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    Piorrea o parodontite: che cos’è, cause e sintomi

    La piorrea, nome con il quale viene comunemente chiamata la parodontite, è una patologia di tipo infettivo cronica. 

    Nello specifico si tratta di batteri che attaccano il parodonto, costituito dalla gengiva, il legamento parodontale, il cemento radicolare e l’osso alveolare. Il termine piorrea deriva dal greco ed è composto dalle parole scorrere e pus. 

    I batteri che non vengono rimossi entro 8 ore si trasformano in tartaro provocando il ritiro della gengiva e l’oscillazione del dente che può portare, nei casi più gravi, alla caduta del dente stesso.

    Che cos’è la piorrea o parodontite

    Quando si parla della piorrea, ci si riferisce nello specifico ad una patologia di tipo infiammatorio che va a colpire tutto quello che è l’apparato attraverso cui il dente trova sostegno, ovvero non solo la gengiva, ma anche altri elementi come ad esempio l’osso, i legamenti e il cemento radicolare

    L’apparato di sostegno del dente che è costituito da questi elementi, viene comunemente chiamato parodonto ed è anche per questo motivo che il termine piorrea è stato sostituito, almeno in ambito scientifico, dal più appropriato “parodontite”. 

    Questa patologia, se non curata per tempo e adeguatamente, può portare anche alla caduta dei denti e quindi, conseguentemente, ad una compromissione da un punto di vista estetico, oltre che per quel che concerne la tua salute, che è ovviamente la cosa più importante.

    Gli stadi della parodontite

    Esistono vari stadi di gravità della patologia. Si parla di parodontite cronica per indicare quella più comune fra la popolazione adulta, che se diagnosticata e curata per tempo non comporta nessun danno rilevante ma, in casi contrario, può portare al deterioramento dell’osso, il dente si staccherà dalla gengiva e cadrà.

    Esiste, poi, la parodontite aggressiva, una forma della patologia di più rapido sviluppo che viene diagnosticata ad una bassa percentuale di persone e, infine, la malattia parodontale necrotizzante che colpisce persone affette da altre patologie che diminuiscono le difese immunitarie come tumori o HIV. 

    Nella stragrande maggioranza dei casi il primo stadio di quella che viene definita anche come piorrea, risulta essere una banale gengivite. Le cause di una gengivite possono essere le più disparate, ma la più comune è, come spesso capite per i problemi relativi ai denti, una scarsa igiene orale. La gengivite si palesa attraverso sintomi quali il sanguinamento delle gengive quando vengono spazzolate oppure quando si mangia qualche cibo particolarmente duro da masticare.

    Il secondo stadio di quella che se non curata in tempo può arrivare ad essere una vera e propria parodontite, inizia nel momento in cui la gengivite viene trascurata: a questo punto si possono creare delle vere e proprie tasche parodontali, zone della bocca in cui le gengive si sono ritratte così tanto che la saliva non ha più modo di raggiungerle. Questo comporta il fatto che queste zona diventano un habitat naturale perfetto per i batteri e per l’infezione da essi portata, la quale può arrivare a intaccare l’osso o il parodonto che trova posto alla base del dente. A questo punto, nel secondo stadio di questa patologia, a trovarsi sotto attacco sono anche quelle cellule che hanno l’importante compito consistente nel garantire solitamente il rigeneramento dell’osso.

    Il terzo stadio della parodontite, ovvero il più avanzato, è quello in cui la situazione è talmente compromessa da dover spesso far prendere al dentista la decisione più drastica e dolorosa non solo da un punto di vista clinico, ma anche estetico: quella di togliere il dente prima che questo cada in modo naturale.

    Quali sono le cause ed i sintomi della piorrea 

    Le cause sono generalmente da attribuire alla scarsa igiene dentale ma anche all’avanzare dell’età che comporta normalmente il ritirarsi delle gengive.

    La paradontite può insorgere anche per via di altri fattori come il fumo, la cattiva alimentazione, lo scarso o nullo apporto di calcio, i denti non allineati che favoriscono l’accumulo di tartaro in zone difficili da raggiungere e pulire correttamente e l’alcol, che fa male ai denti a prescindere dalla presenza o meno di piorrea.

    I sintomi nella malattia sono costituiti da sanguinamento gengivale, alitosi, dolore e denti che si muovono, prurito alle gengive, presenza di pus fra il dente e la gengiva nei casi più gravi.

    Tra i sintomi che appaiono quando ormai la piorrea è in stato avanzato, vi sono la recessione gengivale, dolore ai denti ed anche la comparsa di spazi tra un dente e l’altro. 

    Quando questi sintomi fanno la loro comparsa, significa che questa patologia è ad uno stadio avanzato e dovrai quindi correre dal tuo dentista di fiducia, per cercare di arginare il problema prima che sia troppo tardi.

    Come gli alimenti influiscono sulla formazione della piorrea 

    Spesso tra i vari fattori che fanno scaturire la piorrea e portano alla perdita dei denti vi è anche l’alimentazione. Alcuni studi recenti hanno infatti dimostrato che a volte le cure specifiche da sole non bastano se esse non vengono abbinate ad una corretta e sana nutrizione.

    La dieta esclusiva per questa malattia dentale riuscirà a incidere positivamente sulle zone più infiammate ed a contrastarle. In particolar modo, in questo periodo di tempo, occorrerà seguire una dieta bilanciata favorendo il giusto apporto di carboidrati raffinati, aminoacidi, vitamine e zinco. Seguire una giusta alimentazione permetterà di prevenire l’estensione e la gravità della malattia parodontale.

    Una varietà di sostanze nutritive hanno un impatto importante sulla salute parodontale e si possono identificare in due tipi: micronutrienti e macronutrienti.

    I micronutrienti sono gli alimenti richiesti dal corpo in piccoli quantità ed essi includono la vitamina A, C ed E mentre i macronutrienti sono le proteine e carboidrati e i grassi ma anche ossigeno ed acqua.

    Gli alimenti contribuiscono sia allo sviluppo che al peggioramento dei denti, infatti essi sono in grado di far maturare la dentina e lo smalto ma se consumati in quantità irregolare possono causare, tra le varie patologie, anche la perdita dei denti.

    Assumere troppi carboidrati influirà sulla malattia aumentando ad esempio il rischio di carie dentali. Assolutamente quindi da evitare soprattutto in questo periodo sono gli alimenti ricchi di calorie e grassi che potrebbero non favorire il ripristino del sistema immunitario. 

    Lo zucchero è fra questi il nemico numero uno. La sua irregolare assunzione contribuisce infatti a formare la placca e le carie dentali favorendo allo stesso tempo la malattia parodontale. I batteri, che si formano sulle cavità dentali, sono in grado di produrre acido, causa della principale della perdita dentale.

    Occorrerà quindi anche evitare di mangiare spesso pietanze con un’alta percentuale di zuccheri per non agevolare la comparsa e l’espansione di placca e carie.

    Anche l’obesità o l’eccessivo grasso corporeo, in particolar modo nei soggetti più anziani, spingono a l’insorgere di un maggiore sanguinamento gengivale mentre l’assunzione di omega 3 avrà di sicuro un effetto più positivo sulla tua salute dentale.

    Gli alimenti che invece devono essere assunti regolarmente per favorire una corretta ripresa della malattia dentale sono le vitamine. Tra esse la vitamina D che facilita l’assorbimento di minerali come il calcio, magnesio e ferro. La sua irregolare assunzione porta ad una carenza alimentare che può causare infiammazione parodontale soprattutto su soggetti che hanno oltre 60 anni oppure tra i più piccoli, quindi circa 12 anni. 

    Indispensabile tra tutte è la vitamina C perché se non viene assunta correttamente rischia di far scaturire lo scorbuto, una malattia dentale molto grave a cui è legato il rischio serio di perdere i denti. Per quanto riguarda invece le proteine, la sua carenza non sembra portare ad un’infiammazione locale ma può solo favorire e riuscire in minor tempo a facilitare la riparazione del tessuto osseo. Gli alimenti che quindi dovrai prediligere con l’insorgere di questa malattia parodontale sono quelli essenzialmente ricchi di calcio e magnesio e non superare la soglia massima di zuccheri e grassi consentita.

    Nel caso di parodontite abbinata a diabete occorre fare avere una maggiore attenzione. La piorrea porta effettivamente ad un aggravamento del controllo glicemico nei pazienti affetti da diabete facendo aggravare così tutta la situazione a livello dentale, ma non solo. In questo particolare caso vi sarà anche il rischio di avere altre complicanze come malattie cardiache e renali. 

    Questo potrebbe portare alla perdita dei denti ma anche a problemi molto più gravi che possono indurre anche alla morte. Le due malattie sono quindi di per sé collegate, perché è proprio il diabete a far aumentare la possibilità di andare in contro ad una parodontite grave.

    La prevenzione della parodontite

    Anche se non si ha ancora nessuno di questi sintomi è comunque importante una buona prevenzione per evitare l’insorgere della patologia, che è piuttosto comune. Come abbiamo visto, la causa principale della malattia è la scarsa igiene orale e le rare visite di controllo dal dentista che, ricordiamo, andrebbero fatte almeno una volta all’anno.

    Di conseguenza, il primo è più efficace meccanismo di prevenzione è la pratica della pulizia dentale professionale da effettuarsi almeno 1 o 2 volte l’anno presso il proprio dentista. Oltre a questo è fondamentale l’igiene orale quotidiana; lavarsi i denti dopo ogni pasto, utilizzare filo interdentale e collutorio.

    Oltre a questa prassi quotidiana anche una dieta sana, ricca di verdure e povera di zucchero, contribuirà alla salute dei tuoi denti. È molto importante non fumare e limitare il più possibile l’uso di alcol, che ti aiuterà a prevenire molte altre patologie oltre alla parodontite.

    Tuttavia, se dovesse essere troppo tardi per fare prevenzione, la prima cosa da fare senza indugio è recarsi dal dentista per capire prima di tutto a che punto è la patologia, per poi decidere quali metodi usare per curare la piorrea

    Rimedi e cure per la piorrea

    Vediamo ora quali sono i rimedi contro la piorrea. La dentiera, che una volta era l’unica strada percorribile, oggi è decisamente residuale come soluzione, visti i progressi fatti dalla scienza. Il dentista potrà infatti valutare, dopo una attenta analisi della situazione e dello stadio della patologia, se vi è la possibilità di intervenire con la chirurgia plastica paradontale.

    Appurato che solo un dentista può affrontare al meglio la situazione, vi sono rimedi naturali e medici decisamente utili per curare la piorrea. Per evitare il trattamento chirurgico, risolutivo, ma non accettato da tutti i pazienti per la sua invasività, esistono infatti alcune cure alternative, la cui efficacia dipende dalla gravità del disturbo.

    Rimedi naturali

    Un possibile rimedio è il propoli. Si tratta di una sostanza con spiccata azione antinfiammatoria e lenitiva che contribuisce a diminuire l’arrossamento ed il gonfiore del tessuto gengivale; essendo dotata di una efficace attività antibatterica, si comporta come agente battericida uccidendo i germi patogeni. Solitamente viene applicata in forma liquida oppure spray

    Betulla ed aloe vera sono due piante dotate di proprietà lenitive, in grado di attenuare i sintomi collegati al disturbo, disponibili sotto forma di gel oppure di prodotti per uso topico. 

    Il pepe nero si comporta da potente antibatterico contribuendo ad eliminare la placca; inoltre agisce migliorando l’irrorazione sanguigna del tessuto gengivale infiammato. 

    Echinacea ed eleuterococco agiscono potenziando la funzionalità del sistema immunitario per contrastare l’attacco dei microrganismi infettanti.

    Laser terapia

    Il trattamento laser è in grado di raggiungere localizzazioni dal difficile accesso, lavorando su tessuti sia duri (osso) che molli (gengive). 

    Si tratta di un intervento non invasivo ed assolutamente indolore, che garantisce un buon risultato in un’elevata percentuale di casi. 

    In considerazione del fatto che i raggi laser non riescono ad uccidere i batteri e neppure a rinforzare i tessuti molli, la laser terapia deve comunque venire affiancata da altri interventi terapeutici per garantire un’assoluta efficacia.

    Curettes professionali

    Si tratta di strumenti manuali che, mediante movimenti oscillatori, sono in grado di rimuovere gli agenti patogeni dalla corona dentale e dalla superficie radicolare; spesso i microrganismi si localizzano anche a livello delle tasche parodontali dove causano frequenti fenomeni di scollamento della gengiva dal dente.

    Ultrasuoni

    Anche in questo caso vengono impiegati strumenti meccanici che, tramite onde sonore ad elevata frequenza, riescono ad eliminare la carica batterica, assicurando una decontaminazione del parodonto.

    Trattamento farmacologico

    Il trattamento elettivo per la parodontite si basa sull’impiego di FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei), su acido acetilsalicilico (aspirina), su paracetamolo (tachipirina). In alcuni casi possono essere consigliati anche medicinali corticosteroidi ad elevata azione antibatterica, in particolare la clorexidina.

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