“Scrivere l’articolo come fosse prima e dopo; usa sottotitoli. Parla in prima persona, e con il ‘tu’”.
Un problema invadente Ho sempre pensato di essere una ragazza dall’aspetto gradevole e di avere dei modi garbati e piacevoli agli occhi degli altri. Nonostante tutto questo, però, mi sono sempre sentita molto insicura di me, e per anni ho evitato di entrare troppo in contatto con le altre persone. Il motivo è da imputare a un solo, ma invadente, difetto: l’alito pesante. Non mi sono mai spiegata come mai avessi questo difetto che disprezzavo con tutta me stessa, sia per me che per gli altri, soprattutto pensando al fatto che ho sempre tenuto alla mia igiene orale. Ho sempre lavato i denti dopo ogni pasto, cambiando frequentemente lo spazzolino e marca di dentifricio, per trovare quello più adatto a me. Nonostante queste ripetute attenzioni, però, ho dovuto camminare per anni con una scorta di mentine nella borsa, per via del terrore di provocare un fastidio che io stessa odiavo a chiunque altro, anche solo respirando in treno o parlando al telefono.
La svolta Ho cercato di risalire alla causa del problema, per risolverlo all’origine (e non arginandolo come facevo ogni volta con le mentine), anche grazie all’aiuto di dentisti ed esperti del settore. E, attraverso un’indagine approfondita, abbiamo capito che la mia bocca non ha e non ha mai avuto alcun problema, in quanto la causa del mio alito pesante erano cattive abitudini igieniche. Non mi sto contraddicendo: è vero che lavavo i denti regolarmente dopo ogni pasto. Il problema, però, è che non lo facevo nella maniera corretta. Ad esempio, non sapevo che i denti vanno spazzolati in verticale e non in orizzontale. Questo fatto oggi mi sembra ovvio: lo scopo dello spazzolino è non solo quello di pulire la superficie del dente, ma anche di allontanare i residui di cibo che si incastrano tra i denti. Se l’avessi saputo – o ipotizzato – prima, forse avrei limitato il problema. Un altro difetto della mia “tecnica” di lavaggio dei denti stava nell’utilizzo di uno spazzolino qualunque. Credevo fermamente che uno spazzolino valesse l’altro, e che tutti i pregi presentati nelle pubblicità fossero una mera trovata di marketing, ma mi sbagliavo. Certo, il dentista mi ha chiaramente detto che tutti gli spazzolini che promettono di pulire meglio la lingua o di penetrare a fondo tra le fessure dei denti lasciano il tempo che trovano, tuttavia non potevo immaginare che esistessero misure tanto differenti di spazzolini, adatte al singolo cavo orale. Alla fine ho deciso di abbandonare lo spazzolino tradizionale prediligendo quello elettrico, ma comunque dedico molta attenzione nell’acquisto della testina, che deve adattarsi perfettamente alla mia bocca. Il dentista, inoltre, mi ha consigliato di utilizzare lo spazzolino elettrico perché più efficiente della mano dell’uomo, e devo dire che i risultati sono notevoli.
I validi alleati Ho poi scoperto che in passato commettevo altri piccoli errori nel lavare i denti. Il primo consisteva nella scelta del dentifricio: per anni mi sono rivolta a paste sbiancanti o ad altri prodotti simili, evitando invece di acquistare dentifrici anti-placca (che, in fin dei conti, era la causa principale del mio alito cattivo) dal sapore più forte e dagli effetti meno “miracolosi”, ma senza ombra di dubbio concreti. Anche in questo caso, dopo numerose prove ho trovato la soluzione adatta a me. Ciò che utilizzo decisamente meno rispetto al passato è senza dubbio il collutorio. Il medico mi ha detto che non serve a molto, e che non salvaguarda l’igiene orale: semplicemente deodora, e temporaneamente. Al contrario, ho cominciato a utilizzare regolarmente il filo interdentale: con questo strumento, ho potuto assistere alla perfetta fuoriuscita dei residui di cibo maleodoranti che si accumulavano tra i miei denti e causavano l’alito cattivo. 50 centimetri di questo materiale speciale mi hanno letteralmente cambiato la vita.
Oggi: i risultati Devo dirti con assoluta sincerità che oggi posso finalmente dire di aver risolto il mio problema con l’alito cattivo, e senza ricorrere a chissà quali trattamenti particolari. Mi sono resa conto che il grosso problema non era concentrato in una sola operazione mancante, ma “distribuito” nelle varie fasi della mia cura dei denti, che erano incomplete o fatte male. Con il prezioso aiuto di un valido professionista, dunque, sono riuscita a capire quali azioni non andavano bene e a correggerle, trovando – dopo tanti anni di angoscia – la soluzione assoluta (e più semplice) al mio difetto.