Recessioni gengivali: innesto gengivale su impianto dentale

Cos’è la recessione gengivale

Quando normalmente si sente parlare di gengive ritirate in realtà è un gergo più semplice per indicare una recessione gengivale.

Si tratta dell’arretramento o di uno spostamento della gengiva, dalla propria sede verso il margine apicale del dente. È un disturbo che provoca conseguenze sia a livello estetico che funzionale.

Nel primo caso il dente risulta in parte scoperto e visibile nella zona della radice, con un effetto di allungamento particolarmente antiestetico. Quest’aspetto è comunque il meno importante, le conseguenze più gravi derivano da disturbi come ipersensibilità dentale e parodontiti che possono essere sia delle infiammazioni locale, che degenerare in gravi forme di piorrea.

Innesti gengivali su impianti dentali

Le gengive ritirate sono un fenomeno piuttosto comune e colpiscono moltissime persone a partire dai 40 anni di età.

Normalmente i disturbi riguardano i denti ancora naturali del paziente, ma spesso il problema delle recessione gengivale interessa invece gli impianti dentali.

In questi casi per risolvere il problema si può procedere ad innesti gengivali. Fa parte di una tipologia di intervento di chirurgia parodontale che vengono eseguiti con una certa frequenza.

A chi rivolgersi

Trattandosi di un intervento chirurgico è necessario rivolgersi a una clinica dentale con grande esperienza in impianti dentali.

Questo non solo per avere garanzia di una perfetta riuscita dell’intervento, ma per ottenere una preliminare valutazione del proprio caso clinico.

Infatti prima di procedere ad un intervento è fondamentale analizzare con scrupolo la situazione per decidere la miglior tecnica da utilizzare.

Un innesto gengivale mal eseguito o con una tecnica non adatta, porta a risultati estetici e funzionali molto insoddisfacenti

Ecco perchè la prima visita è essenziale; il medico potrà valutare in modo approfondito il quadro clinico, la struttura e la quantità dell’osso, la mucosa del palato nonché la morfologia del tessuto gengivale esistente.

L’importanza della gengiva attorno all’impianto

Una buona quantità di gengiva intorno all’impianto è una condizione essenziale per la durata nel tempo dell’impianto stesso.

A questo va naturalmente aggiunto l’aspetto estetico, che è comunque molto importante.

Gengive spesse e ben aderenti al dente permettono una maggior facilità nelle operazioni di pulizia, un riassorbimento minore attorno all’osso, minor rischio di trasparenza dell’impianto attraverso la gengiva e un miglior attacco gengiva/osso.

Perché si decide di effettuare un innesto gengivale

Come già anticipato uno dei motivi è la questione estetica, ma non è la motivazione principale e più importante. La ragione primaria è riacquistare una corretta funzionalità o prevenire problemi futuri come le così dette perimplantite.

Si tratta di un processo infiammatorio che colpisce i tessuti attorno all’impianto, causando con il tempo una perdita del tessuto osseo di sostegno, con conseguente mobilità dell’impianto.

Recenti studi hanno dimostrato come la percentuale di rischio per questa patologia aumenta sensibilmente nei soggetti che presentano gengive ritirate attorno agli impianti.

È sempre necessario l’innesto gengivale?

Abbiamo visto quanto sia importante avere una buona quantità di gengiva attorno al dente. La situazione ottimale è avere una gengiva spessa e aderente, con uno spessore di almeno 2 mm.

In tutti i casi di gengiva sottile o completamente assente è necessario fare l’intervento. Se si sta eseguendo un impianto dentale, il medico provvederà già a riposizionare la gengiva in modo corretto, nel caso di impianto esistente invece si farà un intervento apposito di ricostruzione gengivale.

L’intervento di innesto gengivale

In caso di impianto l’innesto gengivale può avvenire:

  • prima dell’inserimento di un impianto;
  • dopo l’inserimento dell’impianto;
  • contemporaneamente con l’inserimento dell’impianto.

Nell’ultimo caso, una tecnica normalmente usata prevede di prelevare una parte di tessuto connettivo dal palato e inserirlo tra impianto e gengiva; successivamente verrà bloccato con piccoli e sottili punti di sutura.

Come abbiamo visto l’innesto gengivale è un intervento che viene abitualmente impiegato per ricostruire le gengive in caso di eccessivo ritiro.

È comunque sempre meglio cercare di prevenire il fenomeno della recessione gengivale attraverso una costante e corretta igiene orale e con controlli periodici dal nostro dentista di fiducia.

Impianto dentale: come superare la paura del dentista

Per impianto dentale si intende la sostituzione di un dente rovinato o irrimediabilmente spezzato con un dispositivo protesico fisso, altrimenti detto dente artificiale. Una vite in titanio viene inserita nell’osso della mandibola e ad essa viene agganciato il dente sostitutivo. La lega in titanio garantisce la biocompatibilità del materiale con l’arcata dentale in cui deve essere inserito, evitando possibili rigetti del corpo estraneo. Si tratta di un vero e proprio piccolo intervento chirurgico ed è del tutto comprensibile che tu possa averne timore, ma con le moderne tecniche di anestesia locale o sedazione leggera, l’impianto avviene in maniera del tutto indolore. In base alla resistenza e alla durezza dell’osso mandibolare, il dentista può scegliere se svolgere l’intera operazione in un’unica seduta oppure dividerla in due fasi: consentire alla vite in titanio l’osteointegrazione e dopo due o tre mesi installare il dente artificiale.

La testimonianza positiva e rassicurante di Monica può aiutarti ad affrontare con serenità l’esperienza dell’impianto dentale.

Monica ha un dente spezzato molto dolente e decide di rivolgersi al suo dentista Circa un mese fa, Monica giovane architetto di 35 anni, si trovava in pausa pranzo durante il suo turno di lavoro e così decise di mangiare velocemente un panino nel bar accanto al suo ufficio. Mordendo la crosta croccante del pane, avvertì una violenta fitta nella semiarcata laterale destra e si accorse che una parte del dente si era staccata. Avendo poco tempo a disposizione, non pose molta attenzione all’accaduto, finì il suo pranzo e tornò al lavoro. Con il passare dei giorni ad ogni pasto il fastidio aumentava e dopo cinque giorni si trasformò in vero e proprio dolore con relativa difficoltà nella masticazione. Anche se timorosa per l’eventuale diagnosi che avrebbe potuto ricevere, Monica si recò dal suo dentista e spiegò dettagliatamente la dinamica dell’evento.

Il dentista dopo un’attenta valutazione sceglie l’opzione dell’implantologia dentale a carico immediato Monica comunicò di avvertire dolore sul lato destro, nell’arcata dentale inferiore, ma non seppe indicare precisamente l’ubicazione del dente spezzato. Il suo dentista la sottopose ad un’ortopanoramica, un esame radiografico a raggi X utilizzato per verificare le condizioni del dente e studiare l’anatomia della mandibola della paziente. Purtroppo l’esito non fu quello sperato da Monica: la frattura coinvolgeva il primo molare, dente fondamentale per una corretta masticazione ed erano evidenti i segni di una grossa carie che lo minava fino alla radice. Lo specialista così informò la ragazza che era necessaria un’estrazione del dente e il conseguente impianto di una protesi. Monica, spaventata chiese se l’implantologia dentale provocasse dolore ma il dentista la rassicurò che l’intervento sarebbe avvenuto in anestesia locale e, data la giovane età unita alla robustezza del suo osso mandibolare, avrebbe effettuato un impianto dentale a carico immediato. Avrebbe cioè eseguito estrazione del dente spezzato e installazione del dispositivo protesico in un’unica seduta di circa 4-5 ore.

L’intervento di implantologia dentale a carico immediato è rapido e indolore e allontana da Monica la paura del dentista Il giorno dell’intervento il dentista chiese a Monica se volesse l’anestesia locale o preferisse una sedazione cosciente con perossido di azoto, un gas inodore e incolore che consente ai pazienti ansiosi di rilassarsi e tranquillizzarsi pur rimanendo coscienti. Monica tuttavia, confortata dalle parole dello specialista sulla rapidità dell’impianto, scelse di effettuare semplicemente un’iniezione di anestetico alla base della gengiva che avvolgeva il dente spezzato. In seguito all’anestesia il dentista eseguì i seguenti fondamentali passaggi. Estrasse il dente rovinato, incise la gengiva per lavorare sull’osso sottostante, creò con il trapano un foro per inserire la vite endossea, successivamente inserì delicatamente la vite in titanio nell’osso mandibolare e, dopo essersi assicurato che fosse perfettamente incastrata, vi agganciò sopra il supporto protesico. Monica durante l’operazione non avvertì alcun tipo di dolore e si stupì piacevolmente di come il dottore effettuasse rapidamente ogni fase. Dopo 4 ore uscì dallo studio dentistico in perfetta forma, solo la guancia adiacente alla zona maneggiata era leggermente indolenzita ma non avvertì l’esigenza di prendere antidolorifici. Il sollievo di avere di nuovo un molare con cui poter masticare normalmente le confermò che le sue paure nei confronti dell’odontoiatria erano del tutto prive di fondamento.

Rimedi naturali per curare la recessione gengivale

Una delle patologie principali della bocca è rappresentata dalla recessione gengivale che colpisce molte persone in maniera del tutto asintomatica. Nel momento in cui si manifesta si nota che le gengive sono retrocesse all’indietro mostrando un dente più lungo. In alcuni casi, il sintomo che può far scattare un campanello d’allarme è una maggiore sensibilità del dente, dovuto ad una maggiore proliferazione dei batteri intorno alla gengiva. Ti forniamo di seguito alcune indicazioni su come di manifesta la patologia e su quali sono i rimedi più efficaci.

Cos’è la recessione gengivale

Come abbiamo accennato in precedenza, la recessione gengivale si manifesta quando il tessuto della gengiva retrocede comportando che il dente sia maggiormente visibile e nei casi più gravi può arrivare fino alla radice.

Ti starai chiedendo se ci sono degli elementi che favoriscono il progredire di questa patologia e la risposta non può essere che affermativa.

Elenchiamo di seguito le principali cause che possono favorire la comparsa della recessione gengivale:

  • Scarsa o cattiva igiene orale
  • Carenza di vitamina C
  • Infezione batterica delle gengive
  • Fumo
  • Bruxismo
  • Squilibrio ormonale
  • Spazzolatura eccessiva e aggressiva

Nel momento in cui la recessione gengivale si manifesta possono essere avvertiti alcuni sintomi che non devono essere sottovalutati per evitare che la patologia possa ulteriormente aggravarsi. Questi sono:

  • Sensibilità dei denti
  • Presentazione di carie
  • Gengive gonfie con relativo sanguinamento
  • Alito cattivo
  • Denti evidenti

Rimedi naturali per curare la recessione gengivale

Nonostante quello che tu possa pensare, la terapia per trattare la recensione gengivale non è esclusivamente farmacologica ma esistono diversi rimedi naturali che permettono di ottenere risultati molto soddisfacenti. Analizziamoli insieme mettendo in evidenza le modalità del trattamento e le caratteristiche distintive.

verde

Tra le diverse proprietà benefiche che presenta il té verde, vi è il suo elevato contenuto di catechina, un particolare antiossidante naturale che è in grado di contrastare l’azione batterica presente sulla gengive. Ti consigliamo di berne una tazza al mattino per migiorare l’igiene orale e ridurre il livello di infezione gengivale.

Chiodi di garofano

Da molti ritenuti una delle migliori spezie, i chiodi di garofano sono un rimedio ideale contro il mal di denti e svolgono inoltre un’azione antibatterica, antisettica, antivirale e fungicida. Il trattamento contro la recessione gengivale prevede che alla fine di ogni pasto venga masticata una manciata di chiodi di garofano e successivamente passato un po’ di olio di chiodi di garofano direttamente sulle gengive in modo da contrastare l’azione dei batteri e migliorare i problemi di alito pesante.

Aloe vera

Gli egizi la chiamavano la pianta dei miracoli per le sue innumerevoli applicazioni e anche contro la recessione gengivale trova applicazione. Bisogna innnzitutto bere 2 cucchiaini di succo di aloe vera prima dei pasti per 3 volte al giorno. Successivamente dovrà essere utilizzato il gel di aloe vera che dovrà essere applicato direttamente sulle gengive, massaggiandole delicatamente.

Oil pulling

Con questo termine si intende una tecnica molto antica che prevede l’utilizzo di una miscela di olio di sesamo, girasole o cocco che vengono spremuti a freddo. Questo olio che si ottiene deve poi essere utilizzato per eseguire dei risciacqui con 1 cucchiaio dello stesso per almeno 20 minuti. I risultati per il trattamento della recessione gengivale, così come per altre patologie della bocca, saranno visibili in poco tempo.

Olio essenziale al limone

Un altro olio particolarmente indicato per trattare tutti i disturbi della bocca è l’olio essenziale al limone, in quanto svolge un’azione antisettica e antibatterica. A differenza degli altri rimedi non è necessario che si utilizzi quotidianamente ma 1 volta alla settimana come colluttorio, svolgendo un’azione che mira a uccidere i batteri della bocca e a contrastare l’avanzata della recessione gengivale in modo ottimale.

Mirra

Ultimo rimedio che esponiamo, ma non in ordine di importanza, è la mirra che può essere utilizzata sia come dentrificio, sia come polvere, sia come olio essenziale. In tutti i casi, il risultato nel contrasto alla patologia è eccellente.

Considerazioni finali

Dopo aver elencato tutti i possibili rimedi naturali per trattare la recessione gengivale, dobbiamo comunque precisare che è fondamentale prevenire la recessione gengivale.

Una buona igiene orale è il requisito fondamentale per evitare di essere soggetti alla patologia.

A questa bisogna poi aggiungere anche un corretto stile alimentare che preveda un consumo elevato di frutta e verdura cruda e di cibi ricchi di vitamina C come arance, pompelmi e kiwi.

Faccette Dentali: faccette dentali prima e dopo. Ecco un bel caso personale, Anna 65 anni si racconta

La storia di Anna

Anna oggi ha 65 anni e vuole raccontare la sua esperienza con le faccette dentali perché é convinta che la sua storia potrá essere utile ad altre persone nelle sue stesse condizioni. Quando, infatti, si é trovata ad affrontare il suo problema un paio di anni prima, all’inizio, non sapeva da quale parte cominciare e qualcuno che le indicasse la strada avrebbe facilitato il suo percorso di recupero. La signora è sempre stata una persona molto socievole, ha sempre amato stare in compagnia e ha sempre avuto, oltre alla famiglia ed al lavoro, tantissimi hobby da coltivare. É, dunque, sempre stata una donna dinamica ed attiva. Un giorno, andando a trovare delle amiche, ebbe un incidente con l’auto: una persona aveva effettuato un sorpasso in curva e lei se l’era trovata davanti senza riuscire ad evitare lo scontro frontale. Le conseguenze, fortunatamente, non furono gravissime: una gamba rotta e due denti davanti scheggiati.

Il trauma Per la signora Anna cominciò un calvario non tanto fisico, quanto psicologico. Dopo i trenta giorni di gesso e la riabilitazione alla signora, ormai ripresa fisicamente, continuava a mancare la voglia di uscire: non si vedeva bene ed il suo viso sempre solare ed il suo sorriso sempre dipinto sulle sue labbra erano completamenti scomparsi. Quando si guardava allo specchio non si riconosceva più: quei denti così rovinati non la facevano sentire più a suo agio e non ritrovava più la persona che era stata un tempo. Inoltre questa scheggiatura le aveva portato una malocclusione della bocca che le causava frequenti mal di testa. Aveva, d’altra parte, sottovalutato il problema convinta anche che ci fosse poco da fare. Le ci volle quasi un anno per cominciare a condividere il suo disagio e provare a cercare delle soluzioni.

La soluzione Compresa la causa del suo malessere, i familiari si rivolsero al dentista di fiducia portandolo a conoscenza della situazione. Il dentista fece presente che si poteva far fronte al problema ricostruendo i denti o, in maniera più sicura e duratura, utilizzare le faccette dentali. Era solo necessario che lui visitasse personalmente Anna.

Prima I familiari proposero ad Anna di sottoporsi alla visita dal dentista, convincendola e rassicurandola del fatto che quello sarebbe stato un ottimo modo per risolvere la sua problematica. Il dentista, visitatala accuratamente, le disse che lei aveva ragione a non sentirsi a suo agio, ma le disse anche che le faccette dentali erano la soluzione ideale: pratica, veloce e dai risultati immediati. Anche il discorso della malocclusione sarebbe stato risolto così come i mal di testa ad essa collegati. Le venne detto che, volendo, si poteva intervenire non solo sui due denti davanti scheggiati, ma anche su un terzo che appariva più scuro degli altri probabilmente a causa del fumo. Le venne spiegata la procedura: – inizialmente i denti da trattare sarebbero stati limati un po’; – successivamente le sarebbe stata presa l’impronta dei denti da ricoprire con le faccette dentali; – sarebbe stato scelto il colore più indicato perché più vicino al colore de suoi denti; – si sarebbe proceduto a fissare e a sistemare le faccette dentali.

Dopo Anna si convinse che questa sarebbe stata la soluzione migliore e decise di avviare la procedura. Effettivamente tutto si concluse in maniera rapida nel giro di due sedute. Le faccette dentali erano in ceramica e durante la seconda seduta le furono applicate con una leggera anestesia. Il risultato, fisico e psicologico, fu immediato. Anna si guardò allo specchio e quasi non credeva di essere lei. Il suo sorriso era tornato più splendente e solare di prima.

Riflessioni finali di Anna Anna ha imparato diverse cose da questa esperienza. Non soltanto ha scoperto l’esitenza delle faccette dentali di cui non era a conoscenza e che hanno come controindicazione soltanto il costo, ma ha appreso anche che non si deve temere di condividere ciò che si prova perché le soluzioni, spesso, sono molto più semplici di quel che ci si aspetta. Questa scelta é stata un po’ costosa, ma il discorso é relativo perché di fronte al benessere fisico e psichico non c’è spesa che non valga la pena di essere sostenuta. Se avesse solo immaginato che la procedura era così semplice, indolore ed immediata, non avrebbe atteso tanto per affrontare e risolvere il suo problema. Questo é il motivo principale per cui ha deciso di condividere la propria esperienza.

Rigenerazione ossea: innesto osseo dentale tempi di guarigione

Non serve che ti diciamo quanto sia importante avere denti sani e belli, non solo per un fattore puramente estetico ma per l’importante funzione che svolgono. 

Arriva un momento nella vita dove è necessario intervenire con trattamenti più o meno invasivi, per restituire alla bocca bellezza e funzionalità ormai perdute. Gli interventi di rigenerazione ossea sono ormai all’ordine del giorno.

Si tratta di un’operazione chirurgica necessaria nel caso non possiedi la corretta quantità d’osso per poter riposizionare il dente in modo stabile e sicuro.

Cause della perdita ossea

Sono molte le cause che portano ad una riduzione ossea. Tra le più comuni ci sono le infiammazioni gengivali acute, dell’osso mascellare e mandibolare; sono le famose parodontiti.

La colpa è quasi sempre di una carente igiene orale e l’accumulo di placca batterica che nel tempo compie la sua azione erosiva su denti e gengive. Quando i danni sono ormai evidenti, non ti rimane che correre dal dentista.

Quando è necessaria la rigenerazione ossea

Le circostanze che richiedono una rigenerazione ossea sono molte. Se sei affetto da una grave forma di parodontite (la piorrea per capirci meglio) è molto probabile che per intervenire correttamente, sia necessaria una ricostruzione ossea.

Nel caso tu abbia preso la decisioni di installare un impianto dentale, per assicurare la perfetta stabilità sono alte le probabilità di un trapianto osseo. Altre possibilità sono: danni a seguito di un trauma, il rialzo del seno mascellare o la rimozione di una cisti.

Come avviene l’innesto osseo

L’operazione consiste in un trapianto osseo con due possibilità: innesto autologo o eterologo.

I termini sembrano complicati ma in realtà la spiegazione è molto semplice. Nel caso l’osso da trapiantare venga prelevato direttamente dalla mandibola (è la parte del corpo solitamente utilizzata), si parla di innesto osseo dentale autologo.

Capirai che trattandosi di cellule appartenenti al tuo organismo, non comporta particolari rischi di malattie o infezioni per rigetto.

Se invece l’osso viene prelevato da un donatore (normalmente si utilizza osso bovino), si parla di innesto eterologo. In questo caso l’osso verrà trattato per renderlo perfettamente compatibile.

Tempi di guarigione

I primi effetti incomincerai ad avvertirli ad alcune ore di distanza dall’intervento. Il gonfiore e il dolore sono naturali conseguenze per questa tipologia di operazione particolarmente invasiva.

Il gonfiore è un effetto assolutamente normale e sarà maggiore tanto più alto è il numero di innesti. Non ti devi allarmare se guardandoti allo specchio il giorno dopo, il tuo viso ti sembrerà quasi irriconoscibile.

Ti consigliamo di utilizzare degli impacchi freddi con del ghiaccio da applicare sulla zona interessata, in modo da facilitare la riduzione dello stato infiammatorio. Sarà necessario che trascorra almeno una settimana per la totale scomparsa del gonfiore.

Anche il dolore si potrebbe manifestare in maniera particolarmente acuta e prolungata. Mentre il gonfiore è una conseguenza certa, il dolore e la sua intensità sono fattori che variamo molto da soggetto a soggetto.

Se sei particolarmente fortunato potrai anche non avvertire alcun tipo di fastidio. In caso contrario è bene che ti rivolga al medico che ha effettuato l’intervento, per l’eventuale prescrizioni di un antidolorifico.

Per quanto riguarda i tempi di guarigione variano da persona a persona.

È difficile stabilire un termine esatto in quanto intervengono diversi fattori che ne modificano i tempi. La cosa certa è che trattandosi di un intervento chirurgico, non puoi pensare dopo un mese di essere già completamente guarito.

Devi sempre considerare che la gengiva è stata incisa e successivamente suturata, necessitando di un certo tempo per cicatrizzarsi completamente.

A questo va aggiunto l’innesto osseo che per stabilizzarsi quel tanto che basta per sorreggere il nuovo dente, ha bisogno di alcuni mesi.

Fondamentale sono le operazioni di pulizia post operatorie. Dovrai fare particolare attenzione nel lavarti i denti e durante i pasti, senza mai dimenticare che hai delle ferite suturate in bocca.

Normalmente passati 15 giorni potrai togliere i punti e dopo circa due mesi incominciare a mangiare cibi solidi.

Rialzo del seno mascellare: che cos’è, quando e perchè è necessario

La rigenerazione è una tecnica che serve a ricostruire l’osso mandibolare, o meglio, ad aumentarne lo spessore.

Esistono diverse tecniche per ottenere questo risultato. Si tratta, in genere, di un materiale biocompatibile che creerà il nuovo tessuto osseo.

Il materiale utilizzato può avere diverse origini, in alcuni casi viene prelevato un piccolo pezzo di osso dalla mandibola stessa del paziente, altre volte si usa un osso sintetico che richiede un tipo di intervento più semplice in quanto non è necessaria l’estrazione dell’osso vero e proprio.

Altre tecniche di rigenerazione ossea prevedono l’utilizzo di osso bovino adeguatamente trattato. L’intervento di rigenerazione ossea, o innesto osseo dentale, viene praticato su pazienti con poco osso che affronteranno un intervento di implantologia dentale.

Rigenerazione ossea: i tempi di guarigione e rischi

La tecnica di rigenerazione ossea ha tempi molto lunghi di guarigione ed i risultati non sono sempre pronosticabili. Uno dei maggiori rischi dell’innesto osseo dentale è la perimplatite: a seguito dell’inserimento dell’impianto, l’osso, con il tempo, si ritira. Ciò può comportare la necessaria rimozione dell’impianto. Altre tecniche chirurgiche suggeriscono l’utilizzo dell’osso residuo del paziente, molto meno soggetto a ritirarsi con il passare del tempo comportando così un risultato più duraturo.

Il rialzo del seno mascellare

I seni mascellari sono delle cavità che si trovano al di sotto degli zigomi, sono rivestiti da una sottile membrana soggetta ad infiammazioni che la possono fare gonfiare. Si tratta di quattro cavità presenti all’interno delle ossa del cranio, comunicanti tra loro e con le cavità nasali tramite canali ossei e orifizi. La loro formazione, probabilmente, è legata a quei processi evolutivi che hanno permesso un alleggerimento delle masse ossee del cranio. In base all’osso cranico che scavano, ai seni viene assegnato un nome differente. Il seno etmoidale scava una porzione di osso etmoide, quello che delimita le cavità orbitarie e quelle nasali. 

L’osso sfenoide, che forma la parte posteriore della volta delle cavità nasali, è invece scavato dal seno sfenoidale. Il seno frontale è la cavità che si trova nell’osso frontale della scatola cranica. Infine, l’osso mascellare, che si articola con la maggior parte delle ossa del massiccio frontale, è scavato dal seno mascellare, detto anche “antro di Higmoro”, che è il più ampio dei seni paranasali. Questa cavità, che raggiunge il massimo grado di volume e pneumatizzazione al termine dell’adolescenza, ha una forma piramidale e occupa una grossa parte dell’osso mascellare.

Per rialzo del seno mascellare si intende una tecnica che prevede l’inserimento di biomateriale al fine di inserire l’impianto dentale nell’arcata superiore. I tempi di guarigione sono molto lunghi, da un minimo di 9 a un massimo di 12 mesi. Questo tipo di intervento, inoltre, porta con sè diverse controindicazione in quanto può causare, oltre alla perforazione della membrana stessa, cisti e sinusiti che hanno un effetto diretto sulla salute dei denti.

Quali sono le tecniche di rialzo del seno mascellare: il grande rialzo

A seconda delle condizioni del paziente si possono adottare diverse tecniche chirurgiche di rialzo del seno mascellare al fine di aumentare il volume osseo perduto. Dopo una diagnosi dettagliata eseguita anche attraverso radiografie, TAC e ortopanoramica, l’impiantologo potrà optare per un grande rialzo del seno mascellare, scelta obbligata se non è possibile inserire un impianto. La percentuale di successo dell’intervento è del 90%, e va diminuendo leggermente con il passare degli anni.

Dopo l’operazione è importante seguire alcune raccomandazioni basilari, comunque non eccessivamente impegnative:

  • è assolutamente vietato fumare, praticare sport che potrebbe causare il sanguinamento della zona operata, prendere aerei o fare immersioni subacquee per almeno 30 giorni
  • controllare che non si verifichi l’insorgenza di infezioni; in ogni caso è prassi comune l’assunzione di antibiotici ed antinfiammatori in chiave preventiva
  • prestare maggiore cura e attenzione all’igiene orale, contrastando la formazione di tartaro e placca batterica, effettuando la pulizia almeno tre volte al giorno e servendosi regolarmente dell’ausilio del filo interdentale per rimuovere i residui di cibo e la placca batterica tra gli spazi interdentali
  • svolgere regolari controlli dallo specialista di tua fiducia, in particolare nei mesi successivi alla rigenerazione ossea, anche per riscontrare la perfetta integrazione con il resto della mascella.

Il piccolo rialzo del seno mascellare

Il piccolo rialzo del seno mascellare è una tecnica chirurgica nata a metà degli anni Novanta, consiste nel fratturare 2 millimetri dell’osso residuo del paziente e nel successivo inserimento di biomateriale. Anche in questo caso i tempi di guarigione sono piuttosto lunghi e rischi e controindicazioni sono gli stessi citati in precedenza.

Rigenerazione ossea: pseudocisti mucosa del seno mascellare

Una delle più comuni conseguenze degli interventi di innesto osseo dentale è la pseudocisti mucosa del seno mascellare. Sono formazioni benigne e la loro crescita avviene in maniera asintomatica, a meno che non sia oggetto di infezione, in questo caso potrebbero presentarsi febbre e dolore.

A seguito di un esame radiografico il medico potrà valutare se sia necessario aspirare o meno la cisti. Una fattispecie particolare di questo tipo di cisti è la cisti odontogena del seno mascellare che può causare la distruzione dell’osso.

Sintomi possono insorgere quando la cisti raggiunge una notevole dimensione, saranno frequenti le emicranie, sinusiti, la difficoltà a respirare e masticare. Come dicevamo, comunque, la pseudocisti mucosa del seno mascellare è nella stragrande maggioranza dei casi benigna, non richiede nessun particolare tipo di intervento. Nel caso di impianto dentale nell’arcata superiore, però, potrebbe rivelarsi necessaria l’asportazione.

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CASE HISTORY: vecchi impianti e parodontite: ecco un caso risolto di riabilitazione dell’arcata superiore su un impianto fatto 20 anni prima

La parodontite, conosciuta anche come piorrea, è uno stato patologico di tipo infiammatorio a carico delle arcate gengivali. L’infiammazione, che al primo stadio è causa di gengivite, porta nel tempo ad un progressivo indebolimento del sostegno da parte delle gengive con gravi conseguenze per l’intera stabilità dei denti. Questo genere di malattia è infatti in molti casi asintomatica e porta nel tempo ad indebolimento progressivo delle gengive, sanguinamenti gengivali e nei casi più gravi alla perdita dei denti. Il caso in oggetto descrive una situazione emersa a carico di un signore di 63 anni della città di Roma dove la presenza di uno stato infiammatorio tipico di una parodontite non trattata si era associato all’instabilità strutturale di un vecchio impianto dentario all’arcata superiore nella regione molare di sinistra. La progressiva infiammazione a carico dell’arco gengivale superiore aveva compromesso la stabilità di altri denti spingendosi in forma piuttosto grave fino ad interessare il canino sinistro e il primo incisivo superiore. L’impianto presente era stato applicato correttamente una ventina di anni addietro ed era caratterizzato dalla tipica tecnologia dell’epoca con materiali ormai obsoleti. Il paziente aveva lamentato una perdita di stabilità alla masticazione nonché la presenza di infiammazione localizzata e la comparsa dei classici sintomi della piorrea. Pochi giorni prima di rivolgersi alla visita da parte di adeguato specialista il paziente lamentava un dolore continuo e l’effettiva impossibilità ad effettuare una masticazione anche in caso di cibo non particolarmente duro.

La diagnosi corretta e la prima fase di installazione del nuovo impianto

L’individuazione di uno stato patologico in forma avanzata con la presenza di un forte stato infiammatorio da perimplantite che aveva ormai compromesso la completa stabilità dell’impianto ha fatto optare per l’intervento rapido. Ad un esame approfondito è emerso che l’estendersi dell’infiammazione anche agli atri denti dell’arco dentale superiore sinistro aveva ormai compromesso in modo irreversibile le radici del canino e dell’incisivo determinando quindi un potenziale aumento della problematica. Gli esami successivi effettuati tramite ortopantomografia al fine di effettuare una corretta panoramica dentaria hanno evidenziato il problema confermando la diagnosi iniziale e facendo propendere per la rimozione del vecchio impianto e dei denti interessati dal progressivo ed irreversibile indebolimento con una successiva installazione di impianti dentali ad avvitamento con tecnologia al titanio. Operando in piena sicurezza tramite anestesia locale si è optato per la completa rimozione del ponte dentario e anche dei denti che negli anni a seguire hanno manifestato in modo irreversibile la parodontite. Il trattamento dell’arcata gengivale superiore sinistra ha comportato una completa rimozione non solo dell’impianto ma anche l’applicazione localizzata di opportuno biomateriale per permettere una stabilizzazione dell’arcata mascellare ossea superiore che purtroppo iniziava a manifestare una grave compromissione della stabilità. Se si fosse ritardato di qualche settimana probabilmente l’intervento sarebbe stato più complesso e avrebbe comportato un probabile innalzamento del seno mascellare sinistro con l’asportazione di una maggiore quantità di osso compromesso.

La fase di applicazione delle protesi e le successive sedute

Al fine di evitare l’utilizzo di protesi rimovibili è stata valutata con esito positivo l’applicazione delle protesi in zirconio ceramica ad avvitamento. Superata brillantemente la fase di inserimento degli impianti in titanio sono state avvitate le prime protesi dentarie al fine di migliorare in tempo rapido la qualità della vita del paziente fornendogli i primi denti senza dover ricorrere alla dentiera. Ormai l’attuale tecnologia in tema di implantologia di protesi dentarie a carico immediato ti permette di avere a disposizione i tuoi nuovi denti nel giro di 24 o al massimo 48 ore. In questo caso clinico i successivi controlli hanno evidenziato una completo assestamento dell’impianto con una stabilità pressoché perfetta della nuova applicazione dentale. In un tempo non superiore alle due settimane il paziente ha confermato il pieno ripristino della masticazione e la progressiva scomparsa della parodontite che lo affliggeva da diverso tempo. Se soffri di sanguinamento gengivale e hai applicato un impianto datato e comunque superiore ai venti anni tieni presente che è importante effettuare una visita dal dentista per valutare una sua sostituzione con l’applicazione di nuove protesi dentarie in tempi molto rapidi.

Igiene orale quotidiana trascurata: ecco cosa succede se non ci prendiamo cura dei denti

La salute del cavo orale è importante per il nostro benessere generale: denti e gengive sani sono importanti non solo per mostrare il proprio sorriso, ma soprattutto dal punto di vista funzionale.

Un modo per garantirti una bocca sana, è una corretta igiene orale quotidiana.

Un nemico da temere: la placca dentale

Il nemico pubblico numero uno per la tua bocca è la placca dentale. È una sostanza opalescente e appiccicosa che si deposita non solo sulla superficie del dente, ma soprattutto tra gli interspazi e sui bordi gengivali.

È composta da un numero infinito di batteri e di altre sostanze, che compiono una vera e propria azioni irritante e corrosiva su denti e gengive.

Se non provvedi ad una corretta pulizia quotidiana, la placca aumenterà di giorno in giorno e con lei una serie di problemi più o meno gravi. Oltretutto se non la rimuovi completamente, subirà una serie di processi che la porteranno in breve tempo a trasformarsi in tartaro.

Igiene orale trascurata: ecco cosa può accadere

Ciò che ti può capitare va da semplici problemi a vere e proprie patologie, ecco le principali:

  • Alitosi. Il termine indica quello che volgarmente viene definito alito cattivo. Problema che non da trascurare perché può essere causa di grande imbarazzo e mettere a rischio le relazioni interpersonali. Nel 90% dei casi, l’alitosi è provocata da una cattiva igiene orale.
  • Carie dentaria. È il problema più famoso che colpisce i denti. È una malattia degenerativa dello smalto e della dentina, i due tessuti duri del dente. Nemmeno a dirlo, la causa sono i batteri contenuti nella placca. Un modo per prevenire la formazione di carie, è ovviamente la corretta pulizia dei denti.
  • Gengivite. È semplicemente l’infiammazione delle gengive. Causa arrossamento e gonfiore. Non è un problema da sottovalutare! Se la trascuri, la gengiva incomincerà a sanguinare, e da una semplice infiammazione potresti passare ad una forma iniziale di parodontite.
  • Parodontite o piorrea. La gengivite è stata trascurata e la sua naturale evoluzione è la parodontite. La gengiva tende a ritirarsi staccandosi dal dente, non rimanendo più perfettamente aderente; si formeranno delle tasche in cui si andranno ad annidare batteri e residui di cibo. Anche l’osso che sostiene il dente tende a ritirarsi causando un aumento della mobilità dentale. Tutto questo ti provocherà dolore e notevoli problemi nella masticazione. Una parodontite cronica o apicale allo stadio terminale, ti porterà alla caduta prematura dei denti.
  • Ascessi. Altro problema molto fastidioso per non dire doloroso. L’ascesso è una formazione di pus che si può verificare a causa di una carie in stato avanzato o di gravi problemi gengivali legati a patologie parodontali.

Le cause principale di un’igiene dentale trascurata

La prima causa è senza dubbio la bassa frequenza di pulizia. I denti devono essere lavati possibilmente ogni volta che mangi; lo si insegna ai bambini piccoli: appena finito di mangiare si deve correre a lavarsi i denti.

Ma non basta, è necessario anche che impieghi gli strumenti adatti e soprattutto che tu li sappia usare.

Lo spazzolino è lo strumento principale in grado di rimuovere gran parte della placca. Per un corretta pulizia devi individuare la tipologia più adatta alla tue esigenze. Una buona idea è chiedere un consiglio al tuo dentista. Il medico saprà anche indicarti il modo migliore per utilizzare lo strumento. Ottimi sono i modelli elettrici che permettono di rimuovere la placca con maggior efficacia.

Il solo spazzolino non è sufficiente serve anche un buon filo interdentale, o sei vuoi fare le cose da professionista un idropulsore. È uno strumento simile ad uno spazzolino elettrico, ma in grado con il getto d’acqua di eliminare placca e residui negli spazi tra i denti.

Alla fine per completare l’opera e garantirti una perfetta igiene orale, fai un bel risciacquo con un collutorio di qualità. Anche in questo caso lascia perdere i prodotti commerciali, piuttosto chiedi al tuo dentista un prodotto da acquistare in farmacia.

Come vedi i problemi che porta una trascurata igiene quotidiana sono molti e spesso anche parecchio invalidanti. Naturalmente per avere una bocca sana non basta solo pulirla con attenzione, è molto importante curare l’alimentazione ed evitare comportamenti molto negativi come il fumare. Non ti scordare nemmeno l’importanza di visite dentistiche periodiche, per effettuare operazioni di pulizia professionale e controllare lo stato di salute dei tuoi denti e gengive.

CASE HISTORY- Implantologia a carico immediato con parodontite

Grazie alla tecnica del’implantologia dentale hai la possibilità di sostituire un dente naturale con uno artificiale, evitando di utilizzare le tanto fastidiose dentiere e di ottenere così ottimi risultati sia estetici sia funzionali. I tipi d’impianti disponibili sono adattabili a varie situazioni, anche nel caso in cui sia presente una patologia come la parodontite, detta anche piorrea, che in quanto infiammazione del tessuto gengivale può portare alla perdita dei denti. L’impianto dentale è costituito da viti in titanio che vengono inserite nell’osso tramite chirurgia, andando a sostituire la radice del dente non più presente, e fornendo sostegno alla capsula in ceramica che andrà a sostituire il dente. Spesso può capitare che l’osso non sia sufficiente per fare da sostegno alla vite perché si è consumato e assottigliato, ma grazie all’implantologia senza osso è possibile ovviare al problema con varie tecniche a seconda della situazione da correggere. Sarà il medico a scegliere se utilizzare innesti ossei, rialzi dei seni mascellari, impianti zigomatici o implantologia a carico immediato in base alla situazione di ogni paziente.

 Implantologia a carico immediato e parodontite: si può?

L’implantologia a carico immediato è uno strumento avanzato che ti permetterà di riacquistare il sorriso senza subire alcun dolore particolare, grazie all’anestesia locale o alla sedazione cosciente che non ti faranno sentire nessun dolore pur restando sveglio. L’implantologia a carico immediato è una tecnica che permette di posizionare la protesi fissa sugli impianti dentali in 24-48 ore, puoi quindi avere la nuova dentatura in un tempo brevissimo senza dover aspettare i tradizionali tre o sei mesi dell’implantologia tradizionale a carico differito. Questa tecnica si può applicare anche in persone affette da parodontite, anche in situazioni di grave deterioramento dell’osso.

Caso studio di impianto a carico immediato con parodontite

Come nel caso di una paziente di quarantotto anni che presentava una parodontite avanzata su entrambe le arcate. Questa grave forma di piorrea aveva negli anni compromesso non solo l’aspetto estetico, ma anche la funzionalità della masticazione, diventata ormai difficilissima. Inoltre la signora si trascurava per la paura dell’intervento e del dentista, peggiorando ulteriormente la situazione. Una volta presa la decisione, ormai imprescindibile, di farsi visitare dal dentista, quest’ultimo ha potuto costatare che la situazione era assolutamente recuperabile e che era anche possibile compiere un intervento d’implantologia a carico immediato. Questo perché l’osso presentava dei punti non eccessivamente consumati e che potevano sostenere l’inserimento degli impianti. L’intervento è stato così eseguito in sedazione cosciente, agendo prima sull’estrazione dei denti residui e poi con la pulizia degli alveoli dal tessuto granulare causato dall’infezione. È stato così possibile inserire gli impianti negli alveoli post-estrattivi immediatamente e posizionare la protesi fissa nell’arco delle ventiquattro ore, rendendo la paziente sorpresa e felice per il suo nuovo sorriso, ottenuto senza dolore e conseguenze spiacevoli.

Implantologia senza osso, come funziona

Ci sono però casi in cui l’osso del paziente potrebbe non essere sufficientemente resistente o di spessore per poter inserire gli impianti, in questo caso è possibile effettuare degli innesti di materiali sintetici e membrane per ricostituire il tessuto osseo. Nei casi più gravi invece può essere necessario prelevare tessuto osseo da altre parti del corpo, come le anche o siti intraorali, e successivamente si procede con l’inserimento degli impianti dopo la guarigione in sede dei tessuti. Anche in quest’ultimo caso si esegue anestesia locale o leggera sedazione, tranne che in casi complessi, dove può essere necessaria l’anestesia generale. Non deve però spaventarti l’idea di eseguire questi tipi d’interventi più complessi, questo perché vengono effettuati ambulatorialmente e con anestesie che non faranno sentire nessun dolore o fastidio durante l’intervento. Non deve impensierirti neanche l’utilizzo di materiali ossei sintetici, questo perché si tratta di biomateriali che nel giro di pochi messi sono integrati e gradualmente sostituiti da osso autologo, cioè del paziente stesso, non andando incontro a possibili rigetti da parte del fisico, non ha quindi controindicazioni particolari.

 Implantologia e innesto osseo, possibili controindicazioni

L’intervento d’implantologia effettuato da chirurghi esperti, che analizzano attentamente il caso da trattare e decidono di conseguenza la tecnica migliore da applicare, ti permette di non avere conseguenze e controindicazioni negative. Esistono tuttavia dei rari casi in cui può presentarsi, anche a distanza di anni, un problema chiamato perimplantite, che causa dolore e possibile perdita dell’impianto. La perimplantite è un’infezione degli impianti osteointegrati che si manifesta in principio con sanguinamento gengivale e arrossamento, che possono poi portare a formazione di pus, dolore nella masticazione e riassorbimento dell’osso. Se s’interviene già ai primi sintomi, è possibile curare l’infezione, grazie anche all’intervento dell’igienista dentale che provvederà alla pulizia profonda della gengiva. È importante quindi non sottovalutare tutti quei sintomi che possono sembrare banali, ma che invece preludono a un’infezione ben più grave.

Ponte dentale e impianto, differenze e costi

Il ponte dentale, a differenza dell’impianto fisso, non prevede il fissaggio dei nuovi denti all’osso ma semplicemente l’utilizzo di una protesi mobile che è ancorata a denti fissi. Questi denti che fungono da pilastro sono fresati dal dentista per accogliere l’aggancio del ponte, e in alcuni casi vengono anche devitalizzati, inoltre con il passare del tempo l’osso della gengiva tende a ritirarsi e questo può rappresentare un problema per futuri impianti. Ti sarà chiaro che eseguire un intervento d’implantologia rispetto all’utilizzo di un ponte mobile presenta alcune importanti differenze, come per esempio il fatto di dover sacrificare due denti sani nel caso del ponte per permetterne l’ancoraggio. Inoltre un impianto fisso è come avere i propri denti, dovrai quindi seguire le stesse regole per l’igiene orale che sarà anche più semplice rispetto al ponte mobile. Il costo delle due tecniche varia in certi casi anche di molto, ma è chiaro che l’implantologia rappresenta un vero e proprio investimento a lungo termine sulla propria salute. La differenza di costo è dovuta soprattutto ai materiali utilizzati, infatti, gli impianti prevedono l’utilizzo di viti in titanio che hanno un certo costo, ma che evitano qualunque tipo di rigetto. Il ponte ha prezzi più bassi ma che dipendono anche dal tipo che si utilizzerà, se per esempio si usa un ponte semplice a tre corone o se il ponte sarà su impianti o incollato. Per saper quindi quanto costa una dentiera fissa rispetto a una protesi dentaria mobile, devi tenere conto dei materiali che vengono utilizzati, oltre che al lavoro stesso del dentista e in questo caso i costi variano in base anche al lavoro che dovrà fare dopo un’attenta valutazione del caso, perché ogni persona è diversa dall’altra e gli interventi saranno di conseguenza diversi.

Impianto a carico immediato a Borgomanero e Sesto Calende

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