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    Malocclusione di prima classe scheletrica: che cos’è

    Quando chiudi la bocca noti che le due arcate dentali non aderiscono perfettamente? Potresti avere un difetto di malocclusione, causato a monte da un problema, strutturale o funzionale, di mandibola o di mascella: essendo un disordine di pertinenza scheletrica, puoi capire perché si utilizzi questo termine.

    Il condizionale, al riguardo, è d’obbligo, poiché solo uno specialista è in grado di fare diagnosi, verificare la natura del sintomo e quanto vi sia probabilità di complicazioni nel breve o nel lungo periodo. Pertanto, quanto segue ha solo finalità informativa.

    Cause e sintomi di malocclusione di prima classe scheletrica

    Di origini incerte, questo disturbo presuppone una componente ereditaria, ma può apparire, in alcune forme, anche in seguito a traumi, comportamenti scorretti e patologie: improvvise perdite di equilibrio che portano a cadere, digrignare i denti nel sonno e senza alcun controllo cosciente, danneggiamenti derivanti da cure inadeguate; l’abitudine, tra i bambini, di tenere il succhietto o il pollice in bocca e alcune forme di cancro al cavo orale sono alcuni esempi che causano un’anomalia nella chiusura delle arcate dentali.

    Ma quali sono i livelli di malocclusione?

    Lo studioso statunitense Edward Angle, verso la fine del XIX secolo, ha operato una distinzione in merito, definendo il livello scheletrico di primo grado, insieme a quelli secondario e terziario nei quali sussiste un’alterata adesione tra le arcate.

    Nella malocclusione scheletrica di prima classe, per contro, i molari stanno adeguatamente a contatto ed il loro rapporto risulta idoneo. Questa classificazione, seppure incompleta, ha rappresentato una base di partenza per la gnatologia e la sua evoluzione insieme a quella, più in generale, dell’ortodonzia in quell’epoca.

    Stabilirne il grado viene fatto tramite l’esame della mandibola a riposo e in attività, in apertura ed in chiusura, che si tratti di parlare, inghiottire o masticare.

    Nella prima classe, a differenza delle altre due e come già anticipato, si riscontra un corretto contatto tra i molari, ma con probabili alterazioni che si ripercuotono anche su zone del corpo senza alcun apparente collegamento con il cavo orale (ad esempio, problemi di postura oppure dislivelli tra i due lati del corpo, con possibili scompensi anche se la dissimmetria è minima): in altre parole, guardando una teleradiografia, puoi notare che i molari combaciano, ma con possibili alterazioni evidenti ad impatto visivo; da qui puoi capire come un rapporto molare idoneo non sia una condizione sufficiente a garantire un’armonizzazione delle arcate e un benessere generale.

    Effetti della malocclusione di prima classe scheletrica

    Tutto ciò porta ad importanti conseguenze, sui profili dell’estetica e della salute, di cui alcune ben note: conoscerai gli inconvenienti estetici dovuti ad una limatura per continuo sfregamento tra le arcate, a denti mancanti o al loro accavallamento, per passare a fenomeni cariogeni e di sanguinamento delle gengive, fino ad arrivare a compromissioni nel masticare e ad alterazioni nel parlare (se non, addirittura, nel respiro), nonché a fastidiosi mal di testa: in caso di dubbi, puoi prestare attenzione all’eventuale verificarsi di qualcuna tra queste circostanze.

    Puoi capire facilmente la ragione di tale varietà di sintomi: l’area oro-facciale (altrimenti definita come “sistema stomatognatico”) è un punto d’ incontro e comunicazione tra vari organi che devono assolvere compiti diversi in modo perfetto.

    Possibili soluzioni alla malocclusione di prima classe scheletrica

    Pur potendo evidenziare gli stessi problemi del secondo e del terzo grado, le malocclusioni di prima classe scheletrica sono meno complicate da trattare: come già anticipato, i molari combaciano adeguatamente e non risulta indispensabile attuare modifiche alla loro sede; mascella superiore ed inferiore, infatti, risultano in rapporto corretto.

    Semmai gli interventi mireranno a riequilibrare gli scompensi da esse generati: correggere un mancato contatto tra incisivi superiori ed inferiori o quando, al contrario, quelli di sopra coprono i sottostanti (trattasi rispettivamente di “morso aperto” e “morso chiuso”); oppure dilatare le arcate mediante espansore in presenza di morso crociato (detto anche “profondo”). Altre azioni consistono nell’arrestare lo sfregamento dei denti durante la notte (bruxismo), riallineare quelli accavallati con dispositivi opportuni e costruiti su misura, sistemare le otturazioni saltate.

    Alla luce di ciò, puoi comprendere come questo disturbo sia risolvibile e quanto possa incidere sulla tua vita ripristinare lo stato di salute ideale anche per i denti, migliorando considerevolmente la qualità delle tue giornate e riuscendo a svolgere attività che al momento potresti non essere in grado di affrontare: a questo punto, le valutazioni sulla scelta di affidarti a qualcuno che ne abbia titolo spettano solo a te.

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