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    Filo interdentale: perché è così importante

    La prevenzione delle patologie legate al cavo orale e la corretta gestione di tutte le misure per sostenerla, vedono in prima linea il filo interdentale: un insostituibile alleato per la corretta igiene dentale.

    Cos’è il filo interdentale?

    Si tratta nel dettaglio di un sottilissimo filo di nylon, da inserire tra due denti applicando una piccola pressione per farlo scorrere dalla parte più esterna delle arcate, fino a scendere verso l’attaccatura gengivale. Questo presidio dentistico è l’ideale per rimuovere nel modo più efficace i residui di cibo dopo i pasti e la placca tra le fessure dentali.

    Il filo interdentale nella routine quotidiana

    Il filo interdentale è un ottimo sistema per coadiuvare l’azione indispensabile dello spazzolino, vero protagonista dell’igiene dentale quotidiana. La routine giornaliera prevede infatti tre sessioni di spazzolamento dei denti, per mezzo di uno spazzolino a testa fine, con spazzole dalla durezza media. Il dentifricio ideale per una corretta prevenzione deve preferibilmente essere formulato con fluoro, per conferire maggiore resistenza allo smalto. Anche il collutorio può contribuire in modo benefico alle pratiche virtuose di prevenzione. Il filo interdentale, come anticipato, completa e coadiuva questa routine virtuosa.

    Tuttavia, la necessità di includere tale dispositivo dentistico nelle abitudini quotidiane, purtroppo, sembra non prendere piede nel nostro paese, nonostante esso sia realmente essenziale per rimuovere efficacemente i residui di cibo fibroso che lo spazzolino non riesce a debellare. Oltretutto, il suo utilizzo è davvero semplice, e – già dopo qualche prova – chiunque può diventare abilissimo nel suo utilizzo.

    A cosa serve il filo interdentale?

    Il filo interdentale è di reale supporto nel ridurre i rischi di gengiviti, infezioni patologiche di diverso tipo e naturalmente l’insorgenza della temibile carie: per questo è indispensabile che diventi di largo utilizzo e diffusione. Il ricorso al solo spazzolino, è attualmente la scelta prevalente operata dala maggior parte delle persone, tuttavia anche utilizzato con la massima attenzione, seguendo le istruzioni di movimento corrette, di per sé non basta per rimuovere in maniera completa la patina riscontrabile sui denti e difficilmente eliminabile dagli interstizi dentali.

    Placca batterica e piccoli frammenti di cibo incastrati tra i denti difficilmente riescono ad essere liberati con lo spazzolino, anche utilizzando un dispositivo elettronico. Per cogliere ancora meglio queste complesse dinamiche è indispensabile capire come è fatto un dente.

    Ogni elemento delle arcate è infatti costituito da cinque lati esposti, di questi solo tre sono raggiungibili efficacemente. Vediamoli insieme:

    – La superficie vestibolare, che identifica la parte esterna dei denti, quella rivolta verso le guance.

    – La superficie masticatoria, rivolta verso il palato.

    – La superficie interna, a contatto con la lingua.

    – La superficie a contatto con gli altri denti.

    – La superficie contenuta tra il dente e la gengiva, chiamata solco gengivale.

    In sostanza, solo le prime tre possono essere deterse correttamente con spazzolino e dentifricio. Le ultime due, ovvero il solco che separa il dente dalla gengiva e lo spazio tra i denti, se non pulite con il filo interdentale, saranno luogo di proliferazione batterica a rischio di infezione dentale.

    Il filo interdentale: dalle origini ai giorni nostri

    La storia del filo interdentale è molto antica, in passato era costituito da un intreccio di fibre sottili, mentre al giorno d’oggi è composto di filo di nylon, un materiale decisamente più resistente ma anche elastico, perfetto per insidiarsi nelle fessure e accompagnare correttamente i movimenti delle mani, durante l’eliminazione dei residui di cibo e placca.

    Il filo interdentale può essere acquistato in un qualunque supermercato e si presenta solitamente in due differenti tipologie: cerato e non cerato.

    Il primo, lo dice il nome stesso, si presenta come rivestito da un sottilissimo strato di cera, che lo rende ancora più resistente, perfetto per chi ha irregolarità dentali – come ad esempio sovraffollamento di elementi accavallati l’uno all’altro – e necessita di una resistenza maggiore.

    Il secondo è più consigliato per rimuovere placca e residui di cibo in spazi stretti grazie ad una superficie di abrasione maggiore rispetto al primo.

    In commercio vi sono poi prodotti diversificati dal punto di vista del gusto, per esempio a seconda delle preferenze è possibile acquistare fili interdentali alla menta per una maggiore sensazione di pulito e freschezza. Vi sono poi speciali fili interdentali, appositamente studiati per chi possiede ortodonzie, ponti o capsule.

    Usare il filo interdentale: tutti i vantaggi

    Come abbiamo puntualizzato sopra, il filo interdentale fatica ad entrare nella routine degli italiani e questo fa sì che la prevenzione e la salvaguardia della salute orale non sia al massimo delle proprie potenzialità.

    Ecco in definitiva i motivi per i quali questa tendenza va debellata e si deve attuare una più accurata informazione in merito ai vantaggi di un costante utilizzo di questo dispositivo:

    – Il filo interdentale pulisce efficacemente le fessure tra i denti rimuovendo la placca laddove lo spazzolino non può arrivare e inibendo la creazione di tartaro. È bene specificare che una volta che il tartaro ha fatto capolino in bocca, solo una pulizia professionale in uno studio dentistico può eliminarlo.

    – La rottura del filo interdentale durante la pulizia può rivelare la presenza di incrostazioni di tartaro nascoste, da fare controllare al proprio dentista.

    – Infine, l’utilizzo quotidiano del filo interdentale, per ovvi motivi, previene l’alitosi.

    Per tutti questi motivi, è buona norma includere nella propria routine quotidiana il filo interdentali, in aggiunta allo spazzolamento regolare e all’utilizzo di dentifrici addizionati con fluoro e collutori appositi.

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