Gengivite: può essere causa di diabete

Anche se può risultare strano, vi è una correlazione diretta fra malattie gengivali e diabete (e viceversa).

Chi accusa di frequente problemi orali e gengivali (anche gravi, come ad esempio una periodontite), può rischiare fino a due volte di più di andare incontro a diabete (si parla in questo caso di diabete di tipo 2). Nella situazione opposta, un diabetico di tipo 2, rischia fino a tre volte di più problemi gengivali o dei tessuti circostanti, rispetto a chi non è diabetico.

Purtroppo è una sorta di circolo vizioso, che non si può risolvere del tutto (anche perché il diabete può essere trattato, ma non curato), ma in cui si può intervenire per mantenere stabile la situazione, evitando ulteriori rischi per gengive e denti. Per tale ragione dovresti far controllare i denti abbastanza di frequente.

Correlazione tra diabete e gengivite

Come ben noto alla maggior parte delle persone, quando si hanno livelli di glicemia alti, come nel caso del diabete, vi è maggiore rischio di sviluppare danni al sistema nervoso, circolatorio (e di conseguenza occhi e piedi) e renale. Allo stesso modo è coinvolta la bocca, in particolare gengive e denti, in quanto danni ai vasi sanguigni portano ad una riduzione di nutrienti e ossigeno alle gengive, con conseguenti infezioni.

Il problema del diabete è che risulta spesso asintomatico. La scoperta, infatti, è quasi sempre casuale: un prelievo di sangue, ferite che tendono a non rimarginarsi, infezioni ricorrenti, e soprattutto i più frequenti controlli dentali.

Andare dal dentista è infatti un’operazione molto più frequente che farsi un prelievo di sangue di solito. Per tale ragione molti casi di diabete vengono scoperti dai dentisti: in seguito a semplici controlli, possono notare nelle gengive qualcosa che non va’. Per fortuna un controllo frequente dei denti e delle gengive può aiutare a identificare la malattia in tempo, intervenendo il prima possibile, in modo da ridurre eventuali danni, o nel caso dell’apparato dentale, gli eventuali danni alle gengive e la perdita dei denti.

Ma non bisogna pensare che si tratti semplicemente di una conseguenza del diabete. Purtroppo, talvolta la malattia gengivale può essere anche una causa scatenante (infatti si parlava all’inizio di circolo vizioso) del diabete.

Una malattia gengivale, infatti, può scatenare una reazione infiammatoria, che se attivata di frequente può portare al rilascio di tutta una serie di mediatori che portano al rilascio nel sangue di zuccheri e acidi grassi. La presenza di nutrienti ‘incontrollati’ nel sangue, aumenta gli zuccheri che saranno poi presenti nella saliva e di conseguenza nella bocca, favorendo la crescita batterica fra gengive e denti, con tutti i danni conseguenti. A sua volta l’infiammazione aumenterà, facendo iniziare nuovamente il ciclo, fin quando la situazione sarà irreversibile e ancora più grave. Per tale motivo controlli periodici sono importanti e possono aiutare a prevenire situazioni più o meno gravi.

I sintomi ai quali prestare attenzione

Senza necessità di diventare ipocondriaci, potresti andare dal dentista qualora notassi sanguinamento delle gengive durante i pasti o con la semplice pulizia.Questo è uno dei sintomi più comuni della connessione tra gengivite e diabete.

Inoltre bisogna stare attenti alla presenza di alito cattivo e gengive arrossate e gonfie. Ancora, eventuale restrizioni delle gengive e denti traballanti dovrebbero portarti dal dentista per un controllo, specialmente se associati ad ascessi (pus nella gengiva, sinonimo di infezione batterica, causata probabilmente dagli zuccheri lì presenti).

L’importanza delle visite di controllo dal dentista

Per un semplice motivo: tutti questi sintomi vengono avvertiti da chiunque, almeno una volta nella vita, e non sempre sono associabili al diabete (possono essere sintomi a sé stanti). Qualora il dentista notasse una situazione particolare, ti indicherebbe direttamente un consulto dal diabetologo. All’opposto, andare prima dal diabetologo può avere come conseguenza uno spreco di tempo e di denaro, qualora non ci fosse nulla, e in ogni caso bisognerebbe andare in seguito dal dentista. Per tale ragione è più opportuno andare prima a fare un controllo dentale (che andrà comunque fatto), e qualora ci fosse qualcosa di strano, verrai subito indirizzato verso un diabetologo.

Curare l’igiene dentale e gengivale è una pratica molto importante, sia per una questione estetica, sia e soprattutto per una questione salutistica. A tal proposito, durante i controlli dentali, fatti di frequente nell’arco della vita, il dentista può notare ‘qualcosa di strano’ e indirizzarvi direttamente da un diabetologo, se pensa che ci sia la necessità. Vi sono infatti numerose evidenze scientifiche che confermano quanto la salute dentale possa essere direttamente collegata a patologie gravi, come il diabete. Inoltre, eventuali visite periodiche, aumenteranno la salute delle vostre gengive e dei vostri denti, impedendone la caduta.

Per tale motivo i controlli non vanno trascurati, e se fatti di frequente, possono aiutare nella prevenzione di malattie, quali il diabete.

Dentista ad Arona e Trecate

Per rilevare la connessione tra gengivite e diabete è fondamentale rivolgersi a un dentista di fiducia. Odontobi, ad Arona e Trecate, è un centro con odontoiatri specializzati per la cura delle principali patologie dentali.
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Come prendersi cura dei denti ogni giorno quando si è lontani da casa e dagli strumenti più adatti ad una corretta igiene orale

Per avere denti sani l’igiene orale è tutto, ma cosa fare se ci si trova fuori casa e non si ha lo spazzolino da denti? Ecco qualche pratico consiglio.

Perché è importante pulire i denti dopo ogni pasto

Quando mangiamo normalmente restano dei residui sui denti e tra i denti. Questi, a contatto con il ph acido della saliva, creano problemi ai denti, in particolare favoriscono la formazione di placca e tartaro e la formazione di carie che se non correttamente trattate possono portare alla perdita del dente.

Proprio per questo i dentisti raccomandano di lavare i denti dopo ogni pasto principale. Non solo, anche dopo gli spuntini si dovrebbero osservare regole di buona igiene dentale, anzi forse è proprio in tale occasione che si dovrebbe stare più attenti perché gli snack sono ricchi di zuccheri.

Può però capitare di essere fuori casa e non avere con sé lo spazzolino da denti e il dentifricio e allora in questi casi cosa si fa? Puoi semplicemente utilizzare dei metodi alternativi per una corretta igiene orale.

Garze sterili per lavare i denti

La prima soluzione sono le garze sterili, d’altronde anche con i più piccoli il pediatra consiglia di pulire le gengive proprio per questo pratico accessorio che tutti abbiamo in casa.

La garza sterile deve essere effettivamente tale, quindi deve essere in confezioni monouso, aperta, utilizzata e poi buttata per evitare la proliferazione batterica che creerebbe ulteriori danni.

Devi passarla sui denti con un massaggio dall’alto verso il basso e viceversa e in orizzontale sull’arcata dentale. Ovviamente il consiglio è di fare tale operazione sia sulla parte visibile dei denti, sia all’interno. Il suggerimento è di avere sempre qualche garza sterile non cassetto dell’ufficio, in borsa o in auto. In questo modo anche se si mangia al ristorante è possibile curare la propria igiene dentale.

Il metodo dei nonni: la salvia

Un’altra possibile soluzione è la salvia, cioè la nota pianta aromatica solitamente coltivata in balcone e con la quale si insaporiscono carni e non solo.

In realtà già i nostri nonni, soprattutto se dediti a lavori in campagna o alla pastorizia, utilizzavano questo metodo perché consentiva di avere una bocca piacevolmente fresca a lungo.

Le foglie della salvia se passate sui denti con la loro rugosità e particolare morbidezza riescono a portare via i residui di cibo. Inoltre lasciano l’alito piacevolmente profumato e sbiancano i denti, proprio per questo la salvia è contenuta anche in molti dentifrici.

Per pulire i denti con la salvia basta prendere una foglia e strofinarla sui denti, proprio come se si stesse utilizzando uno spazzolino da denti.

Il bastoncino Siwak

La terza soluzione è sicuramente molto particolare e non facile da mettere in atto in un contesto urbano. Si tratta del Siwāk: un ramoscello di Salvadora Persica molto utilizzato in Medio Oriente.

Questo viene utilizzato come fosse uno stuzzicadenti e consente di pulire i denti. Contiene silicio, zolfo, fluoro, bicarbonato, potassio e vitamina C, proprio per questo contribuisce a rendere i denti forti e sani. Resta da dire che non è facile da trovare in città, molto più facile forse avere in borsa uno spazzolino da denti e un dentifricio.

La frutta: ecco come usarla per pulire i denti

Anche se non si direbbe, anche la frutta può aiutare a pulire i denti. Meglio chiarire fin subito: molte varietà di frutta hanno un contenuto zuccherino piuttosto alto e quindi sembra ovvio che non possa essere considerata un modo alternativo per pulire i denti. ù

I consigli che qui potrai leggere però vanno oltre il mangiare la frutta. Infatti per pulire i denti è possibile utilizzare la parte interna della buccia della banana, questa deve essere strofinata sui denti e porta via i residui di cibo.

L’effetto sbiancante è assicurato anche passando sui denti la parte bianca della buccia di limone o di arancia. In questo caso oltre a togliere lo sporco dai denti, potrai anche avere l’eliminazione delle macchie gialle.

La buccia delle mele invece contiene acido malico che ha un effetto schiarente. Infine, come dimenticare la verdura? In questo caso ad assicurare la pulizia è la masticazione, devono però essere scelte verdure croccanti come il gambo del sedano, lattuga, carote, cetriolo, naturalmente devono essere masticati a fine pasto.

Gengivite: sintomi e consigli del dentista

Una bocca sana non è semplicemente sinonimo di una dentatura perfetta. La salute del nostro sorriso, infatti, non si limita alla cura dei denti, ma si estende anche a quella delle gengive. I disturbi gengivali non sono meno pericolosi di quelli dentali, soprattutto per il fatto che, nelle fasi iniziali, possono essere asintomatici. La mancanza di dolore o di qualche altro segnale infiammatorio può indurre a trascurare un problema che, nel tempo, rischia di evolvere in patologie più gravi.

Gengivite e parodontite: sono la stessa cosa?

Il disturbo che interessa le gengive prende il nome di gengivite. Di che cosa si tratta? Con questo termine si intende un’infiammazione batterica del tessuto gengivale. I residui di cibo che finiscono per accumularsi tra i denti favoriscono la formazione della placca, patina opalescente ed appiccicosa che si rivela essere una vera e propria calamita per i batteri. Se non viene eliminata correttamente attraverso la pulizia dentale, va incontro a dei processi di mineralizzazione, il risultato dei quali è la produzione del tartaro. I depositi di cibo e batteri così trasformati, particolarmente duri ed adesivi, sono difficilmente rimovibili con un semplice spazzolino. Il loro annidarsi intorno ai denti ed anche all’interno della gengiva può portare a conseguenze dannose per la salute della nostra bocca. La gengivite, infatti, deve essere considerata il primo stadio di una patologia più grave, la parodontite, che va ad interessare le ossa che fanno da sostegno ai denti, con conseguente indebolimento degli stessi e rischio di caduta.

Sintomi della gengivite

L’infezione si manifesta generalmente con gengive doloranti, gonfie ed arrossate. Altri segnali di allarme sono la frequente tendenza al sanguinamento durante l’operazione di spazzolamento ed un persistente alito cattivo. Gengive infiammate è anche sinonimo di gengive sensibili ed una maggior sensibilità al contatto con cibi freddi o caldi può portare a delle fitte dolorose. Se la gengivite evolve in parodontite la sintomatologia diventa ancora più complessa e preoccupante. La prima conseguenza è un progressivo ritrarsi della gengiva dal dente. Il solco gengivale, solitamente largo due o tre millimetri, si dilata e dà origine alle cosiddette “tasche” parodontali, veri e propri spazi di raccolta della placca e della sua colonia batterica. L’infezione, progredendo, finisce per attaccare il parodonto, ossia l’insieme di strutture che sostengono il dente. Andando ad intaccare l’osso alveolare ed il tessuto connettivo, i denti perdono in resistenza e vanno incontro ad una maggiore mobilità. Si assiste, inoltre, ad un aggravarsi dei sintomi prima descritti per la semplice gengivite, con sanguinamento ed alitosi più marcati.

Gengivite: i principali fattori di rischio

Trattandosi di un’aggressione batterica, è chiaro che il primo fattore di rischio è costituito proprio dai microrganismi che trovano terreno fertile nella placca formatasi intorno ai denti. Un’approssimativa igiene orale, quindi, è la principale causa dell’infiammazione gengivale. Tuttavia vi concorrono altri fattori, tra i quali una forte aggravante è rappresentata dal fumo. Le sostanze nocive che contiene riducono la capacità del nostro organismo di contrastare le infezioni. Inoltre, il fumo è in grado di mascherare i segnali indicatori del disturbo: la nicotina, infatti, limitando il flusso del sangue verso le gengive, ne riduce il sanguinamento. Anche un altro sintomo, l’arrossamento, può passare in egual modo inosservato, dal momento che le gengive di un fumatore accanito possono assumere un colore grigiastro. L’indebolimento delle difese immunitarie provocato dal fumo, infine, rende più difficoltoso il processo di guarigione dall’infezione, con il rischio concreto di caduta dei denti. Altre cause della gengivite sono da ricercarsi negli squilibri ormonali (durante la pubertà ed in gravidanza occorre prestare maggiore attenzione), in alcune malattie come il diabete, le patologie immunitarie o le forme leucemiche. Anche l’uso di alcuni farmaci può influire in maniera negativa sulla salute delle nostre gengive. Stress, predisposizione genetica e protesi dentarie completano il quadro.

Come prevenire la gengivite

La gengivite, se individuata e trattata velocemente (prima che evolva in parodontite), può essere risolta senza particolari problemi. La cura dell’infiammazione gengivale parte, infatti, da una corretta igiene dentale che elimini i residui di cibo intrappolati tra i denti e riduca la formazione di placca. Non occorre uno spazzolamento energico, spesso controproducente, ma è sufficiente una pulizia costante, successiva ai pasti o almeno due volte al giorno. È consigliabile sostituire lo spazzolino ogni tre mesi circa, o quando vediamo che le setole sono usurate. È altresì raccomandabile l’uso del filo interdentale. Una volta che si forma il tartaro, il semplice spazzolamento si rivela insufficiente a rimuoverlo e così diventa necessaria una pulizia dentale professionale. Sottoporsi a controlli dentistici regolari è comunque importante per tenere sotto controllo la salute del nostro cavo orale, anche in assenza di chiari sintomi perché, come detto, in alcuni casi possono essere facilmente mascherati o addirittura assenti. Un sano comportamento da adottare è smettere di fumare. I fumatori sono, infatti, tra i principali soggetti a rischio. Infine, curare la propria alimentazione abbondando con frutta e verdura costituisce un’importante forma di prevenzione, dal momento che la mancanza di calcio o vitamine può costituire un’aggravante del disturbo.

Dentista ad Arona e Trecate

Per curare la gengivite serve un dentista di fiducia. Odontobi, ad Arona e Trecate, è un centro con specialisti odontoiatri, per la cura di gengiviti e altre problematiche dentali.

Parodontite (piorrea): quando il colluttorio non basta.

Cos’è la parodontite

La parodontite è un’infezione batterica molto grave che colpisce tutti i tessuti che sostengono il dente, quindi gengive, osso del dente ed infine i legamenti parodontali. La parodontite si presenta quindi come una vera e propria malattia ed è anche molto rischiosa se non curata e trattata prontamente perché causa la perdita dei denti. Fondamentale, ma non solo in questo caso, è sicuramente curare i denti nei modi più precisi che conosci, sia con le pratiche classiche di igiene orale, come spazzolino e filo interdentale, sia recandoti periodicamente dal dentista per una pulizia più profonda e precisa. La parodontite necessita più degli altri problemi dentali, di una corretta igiene perché per far progredire l’infenzione è sufficiente la presenza anche di una minima placca batterica. Questa malattia, chiamata anche piorrea, attraversa varie fasi durante la sua evoluzione, si passa infatti ad un primo stadio in cui si parla ancora solo ed esclusivamente di gengivite fino ad arrivare al suo sviluppo vero e proprio con la causa finale dove si manifesta la caduta dei denti. Spesso la parodontite viene presa sottogamba da gran parte dei pazienti che cercano di minimizzare i segnali d’allarme e si recano dal dentista solo quando ormai la situazione si presenta disperata. La prevenzione che invece occorre utilizzare è sempre molto importante, soprattutto in questo caso, perché accorgersi prontamente dell’infezione gioverà sicuramente sulla tua salute. I primi segnali di allarme che ti faranno pensare e riflettere se sta per insorgere o meno una parodontite sono sicuramente l’alito pesante correlato da un sanguinamento gengivale e della presenza di strani sapori in bocca. Invece quando noterai un vero e proprio sanguinamento, la comparsa di spazio fra i denti fino ad un vero e proprio dolore, la situazione ti starà già sfuggendo di mano. La piorrea si può manifestare a tutte le età e si suppone sia legata ad un accumulo molto elevato di tartaro e placca. Può essere favorita inoltre da malnutrizione, denti storti, fumo ed inoltre per colpa di un eccessivo indebolimento delle difese immunitarie. Inoltre, visto che la parodontite rovina l’estetica dei tuoi denti, questo fattore inciderà negativamente sulla tua autostima.

Come curare la parodontite con rimedi naturali e farmaci Naturalmente appena noti alcuni dei sintomi elencati sopra, ti dovrai recare immediatamente dal dentista per sopporti ad una visita odontoiatrica accurata. Potrebbe aiutarti nel caso di gengive rosse ed infiammate l’utilizzo di uno spazzolino a setole morbide ed anche un semplice massaggio potrebbe alleviare il fastidio. Sono sicuramente da evitare con l’insorgere di questa malattia il fumo, sostanze irritanti ed eseguire invece una dieta bilanciata con maggior apporto di calcio. Spesso anche adoperare un collutorio è utile soprattutto per attenuare il dolore ma in alcuni casi potrebbe non bastare. Molti sono anche i farmaci che vengono utilizzati per soccombere a questa infezione, come antibiotici e varie terapie, ma anche essi si presentano come una situazione non definitiva. Infatti possono far risorgere la malattia con il passare del tempo perché agiscono solo sui batteri superficiali non riuscendo ad eliminare invece quelli che si trovano più in profondità.

I nuovi metodi per combattere la piorrea in modo definitivo Un metodo tutto nuovo e moderno è l’utilizzo del laser parodontale e del microscopio. Questa innovativa soluzione è frutto di tutte le varie tecniche più all’avanguardia nel mondo della tecnologia che risultano essere davvero efficienti. In sostanza, il microscopio, permette di curare le radici malate senza bisogno di aprire le gengive e di procedere quindi ad una operazione, mentre il laser è in grado di eliminare subito tutti i batteri presenti nel cavo orale che non sono raggiungibili da nessun altro strumento o farmaco. La procedura applicata ai tuoi denti sarà estremamente rapida perché fermerà immediatamente il sanguinamento delle gengive rigenerando nello stesso tempo i tessuti. Inoltre il laser è completamente indolore e non servirà nemmeno procedere con l’anestesia. Questa nuova innovazione permetterà di non doverti sottoporre a nessun intervento chirurgico tradizionale e si tratterà di una situazione definitiva in quanto permetterà alle gengive di risanarsi e quindi di evitare la caduta dei denti. Occorrono naturalmente più sedute a seconda della gravità riscontrata nei singoli casi. L’obiettivo resta comunque quello di salvare per quanto possibile i denti cercando quindi di non doverli estrarre inserendone poi degli altri finti. In realtà alcuni studi scientifici spiegano che l’utlizzo del solo laser non è sufficiente per ottemperare alla malattia parodontale in quanto deve essere abbinato ad altre cure. Altri strumenti particolari come le curettes professionali, permettono di risolvere definitivamente l’infenzione in qualche settimana grazie a dei movimenti oscillatori applicati nella zona lesa. L’ultima spiaggia, che il dentista cerca sempre di evitare e di utilizzare sono nei casi più disastrosi, è l’intervento chirurgico vero e proprio. Esso può essere effettuato in diversi modi ad esempio attraverso la chirurgica resettiva che permette di modellare l’osso dentale eliminando il tartaro presente, oppure con la chirurgia rigenerativa che è in grado di far ricrescere un nuovo tessuto attraverso l’utilizzo di appositi materiali. Tutte queste cure odontoiatriche sono comunque definitive e permettono la rinascita del tua bocca e del tuo benessere.

Recessione gengivale a 20 anni. Risolvere un problema non solo estetico

Se pensi che la recessione gengivale sia un problema riguardante solo le persone di una certa età, devi essere consapevole che si tratta di una convinzione errata.

Le statistiche infatti dimostrano come la recessione gengivale può cominciare, anche in forma subito acuta, a partire addirittura dai 20 anni, con tutti i problemi, non solo di natura estetica, che ne possono conseguire.

Detto questo, le domande a cui sicuramente vorrai trovare risposta, sono quelle relative a in cosa consiste la recessione gengivale, quali possono essere le cause che ne determinano l’insorgere anche in età giovanile, quali le cure che possono essere messe in atto.

Recessione gengivale: in cosa consiste?

Recessione gengivale è il termine medico con cui viene definita quella particolare condizione consistente nell’arretramento delle gengive o del loro spostamento rispetto a quella che è la loro sede originaria: può infatti accadere, anche in giovane età, che le gengive si spostino verso la radice del dente.

Quello che devi prima di tutto sapere è che quando nel linguaggio comune si parla di “gengive ritirate“, si sta facendo riferimento proprio a questo problema clinico della recessione gengivale.

Premesso che tutti i denti possono essere colpiti da tale problematica, devi esser consapevole che quelli più a rischio sono i premolari ed i canini.

Inoltre devi avere presente che oltre ai problemi di natura estetica che questo problema porta, ve ne sono anche legati alla salute: la recessione gengivale, anche quando si palesa a 20 anni, potrebbe portare all’insorgere della piorrea e in conclusione alla perdita del dente coinvolto.

Le cause della recessione gengivale

Ma quali sono le cause della recessione gengivale? La prima è senza dubbio una igiene orale non corretta e questo è uno dei motivi per cui questo problema potrebbe concretizzarsi già in giovane età.

Devi infatti sapere che le probabilità dell’insorgere del problema aumentano esponenzialmente con l’utilizzo di spazzolini non adeguati e con una modalità di utilizzo degli stessi non corretta.

Tuttavia vi sono altri fattori di tipo eziologico che devi tenere ben presente come possibili cause di insorgenza di questo problema. Tra i tanti vanno ricordati la brutta abitudine di masticare il tabacco ed i disturbi di tipo alimentare.

Inoltre, devi tenere ben presente che altre cause scatenanti della recessione gengivale possono essere malattie ereditarie di tipo gengivale o piercing in zone quali la lingua o il labbro: quest’ultima causa ti fa capire come mai questo problema possa palesarsi anche in una età, quella dei 20 anni, in cui solitamente il problema non dovrebbe presentarsi.

I sintomi di un problema non solo estetico

Detto delle cause, ora è il momento di farti scoprire quali sono i sintomi di un problema che in qualsiasi età, ma specialmente a 20 anni, risulta essere sicuramente anche un problema estetico, ma che non bisogna mai ridurre solo a questo, perché in gioco c’è la propria salute e il proprio benessere fisico e psicologico nella quotidianità.

La prima cosa che devi avere ben chiara è che la recessione gengivale non si palesa da un giorno all’altro, ma risulta essere il risultato finale di una serie di problematiche o comportamenti che erano ben visibili prima. Questo è uno dei motivi per cui, stando anche agli studi scientifici più recenti, la recessione gengivale passa del tutto inosservata spesso fino ai 40 anni, per poi palesarsi in modo plateale una volta effettuato questo “giro di boa” anagrafico.

I sintomi che non devi assolutamente sottovalutare consistono tendenzialmente nella ipersensibiità dei denti agli stimoli di natura termica. Inoltre devi avere ben presente che un altro sintomo della recessione gengivale consiste nel sanguinamento delle gengive nel momento in cui vengono spazzolate.

Inoltre, altro sintomo che non devi sottovalutare risulta essere un cambiamento dei colori dei denti: se dovessi notare delle differenze tra un dente e l’altro devi essere conscio del fatto che questo potrebbe essere un chiaro segnale del fatto che la recessione gengivale ha fatto capolino nella tua quotidianità e che quindi è arrivato il momento di intervenire senza alcun indugio, prima che sia troppo tardi per cercare di risolvere il problema.

Le cure contro la recessione gengivale

Curare la recessione gengivale è fondamentale non soltanto per non avere problemi di tipo estetico, ma specialmente per non doverti confrontare con conseguenze che andrebbero ad impattare concretamente sul tuo stato di salute e sul tuo benessere psico-fisico.

Il primo passo che devi compiere è quello di una visita dal tuo dentista, per capire se effettivamente hai un problema di recessione gengivale.

Nel momento in cui dovesse essere appurata la presenza di questo problema, potrai valutare insieme a lui quali sono le strade migliori da percorrere. Se il problema non è più allo stadio iniziale, il consiglio che probabilmente ti verrà dato sarà quello di un intervento di chirurgia gengivale, la cui tipologia dipenderà ovviamente dalla tua situazione specifica.

Detto questo, rimane ovviamente consigliabile, specie nel caso in cui tu abbia 20 anni e il problema della recessione gengivale sia solo all’orizzonte, incominciare ad avere cura in modo corretto della tua igiene orale: questo è il modo migliore per prevenire questo problema e nel concreto significa seguire in modo molto accurato quelle che saranno le indicazioni del tuo dentista, il quale saprà darti i consigli migliori.

Dente del giudizio a 50 anni. Che fare.

Accorgersi della nascita di un dente in età avanzata non è raro, perché benché questo fenomeno sia più frequente in giovane età, o comunque entro i 20 anni, spesso i denti del giudizio nascono anche dopo i 50 anni, dando fastidi come dolore e gonfiore spesso visibili anche all’esterno della bocca.

Di fronte al problema molte persone si interrogano sulla possibile soluzione, anche perché, se è vero che in molti casi i denti del giudizio nascono senza alcuna complicazione, in molti altri casi la loro nascita può portare problemi fastidiosi anche a lungo termine, e può limitare il paziente nello svolgimento delle normali attività quotidiane o rendere difficoltoso il riposo notturno.

Conseguenze correlate alla nascita dei denti del giudizio: i fastidi più comuni

I denti del giudizio vengono così denominati perché in genere nascono dopo una certa età, con la maturazione appunto del soggetto. Normalmente la nascita fisiologica dei denti non dovrebbe dare alcun problema, ma se, in base ai casi, il dente nasce dove non vi è spazio o interferisce con la normale struttura dell’arcata dei denti, il soggetto può provare dolore e fastidi vari, sviluppando ulteriori problematiche particolari come ad esempio le seguenti:

  • pericoronite
  •  difficoltà ad ingoiare e dolore alle orecchie
  • intenso dolore alla gengiva, senza interruzione
  • mal di testa

La pericoronite è un’infiammazione dei tessuti molli vicini al dente, e dunque delle gengive, che i medici cercano innanzitutto di risolvere somministrando degli antibiotici e consigliando al cliente l’uso di un collutorio per effettuare dei risciacqui; mentre il gonfiore e la difficoltà a deglutire è direttamente collegata alla nascita del dente, e si accompagna spesso all’accumulo di liquido all’interno della gengiva (la nascita di un nuovo dente su una struttura dentale ormai consolidata, come puoi immaginare, comporta la modifica dell’arcata, e questo processo naturale difficilmente risulta indolore).

Nel caso in cui il problema persista nonostante i primi interventi il professionista procede con l’estrazione del dente, soprattutto nel caso di problematiche sopra esposte (i medici sono in genere restii alla rimozione dei denti del giudizio, perché si ritiene che, dove possibile, i fastidi possano essere risolti con metodi più blandi, che non includono l’estrazione).

In alcuni casi, tuttavia, quest’ultima potrebbe essere necessaria, e il professionista procederà alla rimozione soprattutto nelle seguenti ipotesi:

  • quando il dente nasce in modo sregolato, con conseguente rischio di accavallamento “accavallamento” dentale
  • quando, in base alla posizione, il dente è difficilmente raggiungibile dallo spazzolino, con conseguente rischio di carie

Talvolta la nascita di un dente del giudizio può portare ad un dolore intermittente sulla gengiva, difficile da gestire o ridurre. Questi ultimi casi, in genere, sono provocati dal fatto che il dente esce in superficie soltanto parzialmente, o rimanendo letteralmente “bloccato” all’interno della gengiva e senza fuoriuscire al suo esterno (questa situazione dentale peraltro può portare alla proliferazione di batteri nella gengiva, e dare luogo a complicanze future).

In alcune rare ipotesi, peraltro, il nuovo dente può disturbare quello immediatamente vicino, con l’aggravarsi del rischio di infiammazioni e persino della perdita dei denti. Per questi motivi è sempre necessario l’intervento del medico, perché fino a quando quest’ultimo non avrà visionato lo stato di salute dei tuoi denti non potrai avere la contezza della rilevanza del problema.

Cosa fare in caso di denti del giudizio a 50 anni

Quando avverti la nascita di un dente del giudizio, con conseguente fastidio alla bocca, è necessario chiedere tempestivamente l’intervento di un esperto dentale, che dopo aver effettuato una valutazione sullo stato personale dei denti deciderà come intervenire. Talvolta infatti il dolore è causato dal fatto che il dente comprime o “tocca” il nervo sottostante alla gengiva, e solo l’intervento di un professionista può risolvere la problematica definitivamente.

Per trattare il problema temporaneamente, in attesa dell’intervento del medico, può essere utile effettuare degli sciacqui con un collutorio, anche se quasi sempre si tratta di metodi non risolutivi ma che possono attutire i fastidi connessi alla nascita dei denti del giudizio.

Pedodonzia: prevenire e curare le patologie odontostomatologiche nell’età evolutiva.

Se hai a cuore che i denti di tuo figlio crescano sani, il consiglio è di prevenire e curare le patologie odontostomatologiche nell’età evolutiva. La pedodontia o odontoiatria pediatrica è infatti una branca dell’odontoiatria che si occupa proprio del trattamento dei denti nei bambini.

L’obiettivo principale della pedodontia è la prevenzione delle carie sui denti primari e su quelli permanenti. Nei primi anni un gran numero di bambini ha già carie sui denti, e lo smalto è significativamente meno resistente il che significa anche un’igiene orale inadeguata. Ci sono tuttavia alcune regole abbastanza semplici che il tuo bambino può adottare già in tenera età e che possono influenzare preventivamente la presenza di carie. Questi sono certamente un’igiene orale quotidiana adeguata, un’alimentazione sana e una visita regolare dal dentista.

Il trattamento protettivo della pedodonzia

Come in ogni campo il trattamento protettivo è molto importante, per cui le regolari cure dentistiche, la corretta spazzolatura e le abitudini alimentari garantiranno una lunga vita alla salute dei denti di tuo figlio. La cura dei denti è importante anche per quelli che in gergo vengono definiti da latte; infatti, se non curati regolarmente possono diventare cariati per cui è necessario portare il tuo bambino dal dentista quando è ancora piccolo. L’applicazione del fluoro e le otturazioni d’isolamento sono alcuni esempi di metodi adottati nella pedodonzia contro la carie. Il trattamento protettivo ha anche lo scopo di prevenire i problemi prima che si verifichino, oltre ad impedire la nascita di alcune patologie se coadiuvate da una buona alimentazione.

Le varie tipologie di trattamento della pedodonzia

L’uso del fluoro riduce notevolmente i decadimenti, per cui dei check-up periodici specie grazie al sistema di tracciamento computerizzato sono ideali per prevenire le carie del tuo bambino in età evolutiva. Anche i raggi x panoramici possono essere molto importanti per rilevare casi che richiedono un’azione precoce. Tra le varie tipologie di trattamenti che nella branca della pedodonzia consentono di prevenire e curare le patologie odontostomatologiche, va citato il rivestimento delle fessure; infatti, viene utilizzato prima che si verifichi un decadimento ed è anche un eccellente metodo protettivo e preventivo. Le recenti ricerche in tal senso hanno dimostrato che il 90% dei decadimenti si creano sulla superficie dei molari poichè sono vulnerabili e deboli in quanto non si calcificano immediatamente, per cui queste coperture servono a coprire le incrinature e ad evitare che le particelle di cibo possano annidarsi in esse. Un dentista specializzato in pedodonzia sa come trattare i denti di un bambino qualsiasi sia il problema. Per fare un esempio se il tuo piccolo ha già perso precocemente i denti da latte, il professionista può optare per un materiale che applicato sulle gengive lasciate vuote dai denti, impedisce che si verifichino problemi funzionali (masticazione) ed estetici oltre ad altri legati allo sviluppo del bambino. I denti da latte tra l’altro se ancora presenti servono a guidare quelli permanenti, e quindi la mancanza può far crescere questi ultimi a caso e in posizioni asimmetriche. Per questo motivo durante l’età evolutiva, dovrebbero essere effettuati controlli periodici per lo sviluppo e il decadimento dei denti del tuo bambino.

La pedodonzia e l’alimentazione

La nutrizione nei bambini è direttamente correlata alla decadenza dei loro denti. Per tale motivo è importante seguire cosa e quanto spesso i bambini mangiano. Avere cibi ricchi di carboidrati nelle cene principali è più salutare per i denti anziché consumare patatine fritte, cioccolato, caramelle e biscotti durante il giorno. Premesso ciò, va altresì aggiunto che ci sono altri utili suggerimenti per la cura della bocca e dei denti del tuo bambino in relazione alla sua età. La prima fase è quella che va da 0 a 6 anni ed in cui i denti nelle parti frontali discendenti escono e si completano al terzo anno di età. In questa fase 20 denti da latte escono simmetricamente, per cui è importante prendere precauzioni specie contro il tipo di decadimento da biberon. I denti da latte tra l’altro hanno anche un effetto sul linguaggio dei bambini, sul suono e sulle funzioni alimentari. Ecco perché se si estraggono durante questo periodo devono essere in qualche modo sostituiti con un metodo alternativo. La seconda fase di studio della pedodonzia riguarda i bambini tra i 6 e i 12 anni. In questa età si completano i molari e gli altri denti, e con il passar del tempo i bambini sostituiscono poi i molari da latte con altri permanenti. La terza fase di studio della pedodonzia è quella che interessa i bambini dai 12 anni in su. Questo è infatti il periodo in cui tutti i denti da latte sono completamente caduti e vengono sostituiti da quelli permanenti. A margine si evince che le attenzioni e le cure in età evolutiva servono a scongiurare che i denti permanenti non siano ben allineati, non presentino carie e soprattutto non sarà necessario ricorrere ad apparecchi correttivi che molte volte rappresentano un vero problema per genitori che non dispongono di un budget adeguato per far fronte a questa spesa imprevista.

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Prevenzione della recessione gengivale: come fare? Scopriamolo insieme

Tutti vogliono avere un sorriso luminoso, bello e sano. La recessione o l’omissione delle gengive è un processo mediante il quale l’altezza delle gengive diminuisce e la radice del dente diventa esposta all’azione patogena dei batteri, ma anche alle bevande e ai cibi che possono danneggiare le strutture sottostanti.

La recessione gengivale è un processo che si verifica il più delle volte dopo i 40 anni. Questo diventa un problema non solo perché la bellezza del sorriso è messa a rischio, ma anche perché aumenta la sensibilità dei denti alla temperatura e agli stimoli meccanici. Per prevenire la recessione della gengiva, è necessario monitorare l’igiene orale e apportare alcune modifiche al proprio stile di vita. Ecco qualche suggerimento per prevenire la recessione gengivale a qualsiasi età.

Visita regolarmente il tuo dentista

La malattia parodontale è la causa più comune di recessione gengivale. Pertanto, è necessario sottoporsi a esami preventivi e fare pulizia professionale dei denti. Se non l’hai fatto, chiedi al tuo dentista di eseguire la procedura per la mineralizzazione dello smalto dei denti usando i preparati al fluoro.

Una regolare igiene professionale aiuterà a prevenire lo sviluppo di malattie delle gengive e della cavità orale. Gengivite, parodontite e placca causano diverse patologie, che a loro volta sviluppano la recessione gengivale.

Il dentista ti aiuterà a prevenire questo processo affinché tu non debba avere diversi altri problemi. Se hai problemi di odontoiatria, che il dentista-terapeuta non può risolvere, molto probabilmente ti riferirai a un parodontologo. I medici di questo profilo sono specializzati nella prevenzione e nel trattamento delle malattie parodontali, quindi ti aiuteranno sicuramente a risolvere il problema della recessione gengivale.

Lava i denti accuratamente due volte al giorno

Lava i denti al mattino – dopo il risveglio, e anche la sera – prima di andare a letto. Utilizza un dentifricio che contenga fluoro, nonché uno spazzolino da denti di media durezza (o morbido).

Non usare uno spazzolino da denti duro, in quanto potrebbe accelerare il processo di recessione gengivale. Prendi in considerazione l’idea dell’acquisto di uno spazzolino elettrico che rimuove in modo più efficace la placca rispetto a uno spazzolino manuale normale.

Assicurati di pulire la superficie interna, esterna e masticatoria (superiore) dei denti e non dimenticare la lingua. In questo modo svolgerai una corretta igiene riducendo al minimo la presenza dei batteri responsabili della recessione gengivale.

È importante lavarsi i denti seguendo la corretta tecnica di pulizia. Il grosso errore è che le persone spesso si lavano i denti con troppa forza e aggressività. Lavarsi i denti con movimenti orizzontali (avanti e indietro) può causare traumi alle gengive e lo sviluppo di un difetto dello smalto, che porta alla recessione della gengiva.

Chiedi al tuo dentista di mostrarti la tecnica corretta per spazzolare i denti. Bisogna inclinare la testa dello spazzolino di 45 gradi rispetto alla linea della gengiva. Durante la pulizia devi attenerti ai movimenti circolari. Lavati i denti premendo leggermente sul pennello.

Mantieni pulito lo spazzolino

Dopo aver lavato i denti, lava lo spazzolino e mettilo in un bicchiere con il pennello rivolto verso l’alto. Evita di metterlo in un armadio o su di una mensola. Inoltre, non tenere spesso lo spazzolino in un contenitore chiuso, altrimenti i batteri si moltiplicheranno su di esso. Gli spazzolini da denti di tutti i membri della famiglia devono essere separati l’uno dall’altro. Ogni 3-4 mesi è necessario cambiare lo spazzolino da denti.

Usa il filo interdentale ogni giorno

Usare il filo interdentale è altrettanto importante come lavarsi i denti al fine di prevenire i problemi di recessione gengivale. Il filo interdentale rimuove bene la placca nei punti “ciechi”, in cui le setole dello spazzolino risultano inutili.

Per un uso più efficiente del filo interdentale, è necessario strappare un pezzo di questo filo con la lunghezza dell’avambraccio (dal polso al gomito) e avvolgere entrambe le estremità del filo sul medio. Inizia con il gruppo laterale di denti, con molta attenzione inserisci il filo nello spazio interdentale, aiutandoti con l’indice.

Non cercare di spingere il filo interdentale il più in profondità possibile nello spazio interdentale, altrimenti la gengiva potrebbe danneggiarsi. Fai lo stesso con il resto dei tuoi denti. Se, dopo aver usato il filo interdentale, le gengive hanno iniziato a sanguinare, allora devi stare più attento.

Smetti di fumare

Il fumo provoca vari problemi dentali, uno dei quali è la recessione delle gengive. Fai tutto il possibile per smettere di fumare. Questo non solo migliorerà le condizioni generali della cavità orale, ma anche allevierà l’alitosi.

Nella lotta contro il fumo possono aiutare i sostituti della nicotina, ad esempio, i cerotti alla nicotina. Un discorso simile vale anche per quanto riguarda l’alcol che sicuramente non aiuta nel mantenimento di denti sani e belli.

Non fare piercing orali

Gli oggetti metallici in bocca non solo possono causare problemi ai denti, ma influire negativamente anche sulle condizioni delle gengive. I gioielli sulla lingua e sulle labbra vengono spesso in contatto con la gengiva, ferendola e causando una recessione. Evitando di farci i piercing in bocca è possibile diminuire la probabilità di sviluppo della recessione gengivale.

Pedodontista e visite di controllo per i bambini

Se hai dei bambini devi sapere che i denti da latte vanno curati con periodicità e che devi sottoporre gli stessi ad una corretta igiene orale e visite ordinarie al fine di evitare che agenti batterici, infezioni possano determinare carie o placca tali da incidere negativamente sul sorriso dei tuoi piccoli. Il dentista dei bambini svolge un ruolo fondamentale per la salute orale dei più piccoli.

Si sa i bambini mangiano cibi che determinano la formazione di acidi nella bocca tali da influenzare il buono stato della dentatura, inoltre, gli stessi non sono molto propensi a lavare i denti dopo ogni pasto e quando lo fanno non operano una pulizia corretta. Tutto ciò influisce sul buono stato della loro dentatura e seppure si tratti di denti da latte in ogni caso va tenuta sotto controllo. Se non sai qual’è sia l’età più opportuna per sottoporre il tuo bambino ad una visita dal dentista sappi che ad occuparsi del sorriso dei tuoi bambini non è il dentista da cui ti rechi per te stesso, ma uno specialista che opera nel settore medico della pedondozia.

Il dentista dei bambini: il pedodontista

Il pedodontista si occupa del sorriso dei bambini, si tratta di un “dentista pediatrico“, con conoscenze in materia di psicologia infantile che lo rendono agli occhi dei più piccoli un eroe e non un mostro cattivo che vuole cavargli i denti con trapani e strumenti di tortura! Un buon pedodontista è un investimento per il futuro, in quanto non solo cura i dentini dei vostri piccoli, ma fa sì che sì che questi bambini non sviluppino la paura del dentista, che spesso  li accompagna anche in età adulta

A che età fare la prima visita dal pedodontista?

Da genitore ti sarai chiesto quale sia l’età corretta per portare per la prima volta il tuoi piccoli dal pedodontista. Spesso sei portato erroneamente a pensare che dato che si tratta di denti da latte destinati a cadere che sia poco importante un controllo periodico in tenera età. Ebbene queste convinzioni sono sbagliate, proprio perché si tratta di denti da latte la loro struttura è più soggetta a carie e placca tali da causare una caduta precoce degli stessi fino ad inficiare il normale sistema di scambio con i denti definitivi. Premesso ciò, dunque, in media, tranne particolari casi, è opportuno che tu sottoponga i tuoi bambini a visita dal pedodontista quando abbiano compiuto i 3 anni, in quanto in questa fase dovrebbe essere spuntati tutti i dentini da latte.

Il rapporto tra genitori, bambini e il pedodontista

I tuoi bambini devono capire che il pedodontista li vuole aiutare ad ottenere un sorriso sano, quindi è utile la collaborazione di chi accompagna a visita il bambino. La visita da un pedodontista è un momento didattico, i bambini vengono responsabilizzati, si insegna loro a curare la propria salute ed igiene, magari mostrandogli con modellini cosa accade se non si tiene una corretta igiene orale. Un buon rapporto con il pedodontista fa sì che i tuoi piccoli abbandonino paure inutili e comincino in maniera autonoma a manifestare interesse per un sorriso sano capendo il perché è importante lavarsi i denti. Se tu semplicemente ordini a tuo figlio di farlo, lui potrebbe non comprendere l’importanza di quel gesto quotidiano, spiegando le ragioni del perché lavarsi i denti sarà più portato a prendersi cura di sè. La preparazione in psicologia infantile porta il pedodontista ad interagire con i pazienti di questa tenera età e a comprendere le eventuali paure, cercando di creare un rapporto di fiducia. Il percorso formativo fa sì che lo stesso segua delle tecniche studiate, appunto, per il trattamento dei più piccoli. Un buon pedodontista è capace di tranquillizzare i genitori in primis, e poi, i bambini, perché si sa a volte sono i genitori a generare ansie inutili nei giovani pazienti. Per le visite si utilizzano le tecniche del gioco, si cerca di coinvolgere i bambini nella visita che non sono soggetti passivi, con gli stessi si interagisce, concendendo molto spesso un premio finale come un lecca lecca o delle caramelle con la promessa di lavare i dentini. Parole semplici e ed esempi pratici fanno da base alla visita dal pedodontista.

Come si svolge la visita di controllo dei bambini

Quando porti i tuoi bambini dal pedodontista almeno la prima visita è davvero una passeggiata, potrai tenere il tuo bambino in braccio, mentre lo specialista controlla la bocca per farsi un’idea della situazione dei suoi dentini. Un momento complesso, può essere convincere i bambini ad aprire la bocca non per mangiare, ma per permettere al dottore di vedere i dentini, qui è importante la tua collaborazione con lo specialista, genitore e medico devono convincere i bambini a collaborare, una volta ottenuto che i piccoli aprono la bocca il pedodontista seguirà un’ispezione accurata, ma cercando di impressionare il meno possibile i giovani pazienti, usando gli strumenti tecnici solo se necessario e in modo delicato. Visionata la bocca se non vi sono particolari problematiche farà solo un piccolo discorso su come lavare e tenere puliti i dentini, modalità e strumenti da utilizzare, e sull’importanza di mantenere un sorriso sano, mostrando tecnicamente il movimento più giusto per una pulizia corretta ed ordinando un controllo semestrale. Viceversa, in presenza di carie e placca cercherà di intervenire con cautela rassicurando il bambino e creando un’atmosfera ludica.

Dentista per bambini a Sumirago e Besnate

Cerchi un dentista per bambini? A pochi chilometri da Sumirago e Besnate Odontobi è un centro specializzato in pedodonzia con staff esperto e qualificato.

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Impianti dentali per persone anziane. Accorgimenti

Impianti in età anziana: si possono installare?

Indipendentemente da ciò che gli stereotipi ti dicono, non è inevitabile che tu debba perdere tutti i denti e mangiare solo cibi morbidi mentre invecchi. Né devi vivere con le protesi sbattenti e tirare fuori i denti ogni notte come i tuoi genitori o nonni. A meno che tu non abbia gravi problemi di salute, sei un buon candidato per installare gli impianti dentali a qualsiasi età, anche da anziano. Non esiste qualcosa di “troppo vecchio” per gli impianti. Se pensavi di non dover ottenere impianti a causa della tua età o che non potevi intraprendere questa soluzione a causa della perdita di massa ossea e altri problemi di salute, ripensaci. Gli impianti dentali non hanno limiti di età e non è mai troppo tardi per amare il tuo sorriso e goderti nuovamente i tuoi cibi preferiti. Tuttavia, se ormai si è delle persone anziane e si vuole ovviare ai problemi masticativi con degli impianti dentali, allora bisogna prendere sul serio alcuni accorgimenti.

Osteoporosi Il primo caso a cui bisogna prestare attenzione riguarda la presenza dell’osteoporosi. L’osteoporosi, una malattia delle ossa che causa fragilità ossea e perdita ossea, è comune in molte persone anziane, specialmente nelle donne che hanno attraversato la menopausa. Le donne con l’osteoporosi hanno un’alta probabilità di perdere almeno un dente a causa della malattia. Per via dell’impatto che ha sulle ossa e sulla perdita ossea, molte persone pensano che l’osteoporosi impedisca loro di ottenere impianti dentali. Tuttavia, seppur sia sconsigliato, non è impossibile installare degli impianti dentali nella cavità orale delle persone anziane che soffrono di osteoporosi. Difatti, i pazienti con osteoporosi hanno le stesse probabilità di essere dei buoni portatori degli impianti dentali esattamente così come i pazienti senza l’osteoporosi. Ci sono diversi motivi per cui gli impianti dentali potrebbero comunque rappresentare una valida opzione per tutti coloro che manifestano i sintomi dell’osteoporosi. Una volta che sarai completamente in grado di masticare di nuovo correttamente con gli impianti dentali, potresti anche essere in grado di migliorare la tua nutrizione e ridurre la futura perdita di tessuto osseo dalla malattia.

I vantaggi degli impianti Alcune persone di una certa età si chiedono se vale la pena spendere i soldi per gli impianti, considerando breve la vita che vivranno ancora. “Non resterò vivo molto più a lungo in ogni caso” è un ritornello comune. Le aspettative di vita per le persone per lo più sane sono più lunghe rispetto a qualsiasi generazione precedente. Nessuno sa quanto tempo gli è rimasto, ma a 60 o 70 anni si potrebbero facilmente vivere altri 20 o più anni. E vale la pena vivere questo periodo davvero nel migliore dei modi, no? Ovviamente, con degli impianti dentali, questo diventerebbe immediatamente più facile. Pensa ai problemi di denti mancanti o protesi mobili. Pensa solo: tre pasti al giorno, 365 giorni all’anno, per quanti anni? Allora vale davvero la pena di subire tutta la sofferenza derivata dalla mancanza dei danti? In pochi mesi potresti essere in grado di masticare correttamente per il resto della tua vita.

Diabete Finché una persona è in buona salute, non c’è motivo per cui non possiamo installare gli impianti dentali. Ma ci sono alcuni problemi di salute che potrebbero impedire lo svolgimento dell’operazione. Uno di questi è il diabete. In molti casi è comunque possibile installare gli impianti, tuttavia, se qualcuno ha il diabete, non importa se è di tipo 1 o di tipo 2, la risposta all’inserimento degli impianti potrebbe essere scarna. Il loro sistema immunitario non funzionerà molto bene e la guarigione potrebbe essere davvero dolorosa sia per quanto riguarda i tessuti molli sia in relazione alle ossa. D’altro canto, al giorno d’oggi è comunque possibile controllare il diabete in maniera tale da rendere possibile anche quegli interventi che a prima vista sembrano i più difficili da compiere.

Le persone con i problemi di cuore Una cosa a cui spesso si deve far fronte è il recente infarto. Qualcuno che ha avuto un attacco di cuore, se è stato negli ultimi sei mesi, probabilmente farà molta fatica dopo l’operazione e c’è il rischio che l’organismo non si adatti. Meglio aspettare che le cose si stabilizzino. Inoltre, è meglio anche ricevere il via libera ufficiale dal cardiologo. Gli impianti non interagiscono in alcun modo con il sistema cardiocircolatorio, ma l’intervento in sé e l’anestesia potrebbero rappresentare dei fattori di rischio. Molti pazienti hanno avuto arresti cardiaci in passato. Tuttavia, se stanno bene, se tutto è stabile, non c’è motivo per cui non si possa andare avanti e installare gli impianti. Se hanno stress, se hanno preoccupazioni, se hanno ansie sulla procedura odontoiatrica o se hanno delle controindicazioni sulla procedura chirurgica, allora è meglio prendere del tempo. Per mantenere la persona calma e rilassata è comunque possibile usare la sedazione oppure avvalersi di altre tecniche. Con queste, in effetti, la persona non si preoccuperà dell’intervento in quanto dormirà.

Conclusioni Ogni situazione è diversa e solo il tuo dentista personale può dirti se puoi inserire gli impianti dentali nonostante i tuoi problemi. L’unica cosa che non t’impedirà mai di fare l’intervento è sicuramente la tua età. Gli impianti dentali possono migliorare la qualità della tua vita e restituirti il piacere di mangiare il cibo che ami senza alcun problema anche se sei anziano.