Che cos’è la piorrea
La piorrea viene chiamata anche con il nome di parondite oppure malattia parodontale in quanto va a colpire il parodonto, cioè la gengiva ligamento parodontale e l’osso mascellare o mandibolare sottostante. Si tratta dei tessuti che sostengono e ancorano i denti facendoli rimanere stabili. Esistono diverse cause di questa patologia, tuttavia, se la malattia viene trascurata non curata con un’adeguata terapia, le gengive e l’osso tendono a ritirarsi. Nel lungo periodo questo atto porta alla caduta dei denti, anche se sono perfettamente sani, in quanto viene a mancare il loro sostegno. Al tempo stesso è necessario intervenire sulle cause di questa malattia per evitare che si ripresenti dopo breve tempo. Inoltre le cure possono essere diverse a seconda dei attori scatenanti. Tra le cause più comuni si ricordano la cattiva igiene orale e la conseguente placca batterica che si sedimenta intorno al margine gengivale. Altre ragioni possono essere il umo, le malocclusioni acquisite oppure congenite e la predisposizione genetica. Si consiglia di sottoporsi a un sondaggio parondontale e a un esame radiologico per verificare lo stato clinico delle gengive e dell’osso ed effettuare una diagnosi sulla quale basare il trattamento.
Terapia e trattamenti per la piorrea La piorrea è una malattia aggressiva e grave, quindi è bene intervenire rapidamente per arrestarne l’evoluzione e impedire la perdita dei denti. Innanzitutto bisogna agire sotto l’aspetto della pulizia e dell’igiene orale sottoponendo il paziente a una o più sedute professionali nell’ambulatorio odontoiatra o dentistico. Quindi si realizzano interventi di scaling per rimuovere la placca e il tartaro che si sono accumulati sotto il margine gengivale. In alternativa si può optare per la tecnica della levigatura radicolare che viene eseguita in anestesia locale. Anche questo intervento ha lo scopo di eliminare completamente il tartaro nascosto sotto la gengiva e nelle tasche parodontali. La pulizia professionale, lo scaling e la levigatura radicolare sono soluzioni suffìcienti nei casi meno gravi di piorrea, soprattutto se il paziente da questo momento presta attenzione alla cura del cavo orale e alla pulizia della dentatura. Al tempo stesso è bene che i pazienti fumatori interrompano quest’abitudine in quanto le tossine del umo favoriscono l’azione dei batteri della placca. Invece negli stadi più avanzati diventa necessario la messa in opera di interventi di ricostruzione gengivale e di rigenerazione ossea in quanto la perdita dei tessuti risulta essere di notevole gravità. Quando si ha a che are con riassorbimenti ossei del 60-70% le compromissioni parodontali rendono difficile il mantenimento in sede dei denti. Si tratta di interventi chirurgici rigenerativi oppure resettivi. Nel primo caso si realizzano innesti gengivali e di biomateriali per sostituire i tessuti perduti. Nella seconda situazione si mettono in atto soluzioni di rimodellamento del tessuto osseo e di plastica gengivale. La scelta di quale sia la tecnica più adatta viene effettuata dal medico che segue il paziente, valutando nel dettaglio la gravità del caso in questione e lo stato di salute del soggetto. In genere gli interventi rigenerativi vengono realizzati quando le compromissioni parondontali sono più estese e profonde.
Cure farmacologiche per la piorrea In genere la piorrea si manifesta durante le prime asi come una malattia asintomatica, quindi è necessaria una visita da parte di un dentista oppure di un odontoiatra per diagnosticarla precocemente ed evitare che diventi irreversibile. Per tenere sotto controllo le infezioni batteriche che colpiscono le gengive è bene associare al trattamento di pulizia in ambulatorio la somministrazione di farmaci antibiotici. Bisogna comunque tenere a mente che questi medicinali possono essere assunti soltanto dietro prescrizione medica e che è lo stesso dentista oppure l’odontoiatra che segue il paziente a decidere caso per caso se sia necessario ricorrere anche a armaci antibiotici. Esistono alcune classi di farmaci che risultano essere quelle maggiormente impiegate per la cura della piorrea, ma anche il principio attivo e la posologia devono essere decisi dal medico in base alle caratteristiche stesse del paziente, alla gravità della patologia parodontale e dal decorso della malattia. Per curare le infezioni che interessano il tessuto molle della bocca in genere si impiegano antibiotici a base di doxiciclina (penicillina), come il miraclin, il doxicicl, il bassado e il periostat. La dose indicativa è pari a 100 mg da assumere ogni 12 ore per via orale. A volte si assumono al tempo stesso per via endovenosa 2 grammi di antibiotici il cui principio attivo è la cefotaxima, come l’aximad, la cefotaxima oppure il lirgosin. Altri armaci coadiuvanti sono quelli a base di clorexidina, che risultano essere buoni antibatterici. In questo caso si inseriscono, dietro controllo medico e sempre nel corso di una visita ambulatoriale, una o più tavolette da 2,5 mg in una tasca parodontale. Infine occorre tenere a mente che esistono alcune sostanze naturali in grado di contribuire alla prevenzione della piorrea perché migliorano l’igiene orale. Invece altre piante medicinali rendono più veloce il percorso di guarigione oppure alleviano i sintomi della piorrea. Tra queste si ricordano la betulla, l’avena, il inocchio, l’equiseto e diverse specie appartenenti al genere echinacea. Si tratta comunque di un trattamento che non può sostituire la somministrazione di armaci antibiotici e gli stessi interventi di pulizia e cura messi in opera in un ambulatorio dentistico.