma con il degenerare della condizione le gengive si arrossano, possono apparire molli e gonfie ed è consueto incorrere in un sanguinamento gengivale in seguito alle normali pratiche di igiene orale o, in talune circostanze, mordendo cibi di natura più consistente.

Nelle fasi più avanzate della malattia il solco gengivale tende a regredire lasciando scoperta la base del dente, le radici dello stesso e lo conduce ad una mobilità eccessiva e pericoloso.

Tra i vari sintomi che la malattia produce anche in fase iniziale, l’alito cattivo deve immediatamente suonare come un campanello d’allarme.

La causa principale della gengivite è la proliferazione ingiustificata di batteri all’interno del cavo orale; residui di cibo non accuratamente rimossi, infatti, si incuneano tra il dente e la sue gengiva favorendo l’accumulo di placca prima e di tartaro poi favorendo in tal modo le aggressioni batteriche.

Un’adeguta igiene orale riesce quasi sempre a contrastare la gengivite, ma in caso di patologia accertata è necessario correre immediatamente ai ripari.

Come contrastare la gengivite?

Poiché la gengivite è una condizione reversibile, ma rappresenta l’anticamera della parodontite, è necessario intervenire rapidamente per combatterla. In primo luogo è bene sottoporsi ad una pulizia professionale (detartrasi) in modo da rimuovere accuratamente il tartaro dal solco gengivale che non si riesce ad eliminare autonomamente.

In seconda battuta è opportuno affidarsi ai nuovi trattamenti che la medicina ha messo a disposizione dei professionisti del settore per curare la gengivite. Benché l’ossigeno terapia abbia trovato applicazione e consenso soltanto da una decina di anni a questa parte e risulti dunque sostanzialmente ancora nuova, può regalare risultati veramente soddisfacenti nel campo della cura delle gengivite.

Ossigeno terapia e gengivite

L’ozono ossigeno terapia è una pratica medica all’avanguardia che trova ambito applicativo in parecchi rami sanitari e della medicina estetica.

La pratica consiste nell’erogare una certa quantità di ozono-ossigeno sulla zona da trattare utilizzando un apposito macchinario che consente di sparare il gas in maniera precisa ed accurata.

La pratica non è dolorosa e non necessita di alcuna forma di anestesia; il trattamento non è fastidioso e non provoca effetti collaterali successivi. L’applicazione locale di ozono e ossigeno, associato alla rimozione professionale della placca, garantisce ed aiuta a debellare tutta la flora batterica che, in accumulo, genera l’infezione gengivale e favorisce la formazione del tartaro.

L’ossigeno terapia, dunque, ha un potentissimo effetto anti batterico ed antivirale, elimina virus e batteri e aiuta a mantenere nel tempo la sede locale della gengiva più pulita e sana.

L’applicazione del gas da parte del dentista avviene mediante una sorta di puntale ed è molto rapida; a seconda dell’impiego, infatti, raramente supera i due minuti, ma il professionista potrebbe ritenere necessarie più sedute per raggiungere un risultato migliore e duraturo nel tempo.

L’ambito applicativo dell’ossigeno terapia, in ogni caso, è estremamente vasto e non riguarda soltanto la cura del solco gengivale; essa, infatti, viene utilizzata anche per una rivoluzionaria cura delle carie, per devitalizzare i denti, ma anche per una fattiva re mineralizzazione degli stessi nell’ottica di garantire un apporto maggiore di sostanze necessarie alla salute dentale.

Nella cura del cavo orale affetti da herpes o fastidiose afte, l’ossigeno terapia ha mostrato risultati a dir poco sorprendenti.

Dentista a Borgomanero e Sesto Calende

Odontobi, a pochi chilometri da Sesto Calende e Borgomanero, è un centro odontoiatrico con dentisti specializzati nella cura delle principali patologie del cavo orale. Contattaci per un consulto.

Gengivite ormonale

La tua bocca ogni giorno viene a contatto con cibi di ogni genere, gustosi sì, dolci o salati ma depositano sui tuoi denti e sulle tue gengive tartaro e placca in quantità illimitate. Placca e tartaro non donano molto al tuo sorriso, i tuoi denti, infatti, perdono il proprio bianco bagliore al punto di sembrare giallastri, opachi, spenti. Ti consiglio di lavare i denti dopo ogni pasto, anche dopo che avrai bevuto bibite di qualsiasi genere, perchè in esse c’è sempre un alto contenuto di zuccheri che si depositano senza pietà sui tuoi denti.

Una perfetta igiene orale potrà prevenire forme più o meno gravi di malattie parodontali.

Gengivite parodontale

La gengivite parodontale è il primo campanello d’allarme che precede la malattia parodantale. Questa è una malattia seria, da non trascurare e da prendere molto in tempo altrimenti potrà portare alla perdita dei denti interessati.

La malattia parodontale interessa tutta la zona del parodonto ed è chiamata, anche, piorrea o parodontite.

Cosa è il parodonto?

Il nostro corpo è perfetto in ogni sua forma, funziona in maniera precisa ed è affascinante conoscere ogni meccanismo delle sue funzioni.

In questa meraviglia anche il dente ha una sua struttura: esso è sostenuto dall’osso a cui è ancorato tramite la gengiva. È inserito nell’osso tramite la sua radice e il suo cemento.

Questa struttura forma il parodonto.

Igiene del parodonto

Usa un buon spazzolino per i tuoi denti; spazzola con movimenti circolari ogni dente, soffermandosi quasi a massaggiare le gengive. Ovviamente il tuo dentifricio dovrà essere di ottima qualità: prediligi uno che non abbia coloranti e che sia del tutto a base naturale. Devi sapere, però, che non è sufficiente un’igiene orale quotidiana casalinga con lo spazzolino da denti manuale o elettrico, anche se eseguita in maniera meticolosa, per eliminare placca e tartaro, perché entrambi s’infiltrano nel tessuto sottogengivale, o negli spazi dove risulta difficile arrivare con qualsiasi spazzolino, creando delle sacche infette tra le gengive e il dente. Oltre a ciò i tuoi denti possono essere attaccati da carie insistente, noiosa e difficile da debellare. Dai primi sintomi di denti dondolanti, d’infiammazione gengivale e di sanguinamento senza motivo, di dolore ai denti e alle gengive, il passo dalla gengivite verso la malattia parodontale è molto breve. La parodontite o malattia parodontale, se trascurata, porta alla perdita del dente in maniera irrimediabile.

Cause della gengivite

Appena compare la gengivite è assolutamente necessario intervenire e recarsi dal proprio dendista o ortodontista che valuterà il tipo di terapia da seguire.

Non occorre trascurare in nessun modo una gengivite iniziale perché la sua cronicizzazione potrà scaturire in parodontite dove il solco gengivale si ritrae a causa di una forte infezione, fa allontanare il dente, si crea tra gengiva e dente la sacca parodontale dove si accumula la placca.

La placca aumenta, con residui di cibo, batteri, materiale organico, si accumula, si calcifica e si trasforma presto in tartaro trasformando quell’iniziale fastidio in un’infiammazione batterica delle gengive con successivo gonfiore.

Tale infiammazione si potrebbe potrarsi al parodonto, alla radice del dente, fino ad arrivare all’osso alla base del dente.

Ecco che una gengivite sottovalutata e non curata indebolisce il dente al punto di farlo cadere.

Altre cause della gengivite

La gengivite ormonale

Da quanto evidenziato potrà sembrare che le cause della gengivite sono soltanto di natura batterica ma non è proprio così.

Spesso uno spazzolamento troppo energico, per la pulizia casalinga, potrebbe causare infiammazione.

Ci sono anche dei fattori di rischio che possono sicuramente favorire l’insorgere della gengivite.

La causa numero uno è il fumo. E qui si può tranquillamente prevenire con un uso moderato di tabacco e sigarette e con un controllo periodico dal dentista.

Tra le cause, invece, meno controllabili, ci sono i fattori ormonali.

Durante la pubertà, infatti, in presenza di importanti fluttuazioni ormonali, possono insorgere gengiviti di entità consistente.

La donna, in particolare, ne è affetta, durante i suoi periodi della vita: dalla pubertà alle fasi del ciclo mestruale, dall’uso di pillole contrattive, alle gravidanze e persino alla menopausa.

In letteratura medica è noto che l’oscillamento di estrogeni e progesterone influenza il parodonto.

E per la donna, sia intorno al ciclo mestruale che nei suoi vari periodi, rapprensenta una causa per l’infiammazione delle gengive con conseguente gengivite.

La gravidanza è un altro periodo critico poiché compare un incremento consistende di progesterone che influenza notevolmente eventuali infiammazioni gengivali.

Anche la menopausa per la donna è un momento delicato per le gengive poiché possono sorgere alterazioni del gusto e sensibilità ai cibi con alterazione della percezione di alcuni gusti (cibi dolci).

Attenzione alla gengivite

Le cause esposte servono come indicazioni per una corretta prevenzione.

Anche se la gengivite molto spesso è asintomatica, è necessario conoscere il proprio corpo e prendersene cura.

La salute della bocca, spesso trascurata, è quella che, invece, dovrebbe essere spesso nei tuoi pensieri.

Igiene orale Senza paure inutili o timori immotivati, rivolgiti a un professionista odontoiatrico che saprà indirizzarti sul tipo d’igiene orale adatta a te.

Laser e igiene orale Il tuo odontoiatra è un professionista del settore e con molta sicurezza ti consiglierà il metodo più adatto per la tua igiene orale e andrà a eliminare ogni traccia di placca, tartaro o batteri dalle tue gengive e dai tuoi denti. Sarà il tuo dentista a valutare quante sedute dovrai effettuare per una completa igiene e per prevenire la gengivite, anche se ti consiglio di essere molto assiduo nelle visite al suo studio.

Come viene eseguita l’igiene orale Una corretta igiene orale viene eseguita in più passaggi per rimuovere tartaro e placca accumulati sulla superficie dei denti, nelle gengive e negli spazi interdentali. La laserterapia in questi casi è molto efficiente ed efficace poichè le moderne tecnologie hanno prodotto dei macchinari potenti e precisi. L’igiene orale così eseguita non risulta dolorosa o fastidiosa ma viene ricordato come un buon momento per la salute dei denti e della persona.

Una bocca da baciare L’igiene orale professionale ti regalerà una bocca dal sorriso perfetto e splendente. Quando avrai terminato il tuo trattamento, potrai dire di aver effettuato una prevenzione soddisfacente per la formazione di carie e placca, per la comparsa della parodontite e per allontanare soprattutto gengiviti e sanguinamenti.

Piorrea alveolare, cos’è e come curarla

La piorrea alveolare è una patologia dentaria che coinvolge i tessuti parodontali, ossia tutti quei tessuti deputati alla conservazione dell’integrità degli organi responsabili della masticazione e al mantenimento del dente in adesione rispetto alla struttura ossea adiacente.

In modo particolare, il tessuto parodontale maggiormente intaccato da questa condizione patologica è senza dubbio l’alveolo dentario, ossia una cavità presente a livello osseo deputato ad accogliere la radice dentale e di connetterla ai nervi e ai vasi sanguigni presenti nell’osso mascellare.

Questa patologia potrebbe degenerare in condizioni patologiche disastrose sia dal punto di vista fisico che psicologico, inducendo la progressiva caduta del dente e provocando sintomi che potrebbero compromettere lo stile e la qualità di vita del paziente: nel caso di piorrea alveolare potrebbe infatti verificarsi la comparsa di pus o di segni visibili sul dente, alitosi persistente e caducità dentale prematura.

Piorrea alveolare: cause

Nella maggior parte dei casi clinici, la piorrea alveolare trova la sua eziologia come condizione degenerativa di una precedente gengivite: in questo caso, un accumulo anomalo di batteri a livello del colletto dentario, potrebbe causare arrossamenti e gonfiori anomali nella gengiva, creando specifiche zone proliferative per microorganismi e agenti patogeni chiamate focolai infiammatori.

Se una gengivite batterica non viene trattata secondo le cure opportune, i focolai proliferativi presenti a livello gengivale potrebbero degenerare in condizioni cliniche più severe, provocando il progressivo ritiro della gengiva, con apparente allungamento del dente e scopertura parziale della radice dentale.

Una delle cause principali della piorrea alveolare trova principale riscontro nelle cattive abitudini del paziente: un’igiene orale scarsa o addirittura assente favorisce l’accumulo, a livello dentale, di frammenti di cibo e residui della masticazione giornaliera. Questi frammenti organici, se non accuratamente eliminati attraverso le consuetudinali pratiche di igiene orale, potrebbero attuare processi fermentativi e causare infezioni orali di variabile entità.

Spesso si pensa che le patologie dentarie più gravi e visivamente più severe come la piorrea alveolare siano incurabili: in realtà è semplicemente necessario intervenire in maniera opportuna, rivolgendosi il prima possibile a personale tecnico specializzato, in modo da poter attuare una terapia mirata e repentina, per poter sperare di riuscire a ripristinare la completa salute del dente e della gengiva.

Piorrea alveolare: sintomi

Nel caso di intervento errato o non tempestivo, il focolaio infiammatorio potrebbe progressivamente invadere lo spazio alveolare, provocando una proliferazione incontrollata di batteri e agenti patogeni: questo provocherebbe sintomi e conseguenze disastrose che potrebbero condurre il paziente alla completa decalcificazione e alla caduta spontanea del dente interessato.

Alcuni dei sintomi più comuni, tipici e significativi della piorrea alveolare sono:

  • Forte sensazione dolorifica a livello dentale e gengivale
  • Infiammazione, gonfiore e frequente sanguinamento delle gengive 
  • Allungamento apparente della superficie dentaria 
  • Elevata sensibilità del dente a eventuali sbalzi di temperatura
  • Mobilità dentaria immotivata 
  • Alitosi persistente

É fondamentale che la presenza di uno di questi sintomi incoraggi il paziente a rivolgersi a un medico specializzato, in modo che lo stesso possa provvedere all’eventuale rimozione delle placche batteriche per evitare che la condizione patologica possa degenreare in maniera irreversibile.

Piorrea alveolare: cura

La cura della piorrea alveolare è da stabilirsi in sede di visita specialistica e risulta completamente proporzionale allo stato di gravità ed avanzamento della patologia.

Oltre alla scelta della cura da parte del medico, è di fondamentale importanza che il paziente comprenda di dover modificare e apporre cambiamenti radicali alle proprie pratiche igieniche: solo in questo modo si potrà prevenire la comparsa di ulteriori infezioni e patologie dentarie, in modo da non vanificare le cure mediche appena ricevute.

Le cure principali attuabili nel caso di piorrea alveolare sono:

  • L’intervento ortodontico nel caso di malocclusioni o ascessi che potrebbero rappresentare la causa della patologia
  • L’asportazione delle parti dentali e gengivali compromesse in modo da favorire il ripristino e la rigenerazione dei tessuti
  • La rimozione tramite chirurgia laser della placca e degli accumuli batterici presenti all’interno delle cavità alveolari

Uso del laser dentale per l’igiene orale: come funziona?

Il laser odontoiatrico

Lo sai che se entri in uno studio odontoiatrico e senti parlare di laserterapia, il tuo odontoiatra utilizza tecniche avanzate, aggiornate e di alto livello? Non pensare che il tuo dentista ti proporrà di utilizzare gli accessori laser dei supereroi giapponesi Mazinga Z o Goldrake o di Guerre Stellari, piuttosto aspettati che lui utilizzi la tecnica più all’avanguardia per la cura e la prevenzione di ogni tipo di patologia orale. Ti assicuro che attualmente, per la prevenzione e la cura di ogni tipo di patologia orale, il laser è la tecnica più all’avanguardia presente e utilizzata dai migliori professionisti del settore.

Ho paura della parodontite

La tua bocca ogni giorno viene a contatto con cibi di ogni genere, gustosi sì, dolci o salati ma depositano sui tuoi denti e sulle tue gengive tartaro e placca in quantità illimitate. Placca e tartaro non donano molto al tuo sorriso, i tuoi denti, infatti, perdono il proprio bianco bagliore al punto di sembrare giallastri, opachi, spenti.

Ti consiglio di lavare i denti dopo ogni pasto, anche dopo che avrai bevuto bibite di qualsiasi genere, perchè in esse c’è sempre un alto contenuto di zuccheri che si depositano senza pietà sui tuoi denti. Usa un buon spazzolino per i tuoi denti; spazzola con movimenti circolari ogni dente, soffermandosi quasi a massaggiare le gengive.

Ovviamente il tuo dentifricio dovrà essere di ottima qualità: prediligi uno che non abbia coloranti e che sia del tutto a base naturale. Devi sapere, però, che non è sufficiente un’igiene orale quotidiana casalinga con lo spazzolino da denti manuale o elettrico, anche se eseguita in maniera meticolosa, per eliminare placca e tartaro, perché entrambi s’infiltrano nel tessuto sottogengivale, o negli spazi dove risulta difficile arrivare con qualsiasi spazzolino, creando delle sacche infette tra le gengive e il dente.

Oltre a ciò i tuoi denti possono essere attaccati da carie insistente, noiosa e difficile da debellare Dai primi sintomi di denti dondolanti, d’infiammazione gengivale e di sanguinamento senza motivo, di dolore ai denti e alle gengive, il passo verso la malattia parodontale è molto breve. La parodontite o malattia parodontale, se trascurata, porta alla perdita del dente in maniera irrimediabile.

La placca batterica, questa sconosciuta

La placca batterica si forma da tutti quei residui di cibo, batteri, cellule morte e residui organici e trova il suo habitat nella tua bocca. Sembra, quasi, un agglomerato appiccicoso sui tuoi denti: a volte riesci a debellarla ma spesso è così ben attaccata ai denti che non è possibile eliminarla manualmente. Non puoi eliminare per nulla, invece, il tartaro: per la sua scomparsa ti devi affidare a un professionista.

Igiene orale Senza paure inutili o timori immotivati, rivolgiti a un professionista odontoiatrico che saprà indirizzarti sul tipo d’igiene orale adatta a te.

La laserterapia

Oggi i professionisti più all’avanguardia con le tecniche ortodontiche utilizzano la laserterapia poiché l’utilizzo del laser porta notevoli miglioramenti nella prevenzione e cura di varie malattie del cavo orale e parodontiche. L’uso degli strumenti legati al laser è molto comune in quanto esso non è invasivo, riduce qualsiasi disagio o effetto collaterale legato a tecniche ormai obsolete, non necessità dell’uso dell’anestesia, riduce al minimo, fino ad annullare, infezioni di batteri. Il laser, con il suo raggio luminoso, è utilizzato al posto del bisturi, con la sua potenza, precisione e qualità porta a degli interventi ben riusciti, dove il post operatorio risulta molto breve e i risultati sono ottimi.

Laser e igiene orale

Il tuo odontoiatra è un professionista del settore e con molta sicurezza ti consiglierà per la tua igiene orale il laser e i suoi componenti che, con una precisione estrema, andrà a eliminare ogni traccia di placca, tartaro o batteri dalle tue gengive e dai tuoi denti. Con il raggio luminoso dell’apparecchio laser vedrai l’efficacia di diversi trattamenti, tra cui lo sbiancamento dentale che ti regalerà un sorriso a trentadue denti. Sarà il tuo dentista a valutare quante sedute dovrai effettuare per una completa igiene, anche se ti consiglio di essere molto assiduo nelle visite al suo studio.

Come viene eseguita l’igiene orale

L’igiene orale professionale viene eseguita in più passaggi per rimuovere tartaro e placca accumulati sulla superficie dei denti, nelle gengive e negli spazi interdentali. Tutto ciò effettuato con i laser e la varia strumentazione in uso nello studio medico. La laserterapia in questi casi è molto efficiente ed efficace poichè le moderne tecnologie hanno prodotto dei macchinari potenti e precisi. L’igiene orale così eseguita non risulta dolorosa o fastidiosa ma viene ricordato come un buon momento per la salute dei denti e della persona.

Una bocca da baciare

L’igiene orale professionale con l’uso del laser ti regalerà una bocca dal sorriso perfetto e splendente. Quando avrai terminato il tuo trattamento, potrai dire di aver effettuato una prevenzione soddisfacente per la formazione di carie e placca, per la comparsa della parodontite e per allontanare gengiviti e sanguinamenti. Il trattamento laser che avrai eseguito ti renderà i denti lucidi e sbiancati da quel giallore che non potevi più guardare allo specchio: essi risulteranno robusti e sentirai meno quella sensibilità al freddo che ti faceva rabbrividire. Ma se vuoi contrastare definitivamente l’infiammazione gengivale e prevenire qualsiasi altro insorgere tartaro, ti ricordo ancora il mio consiglio: visita più spesso il tuo dentista!

Hai ancora paura del laser?

Gli impianti zigomatici nella terapia delle gravi atrofie dei mascellari

A causa dell’aumento della vita media, si sono diffuse sempre più tutte quelle problematiche che prima colpivano solo una fortunata nicchia di persone che riusciva a superare di gran lunga la vita media.

Per tale ragione è stato necessario utilizzare metodiche innovative, in grado di risolvere tutte le problematiche presenti, in particolare in ambito dentale, visto e considerato che la vita media dei denti sani e funzionali, non riesce a coprire la durata media della vita.

Per tale ragione sono nate le protesi dentali, in grado di ridare letteralmente il sorriso a numerose persone. Anche in caso di gravi atrofie dei mascellari, sarà possibile posizionare degli impianti zigomatici, in modo tale da risolvere il problema dei soggetti edentuli.

In questo modo, il disagio alimentare e sociale è ridotto al minimo, e qualora fosse il tuo caso, la qualità della vita ne gioverebbe moltissimo, migliorando decisamente le tue giornate.

Perché utilizzare gli impianti zigomatici? Purtroppo vi è una metodica, il cosiddetto inserimento implantare, che non è un’operazione semplicissima da attuare, infatti andrebbe prima effettuato un prelievo osseo da sede extra-orale, ad esempio la cresta iliaca, oppure la calvaria, per poi procedere a numerosi interventi di chirurgia ricostruttiva. Si può dire che è una tipologia di intervento che a posteriori non rifaresti mai, sapendo cosa potresti passare.

In questo modo, invece, grazie all’utilizzo di impianti zigomatici, si può sostituire la classica chirurgia ricostruttiva, impegnativa sia dal punto di vista dell’attuazione, sia per tutto l’iter che ne consegue. La tua ripresa sarebbe rapida, la fatica e l’impegno, minori.

Con gli impianti zigomatici, si può sfruttare l’osso zigomatico per ancorare a quest’ultimo degli impianti, appunto gli impianti zigomatici, riducendo al minimo il numero di operazioni, così come il prezzo e soprattutto l’impegno descritto precedentemente (e quindi il tuo tempo di ripresa, il disagio fisico e psicologico, e tutto ciò che ne consegue).

Come funziona? Gli impianti zigomatici possono essere applicati attraverso due metodiche. Queste possono essere intra- od extra-sinusali, in base al fatto che l’ancoraggio dalla cresta alveolare all’osso zigomatico avvenga passando tramite il seno mascellare. In alcuni casi è possibile effettuare entrambe le metodiche sullo stesso paziente, quindi con un lato differente dall’altro, in base all’anatomia del soggetto in questione.

Ovviamente non viene deciso in maniera casuale, ma avviene attraverso la creazione di modellini chiamati ‘stereolitografici’ in grado di generare un perfetto clone della tua ossatura mascellare. In questo modo sarà possibile considerare tutte le variabili del caso, in base alla dimensione degli impianti oppure in base alla posizione che assumeranno.

Basti pensare che il modellino stereolitografico è cosi preciso, che è possibile effettuare un finto intervento virtuale sul modellino, in modo da ‘prepararsi’ al meglio per replicarlo su di te, minimizzando i rischi e agevolando i vari passaggi.

Infatti è possibile valutare quali strumenti è meglio utilizzare nel tuo caso, in base agli spazi presenti, oppure è possibile valutare anche la lunghezza degli impianti, e così via. In pratica si preparano a tutto, al fine di ottimizzare ogni cosa.

Ovviamente è necessario fare un‘anestesia generale, a cui verrà associata necessariamente un’intubazione che dal naso raggiunge la trachea.

Quindi vengono inseriti, in seguito all’intervento, due impianti zigomatici angolati di discreta lunghezza, in modo da ancorare ogni emiarcata, più altri 4 impianti verticali (dritti), che andranno davanti.

Quindi si può riadattare la protesi del paziente immediatamente su questi impianti appena montati. Ovviamente quest’ultima (la vecchia protesi) non sarà definitiva, ma semplicemente temporanea, per circa sei mesi, il tempo necessario a un corretto rimodellamento e adattamento osseo.

Dopo sei mesi, invece, si potrà realizzare una protesi definitiva ancorata a questi impianti, che definitivamente risolverà i tuoi problemi.

Conviene farlo? Se stai cercando questo argomento, un motivo c’è, ovvero che ti è necessario e che potrebbe risolvere ogni tuo problema. Dal punto di vista pratico, i costi sono inferiori, così come il tempo per la realizzazione dell’impianto.

Da non sottovalutare, inoltre, tutto lo stress psico-fisico dell’altro intervento, con numerose operazioni, e un processo di guarigione decisamente più impegnativo.

Tutti gli elementi convergono nella migliore soluzione degli impianti zigomatici, qualora si soffra di gravi atrofie dei mascellari.

La scelta è ovviamente soggettiva, ma considerando tutti gli elementi di valutazione, si può considerare questa nuova metodica, una soluzione migliore da ogni punto di vista, oltre che più rapida ed economica.

Inoltre, in poco tempo (sei mesi totali) avrai un impianto definitivo che ti permetterà di tornare a mangiare, sorridere e soprattutto di non sentirti più a disagio in qualsiasi situazione, risolvendo il problema delle atrofie dei mascellari in modo semplice e veloce, considerando anche che prima di questi sei mesi, sarà possibile usufruire della vecchia protesi tranquillamente.

All on four senza gengiva finta, è possibile?

Quando si parla di ‘all on four‘, ci si riferisce ad una tecnica di implantologia mediante chirurgia utilizzata per sostituire l’intera arcata dentale. 

Il tutto viene effettuato con soli quattro impianti dentali, nel tentativo di creare un ponte, oppure immettendo delle protesi fisse.

Solitamente si agisce applicando i primi due impianti dentali a 90 gradi; quelli posti nel retro della mandibola, invece, vengono applicati a 45 gradi.

Infine si applica la protesi che bloccherà i quattro impianti, dando ad essi il tempo necessario alla guarigione (in quanto, trattandosi di impianti, comportano comunque una ferita), e soprattutto permettendo loro di inserirsi nel miglior modo possibile all’interno dell’arcata gengivale senza alcun problema, grazie all’applicazione di una pressione uguale e costante su ogni impianto.

L’impianto ‘all on four’ si usa solitamente su persone che in precedenza non potevano agire sulle gengive a causa della scarsa quantità di materiale osseo utilizzabile. In questo modo si può evitare l’uso di un innesto osseo ai pazienti, in quanto con l’applicazione degli impianti posteriori a 45 gradi, vi è la possibilità di applicare impianti di maggiori dimensioni.

Qual è la differenza con il ponte fisso?

Utilizzando l’impianto classico, ovvero a ponte fisso, vi è la necessità di utilizzare come minimo 6 impianti dentali (applicati a 90 gradi all’interno dell’osso mascellare). La guarigione da questo tipo di intervento è di almeno 6 mesi (quindi un periodo di tempo molto più lungo).

Dopodiché bisogna agire attraverso l’applicazione del ponte fisso. Il tutto, in base alla disponibilità ossea, in quanto, diversamente potrebbe essere richiesto un innesto di componente ossea.

Come se tutto ciò non bastasse, i costi sono molto maggiori, e i tempi d’azione e di completamento sono più lunghi, in quanto vi sono numerose operazioni, a cui bisogna dare il giusto tempo di guarigione.

‘All on four’ e problematiche della gengiva finta

Purtroppo anche per quanto riguarda la ‘all on four’ possono presentarsi diverse problematiche, riguardanti la gengiva finta.

Infatti, per nascondere l’applicazione dell’impianto (e per rendere il sorriso più naturale possibile), viene utilizzata solitamente una componente artificiale, che tende a simulare una gengiva. Purtroppo, con l’applicazione della gengiva finta, la fase riabilitativa non è molto semplice, e rischia di diventare piuttosto lunga, oltre che fastidiosa.

Per tale ragione ci si può accordare con il proprio odontoiatra per scegliere la soluzione senza gengiva finta, che richiederà una grande esperienza e manualità in tal senso.

L’applicazione, infatti, può risultare più difficile, ma un bravo odontoiatra è in grado di svolgere questo intervento in maniera molto rapida.

Inoltre si tratta di una tipologia di intervento poco invasiva, che ha come effetti un risultato estetico molto più gradevole, grazie alla fuoriuscita dei denti dalle gengive naturali (e non la presenza della doppia gengiva).

Anche l’igiene orale migliora notevolmente, in quanto sarà per te come avere una dentatura naturale. Per tale motivo sarà anche più semplice lavarti i denti dopo i pasti.

Fasi intervento ‘all on four’

Innanzitutto bisogna fare un consulto da uno specialista, in quanto non tutti purtroppo sono idonei a questo tipo di applicazione. Infatti bisogna valutare lo stato della tua bocca e la condizione delle ossa e delle gengive.

Talvolta possono essere necessari ulteriori esami radiologici, per avere un miglior quadro della situazione dentale, e per valutare se vi è abbastanza disponibilità d’osso per l’applicazione.

Dopodiché, se non vi è necessità di innesti, si procederà con l’estrazione dei restanti denti, con l’applicazione di una soluzione momentanea.

A questo punto si applicano quattro impianti in un’unica applicazione, facendoli circondare da tessuto osseo in maniera molto semplice. Infatti, dopo aver tagliato le gengive, si potrà perforare l’osso mascellare, in modo tale da generare il foro in cui applicare i quattro impianti.

Dopodiché sarà il turno delle viti, che verranno applicate e poi suturate adeguatamente. Quindi vengono applicati dei monconi, dove verranno inseriti i denti artificiali, in modo da non permettere alcun movimento durante la masticazione.

I mesi seguenti saranno di ‘controllo’, per valutare l’andamento della guarigione gengivale.

Se non vi sono problematiche (ad esempio riguardanti il rigetto, che potrebbe anche capitare), e se l’impianto si calcifica adeguatamente, si potrà prendere, in seguito, un’ulteriore impronta, in modo tale da creare l’impianto dentale finale.

Questo è importante, in quanto servirà a valutare le corrette misure e tutte le necessità per l’applicazione della protesi finale fatta di ceramica.

Conclusioni Attraverso la tecnica innovativa dell’ ‘all on four’ senza necessità di gengiva finta, si potrà ricreare un sorriso smagliante direttamente sulla tua gengiva.

Il procedimento richiede un intervento specialistico, ma i risultati, più rapidi e meno dolorosi, porteranno ad una migliore qualità, sia dal punto di vista estetico, sia dal punto di vista quotidiano, grazie alle minori problematiche seguenti, legate ad esempio alla masticazione e alla pulizia.

Non ti resta che valutare la soluzione migliore per te, e in caso, andare a fare un consulto!

Impianti All on four a Bellinzago Novarese e Cameri

Odontobi è un centro dentistico specializzato in implantologia all on four, a pochi chilometri da Bellinzago Novarese e Cameri. Contattaci per saperne di più o per un consulto.