La rigenerazione è una tecnica che serve a ricostruire l’osso mandibolare, o meglio, ad aumentarne lo spessore.
Esistono diverse tecniche per ottenere questo risultato. Si tratta, in genere, di un materiale biocompatibile che creerà il nuovo tessuto osseo.
Il materiale utilizzato può avere diverse origini, in alcuni casi viene prelevato un piccolo pezzo di osso dalla mandibola stessa del paziente, altre volte si usa un osso sintetico che richiede un tipo di intervento più semplice in quanto non è necessaria l’estrazione dell’osso vero e proprio.
Altre tecniche di rigenerazione ossea prevedono l’utilizzo di osso bovino adeguatamente trattato. L’intervento di rigenerazione ossea, o innesto osseo dentale, viene praticato su pazienti con poco osso che affronteranno un intervento di implantologia dentale.
Rigenerazione ossea: i tempi di guarigione e rischi
La tecnica di rigenerazione ossea ha tempi molto lunghi di guarigione ed i risultati non sono sempre pronosticabili. Uno dei maggiori rischi dell’innesto osseo dentale è la perimplatite: a seguito dell’inserimento dell’impianto, l’osso, con il tempo, si ritira. Ciò può comportare la necessaria rimozione dell’impianto. Altre tecniche chirurgiche suggeriscono l’utilizzo dell’osso residuo del paziente, molto meno soggetto a ritirarsi con il passare del tempo comportando così un risultato più duraturo.
Il rialzo del seno mascellare
I seni mascellari sono delle cavità che si trovano al di sotto degli zigomi, sono rivestiti da una sottile membrana soggetta ad infiammazioni che la possono fare gonfiare. Si tratta di quattro cavità presenti all’interno delle ossa del cranio, comunicanti tra loro e con le cavità nasali tramite canali ossei e orifizi. La loro formazione, probabilmente, è legata a quei processi evolutivi che hanno permesso un alleggerimento delle masse ossee del cranio. In base all’osso cranico che scavano, ai seni viene assegnato un nome differente. Il seno etmoidale scava una porzione di osso etmoide, quello che delimita le cavità orbitarie e quelle nasali.
L’osso sfenoide, che forma la parte posteriore della volta delle cavità nasali, è invece scavato dal seno sfenoidale. Il seno frontale è la cavità che si trova nell’osso frontale della scatola cranica. Infine, l’osso mascellare, che si articola con la maggior parte delle ossa del massiccio frontale, è scavato dal seno mascellare, detto anche “antro di Higmoro”, che è il più ampio dei seni paranasali. Questa cavità, che raggiunge il massimo grado di volume e pneumatizzazione al termine dell’adolescenza, ha una forma piramidale e occupa una grossa parte dell’osso mascellare.
Per rialzo del seno mascellare si intende una tecnica che prevede l’inserimento di biomateriale al fine di inserire l’impianto dentale nell’arcata superiore. I tempi di guarigione sono molto lunghi, da un minimo di 9 a un massimo di 12 mesi. Questo tipo di intervento, inoltre, porta con sè diverse controindicazione in quanto può causare, oltre alla perforazione della membrana stessa, cisti e sinusiti che hanno un effetto diretto sulla salute dei denti.
Quali sono le tecniche di rialzo del seno mascellare: il grande rialzo
A seconda delle condizioni del paziente si possono adottare diverse tecniche chirurgiche di rialzo del seno mascellare al fine di aumentare il volume osseo perduto. Dopo una diagnosi dettagliata eseguita anche attraverso radiografie, TAC e ortopanoramica, l’impiantologo potrà optare per un grande rialzo del seno mascellare, scelta obbligata se non è possibile inserire un impianto. La percentuale di successo dell’intervento è del 90%, e va diminuendo leggermente con il passare degli anni.
Dopo l’operazione è importante seguire alcune raccomandazioni basilari, comunque non eccessivamente impegnative:
- è assolutamente vietato fumare, praticare sport che potrebbe causare il sanguinamento della zona operata, prendere aerei o fare immersioni subacquee per almeno 30 giorni
- controllare che non si verifichi l’insorgenza di infezioni; in ogni caso è prassi comune l’assunzione di antibiotici ed antinfiammatori in chiave preventiva
- prestare maggiore cura e attenzione all’igiene orale, contrastando la formazione di tartaro e placca batterica, effettuando la pulizia almeno tre volte al giorno e servendosi regolarmente dell’ausilio del filo interdentale per rimuovere i residui di cibo e la placca batterica tra gli spazi interdentali
- svolgere regolari controlli dallo specialista di tua fiducia, in particolare nei mesi successivi alla rigenerazione ossea, anche per riscontrare la perfetta integrazione con il resto della mascella.
Il piccolo rialzo del seno mascellare
Il piccolo rialzo del seno mascellare è una tecnica chirurgica nata a metà degli anni Novanta, consiste nel fratturare 2 millimetri dell’osso residuo del paziente e nel successivo inserimento di biomateriale. Anche in questo caso i tempi di guarigione sono piuttosto lunghi e rischi e controindicazioni sono gli stessi citati in precedenza.
Rigenerazione ossea: pseudocisti mucosa del seno mascellare
Una delle più comuni conseguenze degli interventi di innesto osseo dentale è la pseudocisti mucosa del seno mascellare. Sono formazioni benigne e la loro crescita avviene in maniera asintomatica, a meno che non sia oggetto di infezione, in questo caso potrebbero presentarsi febbre e dolore.
A seguito di un esame radiografico il medico potrà valutare se sia necessario aspirare o meno la cisti. Una fattispecie particolare di questo tipo di cisti è la cisti odontogena del seno mascellare che può causare la distruzione dell’osso.
Sintomi possono insorgere quando la cisti raggiunge una notevole dimensione, saranno frequenti le emicranie, sinusiti, la difficoltà a respirare e masticare. Come dicevamo, comunque, la pseudocisti mucosa del seno mascellare è nella stragrande maggioranza dei casi benigna, non richiede nessun particolare tipo di intervento. Nel caso di impianto dentale nell’arcata superiore, però, potrebbe rivelarsi necessaria l’asportazione.