Impianti dentali con innesto osseo: quando sono necessari?

Quando si parla di implantologia dentale lo stato di salute e la qualità dell’osso sono determinanti per una buona riuscita dell’intervento.
Spesso perché non si ha un tessuto osseo in buona salute si ricorre ad impiantare un innesto osseo dentale. É una tecnica particolare che richiede l’aumento dell’osseo attraverso un’operazione di trapianto osseo e viene utilizzato naturalmente un osso esterno biocompatibile. 

Ne esistono in campo medico due tipologie di innesto osso dentale. Autologo; dove l’osso viene prelevato dal paziente stesso, direttamente dalla mandibola ma anche dalla mascella del paziente, ma può essere prelevato in qualsiasi parte del corpo come per esempio anche il bacino. Eterologo: l’osso viene prelevato da un’animale come per esempio l’osso di un bovino e in questo caso, il paziente non subirà un altro intervento.

Le varie tipologie di impianti

Gli impianti corti sono una tipologia di impianti che richiedono una grandezza minima ed è una tecnica che viene utilizzata prevalentemente per la mancanza di tessuto osseo nelle arcate inferiori. Grazie alle sue piccole dimensioni i danni sono ridotti perché non si rischia di toccare i nervi del paziente. Questa tecnica impedisce di dover adoperare tecniche meno invasive e si adopera con una tecnica semplice ed allo stesso tempo efficace per migliorare il sorriso. Gli impianti inclinati vengono in genere utilizzati sia per l’arcata superiore che inferiore dei denti ed è una tecnica è sicura ed evita i rischi di lesioni e paralisi al paziente. L’impianto zigomatico, già da come si deduce dal nome viene impiantato nella zona zigomatica ed è un impianto lungo che va dai 30 ai 50 mm.

Come si effettua l’innesto dentale?

Esistono differenti tecniche per poter inserire l’innesto dentale ma una delle tecniche più diffuse è quella di inserire una membrana dove al di sotto verrà inserita del materiale che andrà a formare il tessuto osseo. L’innesto osso dentale, invece è un’operazione complessa ed in genere vengono effettuati due interventi chirurgici separati, mentre quello meno complicato è quello che prevede l’inserimento dell’osso bovino, che una volta irrorato nel sangue del paziente, l’osso si formerà in maniera naturale.

Costi

Di certo non è facile stabilire una stima sul costo di un impianto dentale. Ogni dentista offre al paziente un listino prezzi con tutti i costi delle operazioni. Si consiglia di recarsi da un medico specializzato nel settore e che operi in maniera adeguata con uno team specializzato in quanto si tratta di una tipologia di operazione che comporta anche dei danni alla salute. Sapere il costo di un impianto dentale è importante ma non è l’unico parametro da dover prendere in considerazione. Se vedrete dei costi bassi, non lasciatevi ingannare perché dovrà essere sempre un professionista del settore in grado di offrire delle maggiori sicurezze durante tutta l’operazione. Se pensi di avere de danni al tessuto osseo o vuoi semplicemente controllare il tuo stato di salute dentale, affidati ad un ottimo medico della tua città e non essere superficiale nella scelta.

Implantologia dentale a Borgomanero e Sesto Calende

Odontobi, a pochi chilometri da Borgomanero e Sesto Calende, è un centro specializzato in implantologia dentale, con staff esperto e tecniche di ultima generazione. Rivolgiti a noi per un consulto.

Come prendersi cura dei denti ogni giorno quando si è lontani da casa e dagli strumenti più adatti ad una corretta igiene orale

Per avere denti sani l’igiene orale è tutto, ma cosa fare se ci si trova fuori casa e non si ha lo spazzolino da denti? Ecco qualche pratico consiglio.

Perché è importante pulire i denti dopo ogni pasto

Quando mangiamo normalmente restano dei residui sui denti e tra i denti. Questi, a contatto con il ph acido della saliva, creano problemi ai denti, in particolare favoriscono la formazione di placca e tartaro e la formazione di carie che se non correttamente trattate possono portare alla perdita del dente.

Proprio per questo i dentisti raccomandano di lavare i denti dopo ogni pasto principale. Non solo, anche dopo gli spuntini si dovrebbero osservare regole di buona igiene dentale, anzi forse è proprio in tale occasione che si dovrebbe stare più attenti perché gli snack sono ricchi di zuccheri.

Può però capitare di essere fuori casa e non avere con sé lo spazzolino da denti e il dentifricio e allora in questi casi cosa si fa? Puoi semplicemente utilizzare dei metodi alternativi per una corretta igiene orale.

Garze sterili per lavare i denti

La prima soluzione sono le garze sterili, d’altronde anche con i più piccoli il pediatra consiglia di pulire le gengive proprio per questo pratico accessorio che tutti abbiamo in casa.

La garza sterile deve essere effettivamente tale, quindi deve essere in confezioni monouso, aperta, utilizzata e poi buttata per evitare la proliferazione batterica che creerebbe ulteriori danni.

Devi passarla sui denti con un massaggio dall’alto verso il basso e viceversa e in orizzontale sull’arcata dentale. Ovviamente il consiglio è di fare tale operazione sia sulla parte visibile dei denti, sia all’interno. Il suggerimento è di avere sempre qualche garza sterile non cassetto dell’ufficio, in borsa o in auto. In questo modo anche se si mangia al ristorante è possibile curare la propria igiene dentale.

Il metodo dei nonni: la salvia

Un’altra possibile soluzione è la salvia, cioè la nota pianta aromatica solitamente coltivata in balcone e con la quale si insaporiscono carni e non solo.

In realtà già i nostri nonni, soprattutto se dediti a lavori in campagna o alla pastorizia, utilizzavano questo metodo perché consentiva di avere una bocca piacevolmente fresca a lungo.

Le foglie della salvia se passate sui denti con la loro rugosità e particolare morbidezza riescono a portare via i residui di cibo. Inoltre lasciano l’alito piacevolmente profumato e sbiancano i denti, proprio per questo la salvia è contenuta anche in molti dentifrici.

Per pulire i denti con la salvia basta prendere una foglia e strofinarla sui denti, proprio come se si stesse utilizzando uno spazzolino da denti.

Il bastoncino Siwak

La terza soluzione è sicuramente molto particolare e non facile da mettere in atto in un contesto urbano. Si tratta del Siwāk: un ramoscello di Salvadora Persica molto utilizzato in Medio Oriente.

Questo viene utilizzato come fosse uno stuzzicadenti e consente di pulire i denti. Contiene silicio, zolfo, fluoro, bicarbonato, potassio e vitamina C, proprio per questo contribuisce a rendere i denti forti e sani. Resta da dire che non è facile da trovare in città, molto più facile forse avere in borsa uno spazzolino da denti e un dentifricio.

La frutta: ecco come usarla per pulire i denti

Anche se non si direbbe, anche la frutta può aiutare a pulire i denti. Meglio chiarire fin subito: molte varietà di frutta hanno un contenuto zuccherino piuttosto alto e quindi sembra ovvio che non possa essere considerata un modo alternativo per pulire i denti. ù

I consigli che qui potrai leggere però vanno oltre il mangiare la frutta. Infatti per pulire i denti è possibile utilizzare la parte interna della buccia della banana, questa deve essere strofinata sui denti e porta via i residui di cibo.

L’effetto sbiancante è assicurato anche passando sui denti la parte bianca della buccia di limone o di arancia. In questo caso oltre a togliere lo sporco dai denti, potrai anche avere l’eliminazione delle macchie gialle.

La buccia delle mele invece contiene acido malico che ha un effetto schiarente. Infine, come dimenticare la verdura? In questo caso ad assicurare la pulizia è la masticazione, devono però essere scelte verdure croccanti come il gambo del sedano, lattuga, carote, cetriolo, naturalmente devono essere masticati a fine pasto.

Clinica Odontoiatrica situata tra Novara e Varese | Dentista per bambini

Il ruolo del pedodontista e dell’ortodontista per il piccolo paziente.

Spesso, si pensa erroneamente che il dentista e la salute orale siano discorsi da affrontare unicamente in età adulta, al limite durante l’adolescenza, invece non c’è nulla di più sbagliato perché la prevenzione in età precoce, relativamente a patologie tipiche infantili, pone le basi per un futuro più sereno dal punto di vista dentistico.

Per la diagnosi e la cura dirette ai piccoli pazienti, esistono professionalità dedicate, che hanno compiuto non solo accurati studi medici in ambito dentistico ma hanno anche approfondito il complesso aspetto psicologico del periodo infantile, così da riuscire ad entrare in empatia con i bambini in cura ed instaurare un rapporto di fiducia, utile per costruire un percorso medicale positivo e proficuo. Studi di psicologia, attenzione particolare al linguaggio del corpo e al tono di voce, valutazione della corretta postura nel dialogo con i piccoli pazienti, sono solo alcuni degli elementi imprescindibili del background che le professionalità che stiamo per andare ad analizzare devono possedere.

  • SALUTE ORALE: IL RUOLO DEL PEDODONTISTA PER I BAMBINI

Il pedodontista è in sostanza il dentista pediatrico, specializzato in materia e, come abbiamo visto, preparato ad instaurare una relazione di positiva fiducia con i suoi piccoli pazienti.

Il pedodontista focalizza il suo lavoro proprio sulla prevenzione, la diagnosi e l’intervento per la correzione di patologie orali sono già efficacemente valutabili in pazienti giovanissimi, a partire dagli zero anni fino ai quattrodici. Le problematiche più ricorrenti e rilevabili in età infantile riguardano, infatti, prevalentemente il non corretto allineamento dei denti e spesso una chiusura sbagliata dell’arcata dentale. È necessario dunque inserire al più presto questo specialista nella routine dei controlli dei più piccoli cosi da intercettare ed agire precocemente su problemi alla loro origine.

  • IL RUOLO DELL’ORTODONTISTA PER LA SALUTE ORALE DEI BAMBINI

Il secondo professionista imprescindibile per la prevenzione di problematiche dentali nei più piccoli è l’ortodontista pediatrico, colui che – semplificando – entra in gioco quando vi è la necessità di utilizzare apparecchi specifici per la correzione di svariate complessità dell’arcata. Durante una visita di controllo, questo specialista è in grado di osservare in profondità lo stato del viso, della sua muscolatura e delle articolazioni mandibolari, al fine di diagnosticare problematiche e valutare eventuali interventi necessari per avviare ed assicurare uno sviluppo armonico della bocca del piccolo paziente.

Anche l’ortodontista possiede ampia preparazione in materia di psicologia infantile, come abbiamo detto infatti è bene che i piccoli pazienti abbiano piacere a rapportarsi con il proprio medico curante, specialmente in vista di cure continuative.

La prima visita ortodontica è consigliata tra i 3 e i 6 anni, anche se il paziente ha ancora unicamente i denti decidui. A questa età è possibile intercettare anche l’eventualità di una crescita ossea troppo lenta o irregolare. Un intervento precoce, tra i 5 e gli 8 anni di età, consente di intervenire in maniera ottimale, correggendo la situazione e favorendo una corretta eruzione dei denti definitivi.

Durante la preadolescenza, tra i 9 e i 13 anni, può essere rilevato uno sviluppo rallentato della mascella o della mandola o ancora più frequentemente una direzione non corretta delle stesse, in questo caso è bene fare valutazioni attente per intervenire eventualmente con i classici apparecchi mobili o fissi, a seconda della situazione, che consentiranno uno sviluppo più armonico dell’arcata dentale negli anni successivi e per tutta l’adolescenza.

  • PEDODONTISTA E ORTODONTISTA: DUE FIGURE COMPLEMENTARI

Le figure che abbiamo appena analizzato non hanno ruoli alternativi, bensì la loro collaborazione sinergica offre la possibilità di avere una visione completa della salute orale dei piccoli pazienti. Il pedodontista infatti può diagnosticare precocemente la necessità di interventi di ortodonzia intercettiva, quando il paziente ha ancora una dentizione decidua o mista e individuare con l’ortodontista il percorso migliore per porre rimedio alla situazione. Con le loro competenze possono individuare anomalie date delle cattive abitudini del bambino, la più frequente è la suzione del pollice in età avanzata o il prolungato utilizzo del ciuccio. Come abbiamo detto, intervenendo precocemente, è possibile evitare problematiche maggiori e definitive e, soprattutto, preventive la malocclusione dentale attraverso l’uso di apparecchiature apposite.

Clinica Odontoiatrica situata tra Novara e Varese | Ortodonzia Invisibile

Ortodonzia trasparente: vantaggi e svantaggi

Molto diffuso tra i giovanissimi ma spesso utilizzato per evidenti necessità anche dagli adulti, l’ortodonzia classica ha sempre generato qualche resistenza relativa al suo aspetto estetico invasivo. Negli anni si è lavorato su questo aspetto, parallelamente all’affinamento delle funzionalità di questi apparecchi per la correzione della dentatura e si è arrivati a delle soluzioni decisamente allettanti. L’ortodonzia invisibile è uno di questi e si va ad aggiungere all’utilizzo di apparecchi mobili, utili per le occlusioni in età primaria ma anche adulta e apparecchi fissi, ad attacchi metallici, per problematiche più invasive.

  • ORTODONZIA INVISIBILE: IN COSA CONSISTE

 Lo dice la parola stessa ma questa soluzione merita sicuramente una spiegazione specifica. È un apparecchio a tutti gli effetti trasparente che, come i modelli più tradizionali, si occupa di correggere le anomalie nell’allineamento corretto dei denti. I casi più frequenti del suo utilizzo sono la presenza di spazi eccessivi tra un dente e l’altro o semplici disallineamenti. L’ortodonzia invisibile è nata negli Stati Uniti pochi anni fa, ottenendo immediatamente un grande successo per il suo impatto minimo sull’estetica complessiva del viso.

Tecnicamente l’ortodonzia trasparente consiste in mascherine semi trasparenti flessibili, create attraverso una particolare tipologia di resina sulla base delle impronte delle arcate dentali e le radiografie fatte al paziente. La realizzazione sfrutta la tecnologia 3D, grazie alla quale è possibile simulare i progressi graduali che i denti compiranno fino a raggiungere il risultato desiderato.

La resina delle mascherine è quasi completamente trasparente, abbastanza da risultare invisibili ad una distanza ritenuta socialmente sufficiente. Sarà visibile solo da molto vicino.

  • ORTODONZIA TRASPARENTE: VANTAGGI

Veniamo ora alla analisi dei pro e dei contro relativi all’utilizzo dell’ortodonzia invisibile, partendo dai vantaggi:

– ESTETICA. L’utilizzo di questo tipo di apparecchio ha un primo vantaggio enorme, non intacca l’aspetto visivo del viso e del sorriso. Questo rende più semplice per il paziente accettarne l’utilizzo e non incide sulla fiducia personale generando imbarazzo sociale.

– CONFORT. È decisamente più comodo degli altri apparecchi. In particolare, l’apparecchio fisso metallico è famoso per creare irritazioni e graffi sui lati interni di bocca e lingua.

– PULIZIA. Non si tratta di un apparecchio fisso quindi prima di ogni pasto può essere tolto e prima di essere indossato nuovamente consente una igiene orale completa.

– VELOCITA’. L’Ortodonzia agisce sull’allineamento dei denti velocemente in quanto riesce ad agire su più denti contemporaneamente.

  • ORTODONZIA TRASPARENTE: SVANTAGGI

Dopo aver visto i numerosi vantaggi legati all’utilizzo dell’apparecchio invisibile, analizziamo ora i contro:

– REGOLE. Ci sono indicazioni tassative da seguire attentamente per garantire la buona riuscita del trattamento. L’ortodonzia trasparente va indossata almeno 22 ore al giorno. Quindi il tempo per toglierlo è davvero limitato ai pasti e poco altro. Lo svantaggio di questo apparecchio è che, essendo rimovibile, spesso i pazienti dimenticano di rimetterlo, andando a compromettere sul lungo periodo la sua efficacia.

– FASTIDIO. All’inizio del trattamento, così come accade con l’ortodonzia tradizionale, si potrebbero avvertire dolori e pressione, così come ogni volta in cui bisognerà cambiare mascherina per progredire con l’allineamento. È tuttavia possibile ricorrere ad antidolorifici per risolvere il problema.

– BLESITA’. Soprattutto nei primi giorni di utilizzo è possibile riscontrare dei piccoli difetti di pronuncia, si tratta di un problema temporaneo

– RITENZIONE. Per poter utilizzare l’apparecchio trasparente e consolidare il nuovo allineamento dei denti è necessario fissare una ritenzione che in certi casi deve rimanere permanente, in altri potrà essere rimossa.

È bene specificare che l’ortodonzia invisibile non può essere utilizzata in tutti i casi. E’ ideale per situazioni di disallineamento semplice, per esempio, ma presenta dei limiti per problematiche maggiori, che richiedono una pressione più incisiva sull’arcata dentale, come nel caso di intrusioni o estrusioni di denti. Solo un dentista professionista, a fronte di accurate visite ed analisi, saprà indicare la possibilità o meno di ricorrere a questa moderna tecnica ortodontica.

In conclusione, l’ortodonzia invisibile è la soluzione ideale per correggere i problemi di allineamento dei denti in maniera discreta e relativamente veloce. Sempre più adulti si trovano infatti a dover ricorrere ad interventi ortodontici e questa modalità innovativa si sposa perfettamente con le loro esigenze di ricevere un trattamento efficace, che non intervenga troppo prepotentemente sul loro aspetto estetico. Spesso per motivi di lavoro e ancor di più per non intaccare la propria sicurezza sociale, l’ortodonzia invisibile rappresenta una soluzione davvero concreta e funzionale.

  • ORTODONZIA TRASPARENTE: TEMPI E COSTI

La durata del trattamento e di conseguenza i costi da sostenere, sono completamente connessi alla gravità del disallineamento dentale e delle complicanze connesse a casi particolari, pertanto solo una visita preliminare accurata, da parte di un professionista preparato su questa nuova modalità di cura, potrà definire da un lato la possibilità di utilizzare l’innovativa ortodonzia invisibile e dall’altro le modalità e i tempi strettamente necessari per raggiungere il risultato desiderato.

Malocclusione e asimmetria del viso, c’è una correlazione?

I denti sono una parte corpo che influenzano sia l’estetica del volto che il benessere dell’organismo, dato che proprio attraverso la bocca si ingerisce il cibo e inizia la digestione.

Inoltre il sorriso permette di esprimere le emozioni. Non basta avere una dentatura perfetta ma è importante che la meccanica del viso sia in equilibrio.

La bocca di un essere umano è formata da una serie di elementi che combinati insieme permettono di effettuare le operazioni quotidiane, dal parlare al mangiare. Eventuali cambiamenti dovuti alla malocclusione dentale possono essere causa di problematiche che condizionano il benessere.

Di seguito andremo a considerare quali sono questi effetti e come possono influenzare il viso.

La meccanica della bocca: alcune considerazioni

Comprendere come funziona la bocca può essere importante al fine di evidenziare qualunque forma di difficoltà nella masticazione.

La bocca è composta di denti, suddivisi in due arcate, quella superiore e inferiore. Le parti ossee su cui sono poggiate si chiamano rispettivamente mascella, per l’arcata superiore e mandibola per quella inferiore.

Il movimento avviene attraverso un’articolazione che permette quindi di effettuare il movimento di apertura, chiusura e il morso.

Quando le arcate dentali si chiudono i denti si uniscono, allineandosi e permettendo di svolgere la loro funzione. In caso in cui però vi sia una malocclusione, la simmetria tra le due parti si viene a limitare e si potrà avere una serie di difficoltà.

La malocclusione dentale: cos’è e quali sono le cause

Ma che cos’è la malocclusione? Con tale termine si identifica un’alterazione del sistema di chiusura delle arcate dentali che determina quindi una simmetria non corretta dei denti, con un allineamento che può essere definito anomalo tra la parte superiore e quella inferiore.

In base al tipo di malocclusione, si potrà avere per esempio l’arcata inferiore è più avanti della superiore, oppure la situazione inversa, in cui tutti i denti superiori sovrastano quelli inferiori.

Le cause che possono portare a soffrire di una malocclusione sono diverse. In alcuni casi a influenzare una crescita non simmetrica può esserci la genetica, altre volte invece la presenza di particolari patologie come artriti oppure gravi malattie del cavo orale.

Inoltre si è riscontrata la possibilità di forme di malocclusione anche come conseguenza di interventi chirurgici e applicazioni di apparecchi non effettuate in modo adeguato. Infine a contribuire a tale difetto vi sono atteggiamenti scorretti in fase di crescita.

Come rivelare una malocclusione dentale: i sintomi e la visita specialistica

Riscontare eventuali situazioni anomale della chiusura della bocca è molto importante sia per un bambino che per un adulto. Per questo è sempre consigliabile effettuare visite periodiche da un odontoiatra.

Molti adulti soffrono di forme lievi o gravi di malocclusione dentale. Ma quali sono i sintomi che possono rivelare la presenza di un’asimmetria nella bocca? Premettiamo che quelli indicati sono le conseguenze principali, ma per avere una diagnosi precisa, sarà sempre necessario un controllo da parte del dentista:

  • aumento delle patologie odontoiatriche: la malocclusione porta a un utilizzo dei denti in maniera non regolare con il verificarsi di una serie di patologie in maniera più grave, come la formazione di tartaro, la presenza di carie, oppure eventuale gengiviti e parodontiti;
  • disturbi di masticazione: altra sintomatologia riguarda l’atto stesso della masticazione;
  • disturbi della respirazione: la malocclusione porta in alcuni casi anche delle modificazione nell’ambito fonetico e anche respiratorio, soprattutto di notte;
  • variazione dell’estetica: infine si possono rilevare anche dei difetti di postura che si ripercuotono su tutto il corpo, oltre che a dei cambiamenti estetici sul viso.

L’asimmetria del viso: gli effetti sulla tua espressione

Quando si parla di asimmetria si identifica una irregolarità che si viene a determinare tra le varie parti del viso.

È importante considerare che esiste un’asimmetria del volto che viene definita fisiologica, ovvero una differenza tra le due metà del viso, destra e sinistra naturale. Infatti l’occhio umano non riesce a percepire nessuna forma di diversità se questa è compresa tra i 3 e i 4 millimetri.

Nel caso invece di una percentuale più alta, allora si potrà iniziare a notare una conformazione del volto non regolare. Le asimmetrie sono di diverso genere: fronto-orbitaria, orbito-zigomatica, maxillo-mandibolare e infine nasale.

Malocclusione e asimmetria del viso: può esserci una correlazione?

Le asimmetrie non sono solo un problema estetico, che rendono il viso diverso e non in equilibrio tra i due emisferi, ma è dimostrato che vi è una correlazione con la malocclusione dentale.

La mancata chiusura corretta della arcate dentarie, porta a uno sviluppo irregolare dei tessuti molli e quindi anche delle muscolature facciali che sono alla base dell’espressione del viso. Infatti la malocclusione può portare per esempio a un’ipertrofia mandibolare che è causa di un’asimmetria del viso dal punto di vista verticale, o anche a un allungamento in maniera non simmetrica della mandibola o della mascella che determina quindi una forma di asimmetria trasversale.

Rendere l’espressione di nuovo perfetta è possibile grazie a una visita odontoiatrica e a interventi specifici al fine di risolvere la problematica riguardante la malocclusione.

Implantologia: cosa deve sapere un paziente prima di sottoporsi a un intervento di implantologia.

Sono sempre di più coloro che decidono di sottoporsi ad interventi di implantologia dentale: ecco perciò alcune informazioni da tenere in considerazione.

Fumo ed implantologia I fumatori sono tantissimi. E ovviamente non mancano di certo coloro che hanno questo vizio e che nel contempo devono far fronte con la presenza di un impianto. La più grande attenzione va posta alla nicotina che è presente nelle sigarette: essa complica molto il lavoro del dentista in quanto agisce sull’irrorazione dei vasi. Ecco perché la durata dell’impianto applicato potrebbe essere molto inferiore.

Come fare con ossa orali sottili? Indubbiamente va considerato che le ossa del viso devono avere una certa dimensione così da far aderire alla perfezione l’impianto. Partendo da quelle mandibolari, ovvero dell’arcata inferiore: se non è abbastanza grande è meglio evitare di sottoporsi ad un intervento così delicato. Soprattutto perché non ci sono ancora tecniche con innesti per aumentarne la superficie disponibile.

A quali malattie fare attenzione In generale, si può dire che non ci sono particolari controindicazioni per quanto concerne l’implantologia dentale. La cosa migliore è sempre quella di avvertire il proprio dentista di eventuali patologie, soprattutto cardiache o ad esempio il diabete. Questo perché potrebbero esserci problemi di infiammazioni frequenti e più complesse da rimarginare. La cosa più importante che bisogna evidenziare è che è sempre bene mantenere un’ottima igiene orale così da evitare infezioni o patogeni.

L’implantologia causa dolore? Uno dei falsi miti legati all’implantologia è quello che vede questa tecnica dentale come particolarmente dolorosa. Infatti bisogna partire dal presupposto che pur trattandosi di uno stress importante per le ossa e le mucose orali, esso non causa particolari dolori. L’operazione si può paragonare a quella di otturazione e viene fatta in anestesia locale. Anche dopo l’intervento non si avvertono dolori forti, nel caso basta utilizzare qualche antinfiammatorio così da avere dei buoni risultati immediatamente.

Quanto tempo ci vuole per avere l’impianto Non si corre alcun pericolo di doverti far vedere senza denti. Molti desistono dal sottoporsi a questo intervento in quanto hanno paura ed imbarazzo a mostrarsi senza denti. Ciò non accade mai in quanto ti verrà subito applicata una protesi provvisoria che dopo un periodo medio di tre mesi viene sostituita da quella definitiva.

Materiali di ultima generazione per gli impianti Altro elemento molto importante quando si parla di implantologia dentale è che si usano materiali idonei e di ultima generazione. Il che vuol dire che non dovrai certo far fronte con allergie o anche con rigetto di alcun tipo. Il titanio, uno dei più usati, è anallergico e soprattutto sicuro. In questo modo potrai avere la certezza di tornare ad avere una dentatura funzionale senza alcun tipo di alterazione.

Rischi infezioni: la verità Se ti affidi a personale esperto e con le dovute competenze non correrai alcun rischio di infezione batterica. La manutenzione e l’igiene totale sono gli aspetti basilari per fare in modo che l’intervento venga ben tollerato. Le infezioni batteriche possono presentarsi solamente nel caso di condizioni operatorie non totalmente sterili o dal mancato rispetto delle regole di igiene del paziente. Ecco perché vanno sempre ben seguite le indicazioni date dal dentista prima dell’intervento.

Quanto può durare un impianto dentale? Prima di sottoporti ad un intervento di implantologia dentale faresti bene a considerare che la durata è un vantaggio importante. Infatti la durata media sembra essere 10 anni circa, anche se sono molti i casi di persone che sono arrivate addirittura a 20 anni. L’importante è che il paziente provveda in maniera idonea alla rimozione della placca così da evitare che essi si contamini e soprattutto possa rovinarsi in qualche modo.

Controlli e denti nuovi Dopo un mese dall’intervento dovrai sottoporti al primo controllo presso il dentista che ti ha applicato l’impianto. Poi si passa a ogni 3 mesi, fino ad arrivare a 6 mesi. Tenendo comunque presente che i tuoi denti nuovi saranno una gioia autentica. Questo per via della ceramica che costituisce i denti nuovi. Senza dimenticare che anche cromaticamente si può avere una somiglianza importante.

L’implantologia è molto costosa? Una delle prime cose che ti interesserà sapere in merito all’implantologia è che si tratta di una tecnica molto vantaggiosa per te così da tornare ad avere denti funzionanti. Ma è bene sottolineare che si tratta di un intervento alquanto costoso e che difficilmente ti costerà meno di 1300 euro. Ci sono diversi parametri che devi valutare presso lo studio a cui ti rivolgi: dalle componenti usate fino ad arrivare a sala operatoria o anche presenza di eventuali assistenti del dentista. Va comunque precisato che la cosa più importante è che tu ti affidi a persone esperte e che abbiano le giuste competenze per operare. Solo così avrai la certezza di avere un grande risultato.

Gerardo, 70 anni, mai avuto problemi, ma all’improvviso una gengivite acuta, poi la piorrea. Un caso ben risolto.

Un sorriso in salute anche in terza etàGrazie alla cura continua dell’igiene orale, a un corredo genetico favorevole e a frequenti sedute di controllo dal proprio odontoiatra di fiducia, è possibile mantenere il proprio sorriso intatto, anche a 70 anni. Questo è il caso di Gerardo, il quale ha potuto contare su un sorriso impeccabile anche in tarda età. 

Tuttavia, nonostante le continue cure e l’igiene orale quotidiana, è bene prestare la massima attenzione ad alcune condizioni che possono rappresentare campanelli d’allarme importanti.

La gengivite: una condizione da non sottovalutare I problemi riguardanti il cavo orale di Gerardo sono iniziati con una comune gengivite, la quale si è manifestata in forma acuta. La gengivite è una condizione che può interessare tutti i pazienti, a qualunque età. Si manifesta con un gonfiore eccessivo della gengiva, talvolta accompagnato da sanguinamenti, ulcere e alito molto maleodorante. La gengivite, anche nella sua fase acuta (durante la quale può provocare anche dolore) è perfettamente reversibile, ma se non adeguatamente curata può evolvere in altre condizioni, tra cui la piorrea. L’agente eziologico che causa la gengivite è di natura batterica: in questo caso, infatti, i microrganismi possono proliferare ed esplicare un’attività proteolitica a livello delle gengive (il che causa l’alito cattivo), nonché penetrare più a fondo e attaccare l’osso. I motivi per i quali i microrganismi possono accrescere in numero e in termini di attività sono molteplici: l’abitudine del fumo può favorire la proliferazione microbica, così come una scarsa igiene orale o, più semplicemente, un deficit della propria flora batterica, la quale può indurre lo sviluppo di patogeni. Nel caso di Gerardo, con molta probabilità, il problema della gengivite acuta è nato proprio per quest’ultimo motivo, poiché solitamente negli anziani le difese immunitarie tendono a decrescere.

La piorrea: l’evoluzione di una comune gengivite Data l’età di Gerardo, l’infiammazione acuta si è rapidamente evoluta in piorrea. Con il termine “piorrea”, per la precisione, non si identifica una vera e propria condizione patologica, in quanto si tratta di una parola che ha origine popolare; il termine più adeguato per descrivere la condizione è “parodontite”. I sintomi di questa condizione, che evolve nella caduta dei denti, sono spesso silenti, o associabili ad altre condizioni, tra cui proprio la gengivite. Tuttavia, con l’aumento della concentrazione di batteri e della loro attività proteolitica, gli effetti possono diventare marcati. Si può verificare una recessione della gengiva, nonché il rammollimento della stessa; a tutto ciò, poi, è possibile sommare difficoltà spiccate durante la masticazione (soprattutto di alimenti duri), esposizione della gengiva e dolori ai denti, fino alla loro completa caduta.

La risoluzione della piorrea, senza la caduta dei denti L’intervento tempestivo di Gerardo è stato l’elemento chiave che gli ha permesso di conservare il suo sorriso. Negli stadi iniziali della piorrea, infatti, è possibile agire rapidamente e con la massima probabilità di successo. Innanzitutto, dopo aver esaminato e descritto il quadro clinico, l’odontoiatra procede con un’approfondita pulizia dei denti, in modo da eliminare tartaro e placca accumulate nel tempo. Successivamente, è possibile ricorrere a terapie antibiotiche – per abbattere la proliferazione di microrganismi patogeni – nonché a particolari collutori, contenenti ad esempio perossido d’idrogeno a basse concentrazioni.

Gengivite acuta: cause e rimedi

Tra le problematiche legate ai denti che potresti un giorno trovare ad affrontare c’è sicuramente la gengivite acuta. Non devi assolutamente prendere questo problema alla leggera, perché le conseguenze sono non soltanto fisicamente dolorose, ma anche molto gravi, visto che nell’ultimo stadio della gengivite acuta l’unico rimedio possibile che il tuo dentista potrà prendere in considerazione è quello dell’estrazione del dente.

Se vuoi sapere in cosa consiste la gengivite acuta, quali sono le sue cause e quali i rimedi che puoi mettere in pratica per contrastarla, qui di seguito troverai tutte le informazioni necessarie.

Gengivite acuta: cos’è e le sue cause

La prima cosa che devi sapere è che la gengivite acuta è un’infezione del cavo orale conosciuta con diversi nomi.

Partendo da quelli di tipo scientifico, potresti sentirla denominare anche come infezione di Vincent o gengivite ulcero necrotica acuta. Per quanto concerne questo ultimo termine devi sapere che è quello più utilizzato nell’ambito medico, in quanto descrive perfettamente quelle che sono le conseguenze di questa infezione.

Tuttavia, il tuo medico curante potrebbe chiamarla anche “bocca di trincea”. Il motivo di questa definizione che come puoi ben immaginare non è legata agli aspetti clinici di questa infezione, dipende dal fatto che il periodo in cui è stata maggiormente diffusa è stata la Prima Guerra Mondiale: nel corso di quel conflitto ne furono colpiti moltissimi dei soldati che da una parte e dall’altra degli schieramenti in campo si trovavano a rischiare la vita in trincea.

Svelati quelli che sono i diversi nomi con cui questa infezione è nota, vediamo ora in cosa consiste. Premesso che in linea molto generale è definibile come una infezione che interessa ovviamente le gengive, devi sapere che tutto non parte da queste ultime, che sono anzi le “vittime”, se così si può dire, di una problematica di natura infettiva che interessa inizialmente il cavo orale.

In termini più specifici questa infezione non è altro che il risultato di un numero eccessivo di batteri nel cavo orale: la presenza di questi ultimi in questa zona è normale, ma un loro proliferare eccessivo porta come conseguenza questa infezione.

Un altro aspetto di cui sicuramente devi essere a conoscenza è il fatto che oggi la gengivite acuta non è tra le problematiche più diffuse tra quelle riguardanti i denti. Tuttavia devi essere conscio che se anche riguarda in particolare coloro che con difese immunitarie basse, bisogna comunque mantenere la guardia sempre alta.

Se ti stai chiedendo quali sono le cause principali di questa infezione, la risposta in realtà è semplice: quella primaria è ovviamente una scarsa igiene orale. Tra le altre cause ve ne è una di tipo psicologico, ovvero lo stress, mentre recenti studi hanno dimostrato che problematiche legate al sonno e un regime alimentare non corretto possono diventare delle concause.

Infine, se sei un fumatore, il consiglio è quello di cercare di smettere, perché la gengivite acuta risulta più probabile tra chi ha il vizio della sigaretta.

Gengivite acuta: sintomi e rimedi

Spiegato quali sono le cause, vediamo ora i sintomi che devono metterti in allarme e come intervenire.

I primi sintomi di questo problema normalmente si concretizzano con una sensazione di dolore alle gengive a cui si aggiunge fuoriuscita di sangue dalle stesse e una produzione di saliva decisamente maggiore di quella normale.

Inoltre devi tener presente che ulteriori sintomi sono la febbre continua, problematiche nella masticazione e quindi di conseguenza nel consumare i pasti, senza dimenticare poi il fatto che anche l’alito ne risente.

Quali sono i rimedi che puoi mettere in campo per cercare di prevenire o di risolvere il problema? Il primo potrà probabilmente risultarti quasi banale, ma consiste in una quotidiana e corretta gestione della tua igiene orale, la quale è sempre un ottimo modo per cercare di schivare tutti i problemi che si possono presentare ai denti o alle gengive.

Se invece il problema si è già concretizzato, non ti resta che rivolgerti al tuo dentista di fiducia, il quale prima di tutto andrà a verificare se il problema con cui ti stai confrontando è effettivamente una gengivite acuta.

In caso di esito positivo del controllo, il primo passo compiuto dal tuo dentista consisterà in una minuzioso trattamento di igiene orale professionale che sicuramente si protrarrà per più sedute, tra le quali tu dovrai effettuare, nell’ambito della tua vita quotidiana, degli sciacqui con prodotti indicati dal tuo dentista.

Inoltre dovrai seguire un programma molto rigido per quanto concerne la pulizia quotidiana dei denti, la quale dovrà essere accompagnata da una alimentazione particolare, dalla quale devono essere esclusi tutti quei piatti contenenti spezie o che rientrano nell’alveo di quelli piccanti.

Inoltre, il tuo dentista ti consiglierà sicuramente degli antibiotici, visto e considerato che comunque quella che starai affrontando è pur sempre una infezione, la quale non va quindi assolutamente presa alla leggera, ma al contrario affrontata in modo deciso e veloce.

Uso degli anestetici locali in pedodonzia.

Per gestire il dolore e quindi consentire al paziente di effettuare qualunque tipo di operazione in campo pediatrico senza fastidio, vengono impiegati degli anestetici locali. Se, comunemente, il controllo del dolore è un problema comune, nel campo della pedodonzia assume maggior rilievo e richiede da parte del medico un’attenzione peculiare.

Anestetici locali nei pazienti pediatrici

Il dentista, durante la somministrazione dell’anestetico, deve somministrare al paziente un quantitativo di medicinale corretto, correlato alla precedente anamnesi e ovviamente al peso del piccolo. Queste precauzioni sono estremamente rilevanti al fine di ridurre al minimo il rischio tossicologico per il bambino. Il prodotto utilizzato deve essere strettamente utile alla durata dell’intervento e non deve portare traumi a labbra, lingue o qualunque altro tessuto molle. Per essere precisi occorre che vi sia una perfetta conoscenza dell’anatomia del collo e della testa, per minimizzare le complicanze.

I prodotti che consentono di eliminare il dolore nei piccoli pazienti sono solitamente classificabili in due tipologie di anestetici locali: esteri come benzocaina e ammidi come lidocaina. Per quanto riguarda gli anestetici locali c’è da dire che questi sono vasodilatatori quindi allargano i vasi sanguigni, per questo vengono iniettati con dei vasocostrittori come l’epinefrina al fine di chiudere i vasi in quella zona e ridurre l’assorbimento tossico del medicinale, prolungando comunque l’azione sedativa.

Anestetici e controindicazioni: formulare una corretta anamnesi

Gli anestetici locali sono farmaci che inibiscono la conduzione nervosa, tuttavia se impiegati mali o in dosi eccessive possono avere ripercussioni sul sistema nervoso o sul cuore. Ci sono tre grandi tipologie di prodotti: a breve durata, a durata intermedia e a lunga durata.

Ogni anestetico ha una funzione molto differente dall’altro, diverse caratteristiche e una incidenza molto varia nei pazienti. Chi soffre di ipertiroidismo o chi prende antidepressivi non dovrebbe sottoporsi a trattamenti a base di epinefrina. Pazienti con malattie cardiovascolari, disfunzioni tiroidee, diabete o in cura con antidepressivi non dovrebbero ricevere levonordefrina e noradrenalina. Quindi è fondamentale che ti impegni ad esplicare al medico curante pregresse patologie, eventuali terapie in atto e ogni dettagli che possa essere utile a concordare la migliore terapia del dolore per il paziente.

Per un odontoiatra gli anestetici locali sono di uso comune, per questo puoi tranquillamente affidarti allo specialista. I farmaci sono ampiamente studiati e per questo funzionano molto bene, sono sicuri e vengono monitorati da chi li adotta per consentire al paziente di vivere in piena tranquillità l’intervento al cavo orale. L’aspetto più complesso è certamente la scelta del farmaco, a cura del medico, una volta esaminate tutte le caratteristiche del caso. Oltre alla scelta della molecola, ci sono altri fattori che interagiscono e determinano il risultato finale. Molto importanti è anche l’iniettore, ovvero la metodologia con cui viene inviato l’anestetico nel corpo. Ci sono prodotti in vetro, in metallo, elettronici, con sistemi di sicurezza e addirittura elettronici.

Possono verificarsi a seguito dell’anestesia locale delle parestesie, queste tuttavia sono limitate e comunque rare. I dentisti solitamente conducono una prima visita preliminare dove programmano l’intervento in base al lavoro da fare e all’età e caratteristiche del piccolo paziente. L’operatore in base alla storia farmacologia e clinica del bambino interviene utilizzando la dose migliore per la durata dell’operazione e per la non tossicità del medicinale.

Quando arriva il giorno dell’intervento è opportuno che tu stia calmo e sereno, il ruolo del dottore è quello di prendersi cura del tuo problema. A seguito dell’iniezione di anestetico, lo specialista osserverà qualche minuto il risultato, per essere certo che non vi siano reazioni avverse di qualche tipo, poi continuerà per passare alla risoluzione del problema.

Ogni paziente è a sè e ogni lavoro nel campo della pedodonzia richiede un approccio diverso. Per questo è esclusivamente compito del medico la valutazione finale e la somministrazione dell’anestetico locale. Compito del genitore o di chi si occupa del paziente è dare informazioni chiare e dettagliate relativamente a cure, malattie, esperienze pregresse.

Comunicazioni paziente-medico: l’importanza del dialogo pre-anestesia

In generale nei bambini è richiesto un utilizzo moderato dei farmaci, c’è un divario ristretto tra la dose terapeutica e quella tossica e per questo il lavoro del medico è piuttosto complesso. Possono esserci dei pazienti che non hanno mai manifestato allergie ma che in caso di utilizzo di anestetici locali presentino un problema di tipo allergologico, di metabolismo o ematico.

Se il piccolo paziente è affetto da un’infezione dovrà farne parola con il medico poiché l’anestesia potrebbe avere una funzione tardiva o addirittura nulla. Il processo infiammatorio abbassa il Ph della pelle e quindi ne impedisce l’azione anestetica. L’importante dunque è che vi sia un perfetto dialogo tra chi si sottopone alla cura e il medico che interviene, solo in questo modo è possibile per il professionista attuare tutte le metodiche per rendere l’esperienza meno invasiva, dolorosa e soprattutto traumatica per il bambino.