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    Recessioni gengivali: perché le gengive si ritirano? Cause, sintomi e rimedi

    La recessione gengivale è una patologia dentale che riguarda il ritiro della gengiva verso il margine apicale, ovvero quella zona della bocca dove si trova la radice del dente.

    Questa situazione, oltre ad essere esteticamente disturbante, può portare ad avere ulteriori disagi, come ipersensibilità dentale, infiammazione e, nei casi più gravi, piorrea. Visivamente la recessione gengivale si può notare nella forma più allungata dei denti, fatto dovuto ad un’esposizione maggiore di questi rispetto al normale, proprio a causa del ritiro verso il basso della gengiva.

    Solitamente i denti più soggetti a questo fenomeno sono canini e premolari, ma tutta la dentatura è potenzialmente a rischio se non si effettua un’adeguata igiene orale.

    Quali sono i sintomi, le possibili cause e quale la terapia da seguire per una pronta guarigione?

    Classificazione delle recessioni gengivali

    Le recessioni gengivali vengono classificate in modo clinico per distinguerle e permettere al dentista di risolvere il problema nel migliore dei modi inquadrandolo in termini di prognosi e terapia.

    La classificazione di Miller stabilisce che la linea muco-gengivale rappresenta una barriera anatomica, vediamo come è composta:

    • I classe: si tratta di una recessione gengivale che non ha estensione che raggiunge la linea muco-gengivale e non riguarda il tessuto duro e molle di livello interprossimale.
    • II classe: le recessioni gengivali raggiungono o superano il limite muco-gengivale ma le papille e i picchi ossei non sono coinvolti.
    • III classe: in questa fase la migrazione della gengiva si definisce recessione apicale, in questo caso si ha una perdita di osso interprossimale alla giunzione tra smalto e cemento in modo verticale.
    • IV classe: le recessioni apicali della linea muco-gengivale con calo osseo interprossimale in posizione apicale rispetto al ritiro gengivale stesso.

    A cosa serve questa classificazione?

    La classificazione di Miller consente al dentista di prendere la giusta scelta di trattamento:

    • la copertura completa della radice è possibile solo in tipo di recessione di classe 1 e classe 2;
    • la copertura parziale delle radici è possibile nel tipo di classe 3;
    • nessuna copertura delle radici è possibile in classe 4: quindi non è un mezzo per iniziare un intervento chirurgico.

    Le cause della recessione gengivale

    Le cause della recessione gengivale possono essere sia traumatiche che fisiologiche.

    Per quanto riguarda le prime, la scorretta pulizia del cavo orale sembra essere la causa principale del ritiro gengivale. Per evitare di contrarre questo disturbo ricordati di spazzolare i denti in senso verticale, dall’alto verso il basso, e di non fare movimenti in senso orizzontale. Preferisci inoltre l’uso di uno spazzolino elettrico, per pulire i denti uno ad uno, oppure un normale spazzolino con impugnatura dalle setole morbide. 

    Una corretta igiene dentale può aiutarti sin da subito ad alleviare i disagi del ritiro gengivale mentre, se la tua situazione è cronica, puoi considerare di sottoporti ad un intervento di chirurgia. 

    Spazzolare i denti in modo inadeguato, o con lo strumento sbagliato, può essere una delle cause del ritiro gengivale, ma non di certo l’unica. Ci sono tante altre abitudini scorrette ma anche fisiologiche dei singoli soggetti che possono facilitare il fenomeno della recessione gengivale. 

    Tra quest’ultime rientrano sicuramente patologie come la malocclusione dentale, denti storti, gengiviti, disturbi alimentari come ad esempio la bulimia, la parodontite o piorrea, lo scorbuto, le malattie ereditarie gengivali ed altri fattori genetici come gengive sottili, radici dei denti molto sporgenti e anche disfunzioni ormonali. 

    Le anomalie della mucosa rientrano tra le cause fisiologiche dell’abbassamento delle gengive e, tra queste, viene annoverato il frenulo corto, quel piccolo segmento unisce il labbro superiore al palato ed il labbro inferiore all’arcata dei denti.

    Piercing sulla bocca e sulla lingua si aggiungono alla lista delle possibili cause in grado di provocare il ritiro della gengiva. In questo caso, a causare il fastidio, sarebbe proprio lo sfregamento del gioiello contro la stessa. Vizi come quello di masticare tabacco e fumare, oltre ad essere complici dei tumori, possono causare stress e facilitare la recessione gengivale nei soggetti che ne sono avvezzi.

    Tra i tanti motivi va citata l’abitudine a serrare i denti in momenti di particolare stress: quest’ultima abitudine ha anche una denominazione scientifica, visto che viene definita “bruxismo“.

    La recessione gengivale può inoltre essere causata dai denti sporgenti. Nei casi più gravi, è necessario ricorrere all’impianto dei denti stessi, per riuscire a ripristinare una dentatura il più possibile corretta, e il conseguente ripristino delle funzioni masticatorie e fonetiche compromesse dalla patologia.

    Sintomi della recessione gengivale

    Il ritiro delle gengive è un disturbo che riguarda solitamente gli adulti di età superiore ai 40, ma i primi sintomi possono notarsi anche a partire dall’adolescenza. Essendo spesso il risultato di abitudini sbagliate infatti, la recessione gengivale non si presenta necessariamente come un disturbo improvviso e già cronico.

    Uno dei primi sintomi a presentarsi in seguito all’inizio del disturbo del ritiro delle gengive è quello dell’ipersensibilità causata dall’esposizione del colletto dentale al caldo, al freddo ma anche al contatto.

    Proprio per questo potrebbe essere difficile eseguire un’accurata pulizia dentale, con il rischio di aggravare la situazione per l’insorgenza di batteri come le carie e tartaro e placca in eccesso. Le gengive in questo stato tendono a sanguinare, ad essere molto infiammate, arrossate e gonfie, con la conseguenza di far sembrare i denti più lunghi e con radici in vista.

    Al ritirarsi della gengiva, la radice che emergerà (che è di un colore più giallino rispetto allo smalto della corona), farà sembrare che i denti abbiano cambiato la loro tonalità di colore. In realtà sarà solo un’effetto ottico. Il colore più tendente al giallo, potrebbe anche essere causato da una presenza massiccia di tartaro consolidato.

    Inoltre quando è presente anche una parodontite, (con accumulo di tartaro o materiale in lenta decomposizione nelle tasche gengivali), con molta probabilità si soffrirà anche di alitosi; oltre a ciò, si avranno anche frequenti momenti in cui si avvertirà un gusto sgradevole in bocca.

    Prevenzione

    Una buona abitudine da adottare per prevenire il restringimento delle gengive è quella di effettuare spesso un’igiene dentale professionale. Il trattamento di igiene orale professionale andrebbe eseguita almeno una volta ogni sei mesi o almeno una volta in un anno.

    In questo modo eviterai un accumulo eccessivo di placca e tartaro sui denti, in modo da creare un ambiente sfavorevole alle carie e a fastidi come piorrea e gengivite, condizioni che aumentano le possibilità di un’eventuale recessione gengivale.

    Devi abbinare alla pulizie dei denti professionali quella quotidiana, con spazzolino e filo interdentale adeguati alla tua tipologia di denti. (ricordati di fare movimenti dolci e dalla gengiva verso il dente, preferendo dentifrici con fluoro che non svolgano azione sbiancante). Se vuoi maggiori informazioni, puoi leggere il nostro articolo su come prevenire la recessione gengivale.

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