Che cosa evitare dopo lo sbiancamento dei denti

Lo sbiancamento dentale è una tecnica ormai molto diffusa. Il desiderio di avere una dentatura perfetta e brillante è irrinunciabile per tantissimi pazienti, così come la volontà di far durare più possibile gli effetti del trattamento.

In questo articolo, vedremo insieme cosa fare e cosa non fare, per mantenere a lungo i denti bianchi e lucenti.

Tecniche e sostanze utilizzate per lo sbiancamento dentale

Per capire meglio le dinamiche di mantenimento dello smalto bianco è bene essere consapevoli delle tecniche e delle sostanze che vengono utilizzate durante il trattamento e che sono in grado di renderli più sensibili per qualche giorno.

In particolare, vi sono due metodi ampiamente utilizzati, il primo è lo sbiancamento meccanico, il quale agisce per sfregamento, il secondo è lo sbiancamento chimico, a base di sostanza adatte ad eliminare le macchie formatesi sui denti nel tempo.

In questo ultimo caso, la sostanza principale utilizzata dai professionisti è l’acqua ossigenata, che viene applicata direttamente sui denti e lasciata agire qualche minuto. Questa procedura deve essere ripetuta più volte per ottenere un risultato ottimale.

Il recente inserimento nella procedura del moderno trattamento con luce led consente di ottenere risultati ancora più performanti.

Solitamente, gran parte dei pazienti che si sottopongono a questo tipo di pratica dentale, risultano immediatamente più sensibili agli stimoli termici e dichiarano un lieve fastidio, che usualmente scompare gradualmente, con il trascorrere di pochi giorni.

Sbiancamento ideale: le buone pratiche per il mantenimento

Per mantenere più a lungo possibile la dentatura bianca e lucente, innanzitutto, è buona norma fare molta attenzione a come ci sia alimenta, ovvero a cosa si mangia e a quali bevande si attinge nelle ore immediatamente successive al trattamento. In questo periodo, infatti, i denti sono molto più sensibili e hanno un grado di assorbimento elevato dei pigmenti appartenenti ad alimenti e liquidi ingeriti.
In sostanza, per semplificare, la prima regola è non assumere nulla che possa agire da colorante.

Per conservare un sorriso smagliante, dunque, si sconsiglia di assumere caffè, tè, vino e altre bevande pigmentate che potrebbero rovinare il lavoro svolto dal professionista al quale ti sei rivolto.
È inoltre importante evitare cibi colorati come barbabietole, more, lamponi, pomodori e ciliegie. Anche la liquirizia e il cioccolato sono da evitare nei primi giorni, accanto a cibi acidi come il limone, inadatto nel periodo di maggiore sensibilità della superficie dentale.

Quindi, ti starai chiedendo, quali sono i cibi e le bevande più sicure a tutela dello sbiancamento?

Per non sbagliare è bene mangiare cibi bianchi o poco colorati, come le patate, le mele, il riso o il latte, per esempio. Se proprio desideri una bibita, bere con la cannuccia ti aiuterà a non correre rischi, in quanto basterà per limitare il contatto tra i liquidi e la superficie dei denti appena sbiancati.

Al di là di curare l’assunzione di cibi e bevande, occorre occuparsi correttamente della propria igiene orale. Questo è infatti un aspetto essenziale dopo un trattamento sbiancante.

Il nostro consiglio è di privilegiare dentifrici a base di micro granuli, adatti a denti sensibili, per una pulizia meccanica ancora più profonda al fine di mantenere il bianco dentale.
Vi sono inoltre colluttori capaci di incentivare lo sbiancamento grazie a particolari molecole presenti nella loro formulazione.

Presso la grande distribuzione sono disponibili anche trattamenti fai-da-te, ci sentiamo di sconsigliarli o comunque di raccomandare una certa cautela nel loro utilizzo, per evitare di incorrere in una prolungata ed eccessiva sensibilità dello smalto dentale.

Infine, un’ultima pratica da evitare almeno entro 24 ore dal trattamento è il fumo.

È bene sapere che, con una cura adeguata e il rispetto di queste semplici regole, lo sbiancamento dentale può durare fino ad un anno.

Cosa fare se capisci di aver mangiato un alimento colorante dopo il trattamento? Niente panico, l’importante è essersene accorti e lavare immediatamente i denti per rimuovere tutti i pigmenti.

Curare i propri denti, soprattutto nelle prime 24 ore dallo sbiancamento, evitando il ricorso ad alcuni cibi e bevande, aiuterà a mantenere la ritrovata brillantezza e il bianco per più tempo. Infondo non è così difficile, soprattutto perché ne vale davvero la pena!

Sbiancamento dentale a Cerano

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Bambini: a che età effettuare la prima visita dal dentista?

Indipendentemente dal fatto che il proprio figlio presenti o meno delle problematiche del cavo orale, la gran parte dei genitori si pone la fatidica domanda: quando è bene fare la prima visita dentistica per un bambino?

L’argomento è infatti poco trattato nella primissima infanzia, durante la quale – al contrario – sono ben scandite le visite pediatriche di routine.

In questo articolo, daremo finalmente una risposta completa ed esaustiva a questa domanda.

A che età portare il bambino alla prima visita dal dentista

Iniziamo con il dire che è tutt’altro che indispensabile attendere di riscontrare qualche problema a livello delle arcate dentali, per decidere di fissare il primo appuntamento dal dentista pediatrico.
Al contrario, prevedere il primo incontro di controllo senza che si siano verificate particolari esigenze, permette al bambino di approcciare allo studio dentistico e al professionista con maggiore serenità, senza dover subire in concomitanza trattamenti particolari e, ancor di più, senza aver sperimentato ancora fastidi o, peggio, il mal di denti.

Riguardo all’età più consigliata, l’ideale è fissare la prima visita dentistica tra i 3 e i 4 anni, a meno che – naturalmente – non sia il pediatra, durante un controllo periodico, a raccomandare un controllo più precoce. Alcune problematiche sono infatti riscontrabili già a partire dai 2 anni.

Chi sono i dentisti pediatrici?

I dentisti specializzati nella cura dei piccoli pazienti, più correttamente chiamati pedodontisti o odontoiatri pediatrici, sono professionisti preparati ad accogliere i bambini con un’attenzione speciale alla loro emotività. Gli studi nei quali operano sono sempre dotati di uno spazio dedicato, con libri, piccoli giochi e colori: tutto ciò che serve a mettere a proprio agio i piccoli pazienti e a comunicare loro una sensazione di sicurezza e tranquillità.

Se il bambino viene rassicurato, infatti, si creerà un clima di fiducia che consentirà lo svolgimento di una visita spensierata, durante la quale il pedodontista potrà porsi in maniera educativo-ludica, proponendo al piccolo di conoscere l’anatomia delle proprie arcate dentali attraverso uno specchietto, per esempio. Questo spingerà il piccolo paziente a prendere consapevolezza dell’importanza di un’igiene corretta e costante.

Nel prossimo paragrafo vedremo insieme come “preparare” il bambino alla prima visita dentistica.

Consigli per la prima visita dentistica dei bambini

Nelle prossime righe, troverai tutti i consigli da seguire per assicurare al tuo bambino una prima esperienza piacevole dal dentista.

Innanzitutto, è bene prenotare l’appuntamento in giorni tranquilli per il piccolo, possibilmente lontano da altre visite mediche, e fornire una connotazione positiva all’evento, per esempio, facendo scegliere al bambino i propri vestiti preferiti o dandogli la possibilità di portare il proprio gioco del cuore.

Un altro consiglio molto importante è quello di fare in modo che ad accompagnare il paziente sia un solo genitore, la presenza di entrambi potrebbe allarmarlo e fargli pensare che la situazione è molto delicata se richiede la contemporanea presenza di mamma e papà (a meno che questa situazione non sia consolidata e abituale).

È importante presentare al piccolo paziente il professionista come una figura amica, rimanendo presenti unicamente durante la prima visita e affidandolo allo staff dello studio già dal secondo appuntamento, in modo che il bambino riesca ad instaurare un rapporto personale di fiducia.

Un altro consiglio essenziale è quello di evitare di suggerire al bimbo il comportamento da tenere durante la visita dentistica: questo susciterebbe unicamente apprensione e comunicherebbe, in maniera molto chiara, al piccolo che si tratta di una situazione delicata.
Allo stesso modo, è importante non citare parole che possano allarmarlo come “paura” o “dolore”: sarà cura del dentista spiegare nel linguaggio più adatto all’età del paziente il proprio lavoro, soprattutto in vista di controlli futuri o veri e propri interventi curativi.

Se, come capita a gran parte degli adulti, sei intimamente intimorito dal dentista è bene, in sostanza, cercare di non trasmettere questa sensazione di inquietudine al tuo bambino: devi infatti tenere conto che – con grande probabilità – lui non necessiterà delle cure alle quali si sottopone di solito un adulto e molto probabilmente potrà avere un approccio diverso.

Il ruolo fondamentale del dentista pediatrico

In questo articolo, hai scoperto i tempi e le modalità migliori per offrire al tuo piccolo l’esperienza più positiva di una prima visita dentistica. È doveroso a questo punto approfondire il ruolo essenziale di questo professionista per la salute dei bambini. È importante, infatti, che il dentista pediatrico segua la crescita dei piccoli pazienti per assicurare loro uno sviluppo corretto dei denti ed essere pronto ad intervenire, già in età infantile, in caso di carie o altri disturbi frequenti, come disallineamenti o malocclusioni. Inoltre, grazie alla sua esperienza, l’odontoiatra pediatrico potrà – in collaborazione con i genitori – trasmettere ai piccoli pazienti l’importanza di attuare sane abitudini alimentari e una corretta pulizia quotidiana.

In conclusione, è bene prevedere una prima visita dentistica intorno ai quattro anni e ripeterla ogni 6 o 12 mesi, così da tenere monitorata l’igiene orale e lo sviluppo delle due arcate dentali.

La preparazione emotiva alla prima visita sarà la base per l’instaurazione di un rapporto di completa fiducia e faciliterà eventuali cure, permettendo un percorso collaborativo e sereno da parte del bambino.

Dentista per bambini a Galliate e Romentino

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Alitosi: cause e soluzioni

L’alitosi (o alito cattivo) è un disturbo molto frequente e imbarazzante che nasce, in buona parte dei casi, all’interno della bocca. Curare l’alitosi non è impossibile, ma devi rivolgerti al tuo odontoiatra di fiducia quanto prima al fine di identificare la causa del malessere e impostare il trattamento più giusto per te. 

Questa semplice guida vuole condurti alla scoperta dell’alitosi soffermandosi in modo particolare su definizione del disturbo, principali cause e iter diagnostico; nella seconda parte trattiamo, invece, la cura e la prevenzione di questa sgradevole condizione.


Che cos’è l’alitosi?

L’alitosi è un disturbo molto più frequente di quanto tu possa immaginare che si contraddistingue per l’emanazione di cattivi odori da parte del fiato. Le sue origini possono essere molteplici, ma nella maggior parte dei casi tutto sembra essere riconducibile alla bocca stessa; detto ciò non si possono, comunque, escludere a priori cause diverse quali affezioni respiratorie, malattie sistemiche, neoplasie ed effetti indesiderati correlati a terapie farmacologiche.


Alitosi: le principali cause

L’alitosi può essere la mera conseguenza di:

• consumo di particolari alimenti come aglio e cipolle;

• assunzione di bevande alcoliche;

tabagismo;

• scarsa e non corretta igiene orale;

• disturbi gengivali;

diabete mellito;

malattie gastrointestinali;

• infezioni a carico di diversi distretti anatomici.


Diagnosi dell’alitosi

L’iter diagnostico di una probabile alitosi non è semplice perché il disturbo può avere origini diverse. Per prima cosa rivolgiti, quindi, al tuo odontoiatra di fiducia che, dopo averti sottoposto a una visita dentistica approfondita, potrà indirizzarti, se lo ritiene necessario, a specialisti o al tuo medico di base.


Come curare l’alitosi

L’alito cattivo si può prevenire con alcuni semplici accorgimenti che puoi iniziare a seguire in piena autonomia fin da subito. Esegui, dunque, una corretta igiene orale fondata sull’uso quotidiano (almeno due volte al giorno) di spazzolino, dentifricio e filo interdentale. Tutto ciò ti consente di eliminare eventuali residui di cibo e placca da denti, ponti e impianti; spazzola, infine, la lingua per eliminare i batteri che vi si depositano. 
Chiedi consiglio al tuo dentista perché in commercio vi sono diversi prodotti dedicati per chi soffre di alitosi quali dentifricio antibatterico, collutorio antisettico e spazzolini per la lingua. L’alitosi può essere curata a partire da una corretta igiene orale; lavati, quindi, i denti due volte al giorno e ricordati di usare sempre il filo interdentale. Pulisci regolarmente la lingua e sottoponiti a controlli periodici presso il tuo odontoiatra di fiducia.


Le patologie correlate all’alitosi

L’alito cattivo non è, in buona parte dei casi, un grave disturbo, ma è bene effettuare accertamenti in caso di mancata guarigione a fronte di una corretta igiene orale. L’alitosi può, difatti, essere correlata ad altre affezioni (anche gravi):

infezioni (i batteri responsabili di disturbi parondontali possono spostarsi dal cavo orale al sistema circolatorio raggiungendo così altre aree del corpo);

secchezza delle fauci (condizione riconducibile a terapie farmacologiche, trattamenti oncologici e disturbi di secrezione salivare);

tonsille;

malattie sistemiche (diabete, ictus, malattie respiratorie).


Conclusioni

L’alitosi, o più comunemente alito cattivo, è un disturbo molto frequente che può colpire persone di ogni sesso ed età. Tale condizione può essere la mera conseguenza di cause di natura diversa, ma nella maggior parte dei casi tutto sembra essere riconducibile a problematiche presenti all’interno della bocca. 

Se soffri di alitosi, rivolgiti al tuo odontoiatra di fiducia per una visita di controllo e segui attentamente i consigli (attenta igiene orale domestica, uso di dentifricio dedicato, filo interdentale e collutorio). Se tutto ciò non fosse sufficiente, contatta il tuo medico di base per valutare l’opportunità di sottoporti ad alcune visite specialistiche perché l’alitosi non nasce sempre in bocca.

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Che cos’è il fluoro e come devi usarlo

Il fluoro è un minerale naturalmente presente in tutte le fonti d’acqua presenti sul pianeta. La sua assunzione, come provano diversi studi condotti in materia, aiuta a prevenire e combattere le carie in adulti e bambini. Il fluoro, come ribadiscono numerosi odontoiatri, entra in contatto con i denti, viene assorbito dallo smalto e ne favorisce la riparazione mediante il rifornimento di calcio e fosforo (processo di rimineralizzazione). Questa breve guida vuole, dunque, condurti alla scoperta del fluoro aiutandoti a capire qual è il suo meccanismo d’azione e come lo devi usare per trarne i maggiori benefici possibili. 


1. Che cos’è il fluoro?

Il fluoro è un minerale naturale presente sulla crosta terrestre e ampiamente diffuso in natura; si trova in diversi alimenti ed è un importante elemento per alcune reti idriche. Viene, inoltre, spesso addizionato all’acqua potabile perché, come confermano autorevoli studi in materia, riduce l’incidenza delle carie. Quest’osservazione trova il consenso di American Dental Association, Organizzazione Mondiale della Sanità e American Medical Association che, unitamente ad altre associazioni del comparto medico, promuovono l’aggiunta di fluoro nelle riserve idriche al fine di preservare la salute orale e contrastare lo sviluppo di carie dentali.


2. Modalità d’azione del fluoruro

Il fluoruro riduce il rischio di sviluppare carie e agisce seguendo due strade diverse.

• Sostiene le ossa e i denti dei bambini durante la crescita rafforzando lo smalto dei denti da latte; aiuta inoltre lo smalto dei denti permanenti ancora prima della loro comparsa.

• Agisce in modo del tutto analogo nelle persone adulte perché rafforza lo smalto dei denti permanenti.


Il fluoruro prende, infine, parte ai processi di demineralizzazione e rimineralizzazione che si tengono all’interno della tua bocca.

• Al termine di un pasto, si liberano acidi in grado di stimolare la demineralizzazione (scioglimento di calcio e fosforo al di sotto della superficie dentale).

• Accade, invece, esattamente l’opposto quando la saliva è meno acida; in questi casi si registra, difatti, un innalzamento dei livelli di calcio e fosforo e il conseguente rafforzamento dei denti (rimineralizzazione). I minerali depositati risultano, infine, ancora più duri in presenza di fluoruro e questo garantisce un maggiore rafforzamento dei singoli elementi unitamente a una minore dissoluzione in fase di demineralizzazione. 


3. Qual è il corretto apporto di fluoruro? 

Secondo le linee guida emanate dal Ministero della Salute, si suggerisce quanto segue.

• Adozione di una fluoroprofilassi per tutti i soggetti di età compresa tra 6 mesi e 3 anni che vivono in aree dove si registra una concentrazione di fluoro nelle acque inferiore a 0,6 ppm.

• Assunzione di fluoro per via topica mediante uso di paste dentifricie a basso contenuto del suddetto minerale (500 ppm) due volte al giorno in soggetti di età compresa tra 3 e 6 anni.

• La somministrazione topica di fluoro in persone di età superiore a 6 anni è, invece, fondamentale per prevenire l’insorgenza di carie e si consiglia, dunque, di usare paste dentifricie contenenti almeno 1000 ppm di fluoro due volte al giorno.


Conclusioni

Il fluoro (forma attiva fluoruro) è presente nel suolo, nelle acque, nelle piante e, in piccole quantità, nei tessuti umani. La più alta concentrazione del minerale si rileva, in modo particolare, in scheletro e denti e la sua assunzione è, dunque, fondamentale per prevenire l’insorgenza di carie.

Tale asserzione trova conferma nei risultati di diversi studi dedicati: nei soggetti che consumano acqua arricchita di fluoro si registra, difatti, una minore incidenza di carie dentali. Alla luce di quanto detto, ti consigliamo di prenderti cura della salute della tua bocca a partire dalla più tenera età. 

Fluoroprofilassi e somministrazione di fluoro mediante paste dentifricie addizionate del predetto minerale sono fondamentali per ridurre il rischio di insorgenza delle carie e modularne in processo di formazione. In ultima analisi, utilizza un dentifricio con fluoro almeno due volte al giorno (spazzolamento della durata di 2 minuti) dopo colazione e prima di andare a dormire.

Fumo e salute orale

Il fumo di sigaretta arreca gravi danni alla tua salute e mette in pericolo tutti coloro che ti circondano (fumo passivo). Affezioni respiratorie, disturbi cardiovascolari e neoplasie sono solo alcune delle problematiche associate al tabagismo; molte persone si dimenticano, difatti, delle conseguenze a carico di denti e bocca. Facciamo un po’ di chiarezza.

1. Neoplasie del cavo orale

Il cancro orale è una delle neoplasie a più alta incidenza tra i fumatori; otto pazienti oncologici su dieci sono abituali consumatori di sigarette, sigari e tabacco. Questi prodotti contengono difatti, indipendentemente dalle modalità di inalazione, sostanze chimiche nocive che attraversano la bocca e la gola prima di raggiungere i polmoni. Tutto ciò, nel tempo, può dunque provocare alterazioni a carico dell’apparato orale (le cellule sane sono soggette a mutazioni) aumentando così il rischio di sviluppare neoplasie. 

Prevenire un cancro orale non è impossibile, ma devi seguire attentamente i seguenti accorgimenti.

• Abolizione immediata e definitiva del fumo in tutte le sue declinazioni.

• Programmazione di controlli periodici presso il tuo odontoiatra di fiducia.


2. Malattie parodontali

La malattia parodontale è, in poche e semplici parole, un’infezione a carico delle gengive e dei tessuti ossei che circondano le stesse. Il suo sviluppo è strettamente correlato all’accumulo di batteri nocivi all’interno della bocca con possibile e successiva perdita di alcuni elementi dentali. Questo genere di disordine può essere, però, anche la mera conseguenza di un massivo consumo di tabacco; il fumo rallenta, difatti, le normali attività del sistema immunitario ostacolandone la lotta ad affezioni varie e disturbi gengivali.

Esistono divesi trattamenti per le malattie parodontali, ma il loro esito non è sempre completamente soddisfacente perché il fumo non favorisce la guarigione delle gengive.


3. Alitosi e macchie dentali

L’Associazione Dentistica Americana lancia un grido d’allarme: il consumo di tabacco (in tutte le sue declinazioni) può alterare gusto e olfatto e dilatare i tempi di guarigione correlati a interventi a carico dell’apparato orale, ma i possibili danni non sono finiti. Si registrano, difatti, casi di alitosi, sviluppo di macchie sulla superficie dentale e fenomeni di decolorazione della lingua; tali condizioni sono riconducibili al catrame contenuto nelle sigarette. 
Se fumi e noti macchie sui denti, contatta quanto prima il tuo odontoiatra di fiducia per prenotare una seduta di igiene dentale professionale.

4. Fumo e danni a carico dell’apparato orale: quali precauzioni prendere

Il fumo, come precedentemente accennato e ormai risaputo, causa gravi danni alla salute e l’ideale è, dunque, smettere di fumare quanto prima. Dire addio a questa cattiva e insalubre abitudine non è, però, molto semplice perché la nicotina crea una forte dipendenza. Cerca, sempre e comunque, di prenderti cura della tua bocca nel migliore dei modi con una minuziosa igiene orale quotidiana (spazzolamento denti con dentifricio dopo i pasti e uso di filo interdentale e scovolino) e sedute periodiche di pulizia professionale accompagnate da relativi controlli.
Se farai tutto ciò in modo accorto, hai buone probabilità di evitare sviluppo di carie e malattie parodontali.

Conclusioni

Il fumo di sigaretta e il consumo di tabacco sono tra i maggiori responsabili di problemi respiratori, affezioni cardiovascolari e disturbi a carico dell’apparato orale. Se sei un fumatore, corri il rischio di sviluppare neoplasie orali, malattie parodontali, alitosi, antiestetiche macchie sulla superficie dei denti e alterazioni di olfatto e gusto. 

L’ideale è, dunque, smettere di fumare quanto prima, ma questo non è sempre facile perché la nicotina causa una forte dipendenza.

Chiedi consiglio al tuo odontoiatra di fiducia che saprà certamente consigliarti nel migliore dei modi, ma nel frattempo continua a prenderti cura della tua bocca; igiene domestica (usa un dentifricio, filo interdentale e scovolino) accurata, sedute di pulizia professionale e controlli periodici sono, difatti, l’arma migliorare per scongiurare carie, ingiallimento dei denti e disturbi a carico delle gengive.

Consigli per l’igiene orale dei bambini e di tutta la famiglia

Come effettuare una corretta pulizia quotidiana con spazzolino e dentifricio, quando utilizzare il filo interdentale e altri consigli.

Il sorriso è un vero e proprio biglietto da visita ed è nostro preciso dovere prenderci cura della bocca fin dalla più tenera età al fine di scongiurare la formazione di carie e il futuro sviluppo di patologie ben più serie. 
Questa guida vuole aiutarti a capire, passo dopo passo, cosa fare in famiglia per preservare la salute dei denti.

Per gli adulti è più facile, mentre per i bambini è fondamentale fare molta attenzione, con frequenti visite periodiche dal dentista pediatrico.


Consigli per la salute dei denti

Mostrare un sorriso splendente non è impossibile come molti credono, ma è indispensabile seguire attentamente questi pochi e semplici accorgimenti.

  • Esegui una corretta igiene orale almeno due volte al giorno (meglio ancora al termine di ogni pasto) usando spazzolino, dentifricio e filo interdentale.
  • Evita gli spuntini mattutini e pomeridiani.
  • Sottoponiti a regolari controlli odontoiatrici presso il tuo dentista di fiducia.

Analizziamo ora, punto per punto, quanto appena detto.


Come lavare correttamente i denti

Vediamo nel dettaglio come spazzolare i denti nel modo più corretto.

  • Posiziona lo spazzolino lungo la gengiva esterna e muovi lo stesso (con delicatezza) avanti e indietro; ripeti l’operazione per tutti i denti.
  • Usa questa tecnica anche per lo spazzolamento della superficie interna di ogni dente.
  • Spazzola la cosiddetta superficie masticatoria dei denti.
  • Igienizza la superficie frontale dei singoli elementi aiutandoti con la punta dello spazzolino.
  • Spazzola delicatamente la lingua.

Al termine dello spazzolamento, non ti dimenticare di passare il filo interdentale intorno a ogni dente. Il filo interdentale è consigliato usarlo una volta al giorno, la sera.


Quale dentifricio usare?

Per trarre i maggiori benefici dallo spazzolamento dei denti, è consigliabile un dentifricio al fluoro. Questo minerale è, difatti, il nemico numero uno delle carie in adulti e bambini; il fluoro entra in contatto con i denti e viene assorbito dallo smalto prevenendo carie e interrompendo il processo di formazione delle stesse. Per tutti questi motivi, ti suggeriamo di usare un dentifrico al fluoro almeno due volte al giorno (dopo colazione e prima di andare a dormire).


Mangiare fuoripasto e igiene dei denti: qualche consiglio

La bocca è popolata dalla placca batterica che, entrando in contatto con lo zucchero e l’amido contenuti negli snack, produce acidi in grado di dare origine a un cosiddetto attacco di placca. Questo fenomeno, che dura una ventina di minuti, causa un progressivo indebolimento dello smalto dentale perché lo stesso viene attaccato da sostanze acide favorendo così l’insorgenza di carie.

Cerca di fare attenzione, se hai bambini piccoli, a un eccessivo consumo di caramelle perché queste possono accelerare il processo di formazione di carie e le stesse possono essere molto serie nei più piccoli.


Le visite periodiche dal dentista

Tutto quanto appena detto è fondamentale per prendersi cura della bocca, ma ciò non ti esime dal sottoporti a periodici controlli presso il tuo odontoiatra di fiducia. Se hai bambini, prenota loro una prima visita intorno al compimento del terzo anno di età in modo tale da curare i denti fin da subito. Questo primo incontro conoscitivo è, inoltre, molto importante perché il dentista incute spesso molto timore ed è bene evitare un radicamento della paura.
Lo specialista, nel corso del controllo, può suggerirti quanto segue.

  • Somministrazione extra di fluoro sotto forma di gel al fine di rafforzare i denti. Il prodotto viene applicato sulla superficie interna di una mascherina che deve essere indossata dal piccolo per il tempo strettamente necessario all’assorbimento del gel (generalmente sono sufficienti pochi minuti e il prodotto ha un gusto molto gradevole).
  • Utilizzo di sigillanti dentali in plastica da applicare sui denti posteriori permanenti (molari). Questi dispositivi colmano eventuali solchi presenti sulla superficie masticatoria dei denti riducendo il rischio di insorgenza di carie.
  • Esecuzione di raggi X per capire che cosa accade dentro i singoli elementi dentali e al di sotto del margine gengivale. 


Attenzione, infine, alle cosiddette carie da biberon perché sono un disturbo molto frequente che si può tranquillamente prevenire con i seguenti accorgimenti.

  • Non mettere il bambino a letto con un biberon di latte e succhi perché entrambi aumentano il rischio di carie. Usa, quindi, semplice acqua.
  • Sottrarre il biberon dalle manine di tuo figlio per evitare che si trasformi in una sorta di ciuccio.

Dentista per bambini a Cerano

Igiene orale corretta e frequenti visite dal dentista sono fondamentali per la salute dei denti, soprattutto per i più piccoli.
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Alimentazione e salute orale: i cibi amici dei denti

Seguire una dieta sana ed equilibrata è indispensabile per mantenersi in forma e prendersi cura del proprio corpo, bocca inclusa; mangiare bene è, dunque, fondamentale per preservare la salute di denti e gengive.
Questa breve guida vuole aiutarti a capire che cosa mettere nel carrello della spesa e cosa, invece, lasciare sugli scaffali. 


1. Che cosa significa mangiare bene?

Mangiare bene significa semplicemente fornire all’organismo tutte le sostanze nutritive di cui necessita per il corretto svolgimento delle consuete attività fisiologiche. Laddove si verifichino delle carenze, possono invece insorgere disturbi di entità diversa e gli stessi possono coinvolgere il cavo orale. Via libera, dunque, a carboidrati, proteine, grassi, fibre, sali minerali, vitamine e acqua, ma prestando sempre molta attenzione a che cosa mangi.


2. Quali sono le conseguenze di un’alimentazione errata?

Una dieta poco sana e non equilibrata può favorire l’insorgenza di affezioni a carico di denti e gengive. Alimenti ad alto tenore di zuccheri e amido stimolano, per esempio, la produzione di acidi della placca con conseguente danno a carico dello smalto dentale; seguono demineralizzazione dello stesso e possibile sviluppo di carie. 

Se proprio non puoi rinunciare a qualcosa di dolce, cerca almeno di consumarlo nel corso del pasto e non come spuntino (in quest’ultimo caso si verifica, difatti, un maggiore accumulo di placca). Evita, inoltre, prodotti zuccherati che rimangono per molto tempo in bocca come caramelle e gomme da masticare.

Limita, ove possibile, il consumo di bevande gassate perché questi prodotti prettamente acidi possono danneggiare lo smalto; riduci, inoltre, il numero di alcolici perché inibiscono la salivazione che ti aiuta a mantenere i denti più puliti. Attenzione, infine, a caffè e tè che provocano macchie antiestetiche sulla superficie dentale.

3. I cibi amici dei denti

Ci sono innumerevoli alimenti che possono aiutarti ad avere denti forti e sani; vediamo in breve quali sono e che funzioni ricoprono.

• Agrumi e kiwi: si tratta di frutti ad alto tenore di vitamina C in grado di prevenire infiammazioni a carico delle gengive.

• Salmone e altri prodotti ittici: alimenti ricchi di vitamina D in grado di stimolare l’assorbimento di calcio e fosforo.

• Sedano, carote, finocchi e mele: alimenti croccanti da consumare per pulire i denti e rinfrescare l’alito.

• Noci, mandorle e nocciole: fonte preziosa di calcio.

• Frutti di bosco: prodotti dalla marcata azione antibatterica.

• Radice di liquirizia al naturale: snack perfetto per prevenire l’insorgenza delle carie.

• Legumi: alimenti ad alto tenore di ferro e magnesio, elementi fondamentali per preservare la salute delle gengive.

• Tè verde: bevanda ricca di polifenoli in grado di allontanare il rischio di sviluppare carie e affezioni gengivali. Dopo averlo consumato, si consiglia di provvedere a un’accurata e completa igiene orale al fine di evitare l’insorgenza di antiestetiche macchie sulla superficie dentale.

Alla luce di quanto sopra detto, segui una dieta il più possibile sana e variegata perché denti e gengive necessitano di tutti i nutrienti possibili.

• Calcio: elemento base di denti e ossa.

• Fluoro: elemento indispensabile per la mineralizzazione dello smalto dentale.

• Fosforo: elemento essenziale per il benessere di bocca e denti.

• Magnesio: elemento fondamentale per prevenire la sensibilità dentale.

• Zinco: elemento dalle marcate proprietà antibatteriche e deodoranti.

Non possono, infine, mancare all’appello le vitamine che mantengono le gengive in salute (vitamina A e C) e favoriscono l’assorbimento di calcio (vitamina D).


Conclusioni

La salute di denti e gengive passa, senza alcuna ombra di dubbio, da tavola. Cerca, dunque, di seguire una dieta sana, equilibrata e variegata in modo tale da fornire all’apparato orale tutti i nutrienti di cui necessita per rimanere in salute. 

Ricordati, infine, di curare quotidianamente la tua bocca: lava i denti al termine di ogni pasto (un’accurata igiene orale prevede l’uso di spazzolino da denti con dentifricio, filo interdentale e, se necessario, scovolino), riduci le porzioni di alimenti ad alto tenore di zucchero e sottoponiti a regolari sedute di controllo e di igiene orale professionale.

Fistole in bocca: come trattarle

La fistola gengivale consiste in una lesione circoscritta che può provocare fastidi e dolori e che, se non adeguatamente trattata, può dar luogo ad una serie di complicazioni ben più gravi. Consultare il proprio dentista di fiducia è fondamentale in questi casi.
In questo articolo ti illustreremo come riconoscerla in tempo e come intervenire per curarla.

Come si presenta una fistola gengivale

La prima cosa che bisogna sapere è che la fistola non è di per sé una patologia, bensì rappresenta un segnale di un’infiammazione in corso che può derivare dalla presenza di carie, ascessi o di attacchi di batteri nocivi che possono penetrare nella polpa dentale.

La lesione, almeno inizialmente, è di dimensioni limitate e in certi casi può anche essere asintomatica. Presta attenzione, quindi, ai minimi segnali che il tuo corpo ti fornisce: sono indicazioni utili nel caso di esordio di una patologia. Se ti accorgi di avere una fistola, non sottovalutarla e rivolgiti subito al tuo dentista per avere una diagnosi certa e per decidere come trattarla.

La fistola si presenta come un’apertura nel tessuto gengivale o dentale, accompagnata da un evidente stato infiammatorio dell’area circostante, che risulta arrossata, e dalla presenza di un liquido purulento (pus) di colore giallognolo. Nella maggior parte dei casi si parla di una fistola gengivale, sebbene possa manifestarsi anche sulla parete di un dente.

Sintomi della fistola gengivale

Il sintomo più frequente della presenza di una fistola, gengivale o dentale che sia, è senza dubbio il dolore che pervade la zona infiammata e i denti interessati.

Non si tratta però di un sintomo tempestivo, infatti a volte il dolore può sopraggiungere dopo un po’, quando la fistola è già formata. Per questa ragione spesso non viene riconosciuta in tempo o minimizzata, ma con l’aggravamento dell’infezione il buco della fistola diventa più grande, l’arrossamento più deciso e la sensazione di bruciore diviene via via più importante. A questo punto l’infezione è già in corso e bisogna porvi rimedio prima possibile.

Altri sintomi significativi sono la perdita di sangue, gengive gonfie e il fatto di sentire in bocca un cattivo sapore. Se, poi, alla minima pressione percepisci un dolore acuto o, peggio, noti una fuoriuscita di liquido, allora faresti bene a rivolgerti al tuo dentista di fiducia.

Possibili cause della fistola gengivale

Le principali cause di una fistola gengivale possono essere la scarsa o scorretta pulizia del cavo orale, precedenti interventi odontoiatrici mal riusciti, un cattivo stile di vita con abuso di fumo e alcol o un forte indebolimento del sistema immunitario.

Per quanto riguarda l’igiene orale bisogna sempre tenere presente che sulle gengive e tra i denti si accumulano moltissimi residui di cibo, sporco e placca, che favoriscono la proliferazione di colonie di batteri che in certi casi possono penetrare all’interno dei tessuti e irritarli.

Nei casi più eclatanti queste infiammazioni si possono trasformare in carie, in necrosi, in ascessi gengivali, in gengivite o parodontite: tutte conseguenze di una mancata o scorretta pulizia. Per questo motivo è bene tenere i denti sempre ben spazzolati, usare quotidianamente il filo interdentale ed eseguire ogni tanto dei risciacqui con un collutorio specifico.

È proprio il nostro stile di vita e le cattive abitudini che il più delle volte ci possono prendere in contropiede! Per cui bisogna partire proprio da lì per non incappare in questo tipo di patologie.

C’è da dire che esistono però anche dei fattori aggravanti, che possono aumentare il rischio di fistole orali e sono ad esempio il fumo, l’abuso di alcol e una dieta eccessivamente ricca di zuccheri.

Come trattare una fistola gengivale

Nel caso in cui tu abbia il sospetto di avere una fistola in bocca dovrai, per prima cosa, recarti dal tuo dentista che con una semplice visita saprà valutare lo stato della gengiva e consigliarti come procedere per risolvere la lesione nel migliore dei modi.

Ad ogni caso può corrispondere una diversa modalità di intervento, che varia a seconda della gravità della fistola. La prima cosa da fare comunque è rimuovere il liquido contenuto nella fistola e procedere con una pulizia accurata di tutta l’area. Il drenaggio del liquido è necessario per sanificare i tessuti e avviarli verso la guarigione. Per casi non gravi di infiammazioni circoscritte, questo primo step potrebbe essere sufficiente, ma in presenza di una fistola più importante il dentista potrebbe consigliare una terapia antibiotica, al fine di non rischiare un’eventuale ricaduta.

Inoltre, farmaci analgesici e antinfiammatori possono aiutare in una guarigione più rapida, almeno nei primi giorni, anche se non è escluso che qualcuno possa curarsi semplicemente con rimedi naturali come gli impacchi.

Nei casi più gravi, che includono il coinvolgimento del dente nell’infiammazione, allora il dentista dovrà procedere con una devitalizzazione per cercare di arginare i danni prima che la parte infetta possa intaccare altri tessuti sani.

Ricorda, infine, che la via della prevenzione è sempre un’arma validissima contro questo tipo di patologie e che buone pratiche di igiene dentale quotidiana possono limitare l’insorgenza di queste problematiche.

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Edentulia: cause e risoluzione con le protesi dentali

Con il termine edentulia (o edentulismo) ci si riferisce all’assenza, parziale o totale, dei denti. Come è facile intuire, si tratta di una condizione che si viene a creare in età avanzata, sebbene si possa verificare anche in soggetti giovani.

Esistono dei metodi come le protesi dentali che permettono di ovviare al problema fornendo una soluzione sia dal punto di vista pratico che estetico. In questo articolo scopriremo quali sono le cause dell’edentulia e le soluzioni che possono essere proposte a chi ne soffre.

Principali cause dell’edentulia

Partiamo innanzitutto dai motivi e dalle cattive abitudini che possono dar luogo a questa patologia.

Tra le cause più frequenti vi è sicuramente una scarsa igiene orale. Infatti, la mancanza di una pulizia regolare, specialmente quando si verifica per un lungo arco di tempo e si protrae per anni, può far insorgere numerose problematiche che compromettono la salute della bocca.

In casi di mancanza pressoché totale di igiene sin da bambini, l’edentulia può presentarsi ben prima della terza età, interessando anche soggetti più giovani, persino adolescenti e ragazzi, nel caso di carie trascurate che arrivano a causare la caduta del dente malato.

In ogni caso, la principale causa è da imputare alle varie malattie infettive che possono colpire i denti, come parodontiti o gengiviti, che si verificano in condizioni di accumulo di sporco, residui di cibo e indurimento della placca. Fattori aggravanti sono poi il fumo, il diabete mellito, l’artrite reumatoide e l’ipertensione, che possono andare a sfavorire situazioni già problematiche.

L’edetulia si divide in totale o parziale, a seconda che a mancare siano tutti i denti o solo parte di essi, nell’arcata superiore o inferiore. Vediamo i due casi nel dettaglio.

Edentulia totale

Nel caso dell’edentulia totale siamo di fronte a uno stato avanzato di deterioramento progressivo della dentatura che ha portato, con il passare degli anni, alla perdita graduale di tutti i denti.

Le conseguenze dell’edentulia totale non sono circoscritte alla difficoltà di masticazione, ma coinvolgono anche alterazioni dell’assetto facciale: mancando nelle guance e sulle labbra il sostegno interno che dovrebbe essere fornito dai denti, la pelle risulta più afflosciata e si modifica il precedente equilibrio tra collo, mandibola e testa.

Purtroppo le ripercussioni dell’edentulia totale non finiscono qui, perché può andare a influenzare molte altre sfere del benessere dell’individuo, dal punto di vista psicologico e sociale. La mancanza dei denti non è infatti ben vista nella nostra società e questo può andare a minare la propria autostima, l’immagine di sé e creare un notevole disagio in varie occasioni di vita sociale.

Al giorno d’oggi si può cercare di correggere questa condizione attraverso protesi e impianti dentali, sia fissi che mobili, che in pratica costituiscono l’unica via per tornare a masticare in maniera funzionale e per vivere una vita socialmente attiva senza vergogne nè disagi.

Edentulia parziale

Nel caso in cui l’edentulia interessassi solo parte dell’arco dentale e non la totalità dei denti, si parla allora di edentulia parziale.

Si tratta comunque di uno stato già molto compromesso che può con il tempo portare all’edentulia totale.

L’edentulia parziale si distingue in due ulteriori classificazioni: edentulia distale e intercalata.
Il primo caso, quello distale, è meno grave sia dal punto di vista della funzionalità che da quello estetico, e si verifica quando manca l’ultimo dente molare che si trova in fondo all’arco dentale, per cui in un punto poco visibile.
Nell’edentulia intercalata, invece, si può notare un buco tra due denti. I soggetti affetti da edentulia parziale possono migliorare il decorso del decadimento dentale impegnandosi nell’adozione di nuove abitudini di igiene, smettendo di fumare, limitando l’apporto di zuccheri nella dieta e facendo regolari controlli dal dentista.

L’importanza della cura e dell’igiene dentale

Si dice che la prevenzione sia sempre la prima via di cura di una malattia e, anche in questo caso, l’adozione di buoni comportamenti di pulizia e l’instaurarsi di un’abitudine quotidiana all’igiene orale può fare da ago della bilancia tra la salute e la malattia. Quindi, ecco qui una breve lista di ottimi consigli da seguire per prevenire eventuali patologie dentali, o comunque per migliorare situazioni delicate:

  • Spazzolare i denti almeno 2 volte al giorno
  • Usare il filo interdentale
  • Eseguire dei risciacqui con un collutorio specifico
  • Limitare l’assunzione di zuccheri
  • Prenotare visite regolari dal dentista
  • Sottoporsi alla pulizia dentale professionale 2 volte all’anno

Per finire, è fondamentale trasmettere l’insegnamento di queste buone pratiche di igiene ai bambini sin dalla più tenera età, affinché imparino che la salute, non solo dentale ma di tutto l’organismo, passa attraverso la cura di sé e attraverso la prevenzione costante e duratura nel tempo.

Protesi dentali come rimedio all’edentulia

Una delle soluzioni più utilizzate per risolvere il problema dell’edentulia, sia parziale che totale, sono le protesi dentali. Le protesi utilizzate modernamente possono essere mobili o fisse (applicate tramite impianto). Sono realizzate con materiali come zirconia, ceramica e composito, resistenti e che danno una sensazione naturale al paziente. In questo modo grazie alle protesi dentarie sarà possibile risolvere il problema di edentulia con una soluzione stabile e duratura.

Protesi dentali a Besnate e Sumirago

Per risolvere il problema dell’edentulia rivolgiti a un centro odontoiatrico esperto. Odontobi, a pochi chilometri da Besnate e Sumirago, è specializzato nella realizzazione e installazione di protesi dentali di ultima generazione.

Cosa fare dopo l’impianto? Consigli e norme igieniche

Ti sei sottoposto da poco ad un intervento di implantologia dentale e ora sei alle prese con il tipico decorso post operatorio.

Devi sapere che questo genere di interventi, nonostante il progresso tecnico e scientifico, possono destare ancora qualche piccola preoccupazione. Ecco perché è necessario seguire alcune regole durante il periodo successivo all’intervento per poterne determinare la buona riuscita.

In questo articolo andremo a spiegare quali sono le pratiche da seguire dopo un intervento di implantologia. Si tratta di consigli che possono aiutare a superare al meglio il decorso post operatorio e i tipici dolori che colpiscono la zona trattata.

Quali sono i farmaci da utilizzare

L’impianto dentale, come abbiamo già anticipato, rientra tra gli interventi di chirurgia a tutti gli effetti. Si tratta di una procedura molto meno invasiva rispetto al passato ma, ovviamente, ha bisogno del supporto del paziente che deve sapersi ben comportare.

I farmaci, nel periodo successivo all’operazione, diventano necessari solo se vi è un dolore insostenibile e temporaneamente invalidante. Sarà il medico a prescrivere ogni rimedio farmacologico adatto ad alleviare il dolore. A tutto ciò, però, vanno aggiunte anche delle buone pratiche. Infatti sono proprio queste a svolgere la maggior parte del lavoro.

Un esempio? Prova a mettere una borsa di ghiaccio sulla guancia, cioè, in direzione della zona dolorante. Effettuando questa operazione ad intermittenza, cioè, quindici minuti si e altri quindici no, durante le prime ore dopo l’intervento potrai ridurre il gonfiore tipico. Si consiglia sempre di non esagerare nella pressione del ghiaccio contro la guancia poiché è possibile incorrere in effetti dannosi.

Attenzione all’alimentazione

Uno degli aspetti più importanti è cosa mangiare dopo l’installazione di un impianto dentale.

Durante il decorso post operatorio, nello specifico, durante le prime 24 ore dall’intervento dovrai concederti una dieta fredda e liquida. Il gelato, ad esempio, è un alimento perfetto per combattere i dolori e anestetizzare la ferita in poco tempo.

I giorni successivi, invece, dovrai riabituarti a mangiare qualcosa di solido ma attenzione, la dieta deve essere sempre tiepida e morbida. Non puoi mangiare chips o croste di pizza: questi cibi infatti possono creare problemi alle gengive e alcune briciole potrebbero anche insinuarsi tra gli spazi liberi nell’impianto.

Infine va assolutamente evitato cibo caldo e bollente. Infatti tali pietanze possono facilitare il sanguinamento dovuto alla dilatazione dei vasi sanguigni.

L’importanza dell’igiene orale

Cosa succede quando ci si sottopone ad un intervento di impianto dentale? Sicuramente i denti cambiano materiale, diventando di porcellana o zirconio, e saranno ancorati alla bocca da viti. Se pensi che l’igiene debba essere più “leggera” ti sbagli di grosso.

È stato dimostrato da diversi studi che un impianto per essere duraturo nel tempo, necessita di una buona igiene orale. Un aspetto importante è quello relativo alle viti. Anche se i batteri non possono aggredire le parti in superficie, possono, invece, aggredire l’osso che sorregge viti e impianti, quindi, diminuirne la stabilità. Cosa bisogna fare?

È necessario, dopo ogni pasto principale, spazzolare i denti naturali e non, con un dentifricio possibilmente con funzione antibatterica. Va seguito un movimento ben preciso, partendo dalle gengive e andando verso i denti. Questa pratica deve essere ripetuta per almeno un paio di minuti sia dall’esterno che dall’interno.

Attenzione anche agli spazi tra i denti e tra la protesi e le gengive. Proprio in questi piccoli pertugi si creano accumuli di batteri nocivi. Se con lo spazzolino non si riesce a pulire a dovere la zona, allora, è bene affidarsi a scovolini, oppure, al filo interdentale.

Un altro spazzolino adatto per favorire la pulizia è quello sulculare. Si tratta di uno strumento morbido in grado di tenere il solco gengivale libero da residui di cibo e accumuli di batteri.

Infine puoi optare per l’irrigatore o l’idropulsore. Si tratta di strumenti elettrici in grado di spruzzare una certa quantità d’acqua sulla superficie dentale, gengivale e tra tutti gli spazi presenti nell’impianto.

Ogni manovra di pulizia eseguita necessita, alla fine, sempre di uno sciacquo con un buon colluttorio. Questo è in grado di ridurre la placca batterica e in più può favorire una sensazione di freschezza prolungata in bocca.

Come puoi vedere l’impianto dentale non è difficile da preservare. È importante, però, acquisire sempre maggiore pratica nelle operazioni di manutenzione. Solo così potrà durare negli anni senza alcun problema.